Per definire la qualità di un oggetto d’arredo spesso si parla di “forma e funzione”, intendendo quell’insieme di “bellezza e utilità” che ogni suppellettile che serve in casa dovrebbe possedere. Non sempre in passato è esistita una stretta connessione fra i due concetti, ma oggi, dopo la lezione dei “grandi” del razionalismo del ‘900 legato all’architettura, e soprattutto con l’avvento di un certo tipo di cultura del “bello” che predilige sempre e comunque prodotti dal design accurato, è sempre più difficile prescindere da questo binomio. Lo strano è, che questa concomitanza di principi, trova di frequente la sua massima espressione quando si parla di oggetti molto comuni, come possono essere appunto anche i “tavoli da cucina”. Eppure, a pensarci bene, è facile capire il motivo di ciò: il tavolo è infatti un arredo di per sè semplice, in qualche caso addirittura “banale”, che però proprio per questa sua estrema essenzialità, necessità di una straordinaria attenzione alla sua estetica ed al suo design.
Immaginiamo di prendere un pezzo di pavimento e di sollevarlo da terra: ecco, questo è il tavolo. Nel mondo e nella storia dell’uomo, questa semplice operazione funzionale è stata fatta in tanti modi diversi. Anche nell’antichità i tavoli erano piani d’appoggio, ma spesso non venivano utilizzati per pranzare, bensì per lavorare, per studiare o per appoggiarvi sopra le pietanze mentre ci si trovava seduti sul “Triclinio”, sorta di divano su cui si mangiava da coricati. In oriente, invece, i tavoli vengono da sempre costruiti bassi, quasi a terra, in modo da essere adoperati senza sedie, accovacciati a terra o in ginocchio. Quello moderno e “occidentale” rimane però probabilmente la forma di tavolo più comune da trovare adesso sul pianeta. Non a caso il tavolo “per antonomasia” è considerato da sempre il cosiddetto “fratino”, costantemente ridisegnato nei secoli fino ad arrivare al bellissimo tavolo di Michelucci, risalente alla prima metà del ‘900, esempio lampante di quanta importanza può assumere il design nella costruzione di un mobile.
Pur nella sua estrema semplicità il tavolo è dunque sempre da considerarsi un “progetto” piuttosto complesso, nonostante l’idea di base paia quasi banale; A maggior ragione quando si parla di tavoli da cucina, campo di interesse che, a dir poco, è stato capace di togliere il sonno a ben più di qualche famiglia.
Quando si parla di “tavoli da cucina” si intende con estrema precisione quel tipo di tavolo che nasce espressamente per essere utilizzato in cucina e non in un’altra specifica “zona Pranzo” della casa. Questa esatta distinzione nasce da problematiche prettamente funzionali. Un tavolo da cucina infatti, non è un tavolo qualsiasi: esso rappresenta quasi sempre un comodissimo piano di appoggio per chi si occupa della preparazione dei cibi, ma è anche il luogo “conviviale” intorno a cui la famiglia si riunisce (specialmente a cena) e che diventa per questo il “suggello” di un ambito molto intimo in cui ancora è possibile parlare, discutere e, soprattutto, consumare i propri pasti in santa pace. Un oggetto dunque che raccoglie i momenti più importanti della giornata, prolungandoli nei lievi fraseggi della sera. E’ evidente perciò che, per essere considerato tale, un tavolo da cucina debba possedere delle caratteristiche assai definite.
A parte quelli estetici, infatti, sono svariati i fattori da considerare per l’acquisto di un tavolo da cucina, a cominciare da quelli legati alle esigenze di spazio. Il primo elemento da valutare è l’ingombro, che deve essere rapportato alle caratteristiche dimensionali della stanza o della zona della cucina destinata al pranzo: un modello troppo piccolo o troppo grande, non solo risulta poco funzionale, ma può rompere l’equilibrio compositivo dell’intero ambiente. Partiamo dunque sempre innanzitutto dalle misure e facciamolo considerando per primo un concetto abbastanza semplice che può quasi apparire quasi disarmante nella sua ovvietà, ma che è di basilare importanza: se in una casa è necessario predisporre uno spazio in cucina da destinare alla consumazione dei cibi, vuol dire che, con tutta probabilità, non si possiede un’abitazione sufficientemente grande in cui sia possibile adibire una vera e propria sala da pranzo. In realtà questo non è sempre vero, soprattutto perché la “cucina” -nel senso di “arte culinaria”- è diventata recentemente una pratica che è molto di moda condividere con i propri commensali. Nella maggior parte delle case però questo non è molto facile da realizzarsi: le stanze adibite a cucina sono piccole, spesso combaciano con la “zona giorno” della casa e mal sopportano di essere occupate da numerose persone. Eppure si tratta di una necessità sentita dalla maggior parte delle famiglie che, non a caso, prediligono per la cucina dei tavoli che abbiano dimensioni piuttosto contenute. Le misure tipiche di una tavolo da cucina variano infatti solitamente (almeno in Italia), da un minimo di 110 x 70 cm ad un massimo di 160 x 90 cm. Esistono ovviamente anche tavoli più piccoli e più grandi, ma quelle che la moderna industria del mobile produce nella stragrande maggioranza dei casi, sono le misure che si trovano all’interno di questo intervallo. A tale proposito è bene ricordare che ciascun posto a tavola “apparecchiato”, considerando anche lo spazio necessario per sedersi e poter muovere le braccia, richiede almeno 60 cm, che possono essere ridotti, solo in casi davvero eccezionali (il classico pranzo coi parenti, insomma), fino ad un limite minimo di 50 cm. Vedremo in seguito come queste misure “vitali” influiscono sulle dimensioni dei tavoli da cucina. Circa le loro forme, è evidente a giudicare dalle loro misure più comuni che il tavolo “rettangolare” è di gran lunga il preferito in cucina; In verità, come vedremo, esistono anche tavoli tondi, quadrati ed ovali che nascono specificatamente per essere posizionati in questo luogo, ma la forma più comune da trovare per tali ambienti è senza dubbio quella rettangolare. Ciò è dovuto con tutta probabilità alle dimensioni delle stanze e agli spazi che è possibile ricavare al loro interno per alloggiarvi la zona “pranzo”. Tant’è vero che sono sempre più comuni quelle situazioni in cui, proprio per le dimensioni contenute delle stanze, si preferisce avvicinare il tavolo al mobilio della cucina fino a farne diventare parte integrante.
La difficoltà dimensionale che si trova di frequente nell’inserire nelle cucine il tavolo da pranzo ha portato i produttori a “rieditare”, quasi all’infinito un modello di tavolo che si era diffuso in Italia durante il diciannovesimo secolo: il cosiddetto “tavolo allungabile”. Se ne trovano modelli di quell’epoca delle più disparate fatture, quella però che ha inciso maggiormente nell’evolversi di una certa tipologia stilistica di tavolo da pranzo è quella che ha trovato la sua primissima origine nell’area rurale che si trova a cavallo fra Emilia Romagna e Toscana. E’ stato infatti in queste due regioni che si è andata sviluppando l’abitudine di fornire il tavolo familiare (che anche a quell’epoca era l’unico in casa, non per ragioni di spazio, bensì economiche) di due “allunghe” che, sottostando al piano principale, potevano essere estratte al bisogno, in modo da potervi ospitare anche i parenti o i colleghi che durante l’anno si avvicendavano presso il gruppo familiare durante le operazioni agricole più importanti come la “battitura” e la “vendemmia”. Tale sistema di estrazione ha poi portato, specie a partire dagli anni ’60 del Novecento, ad un vero e proprio “proliferare” di tavoli da pranzo allungabili che, specialmente in Italia, hanno consentito a migliaia di famiglie di poter contare su di un tavolo che, pur di dimensioni a volte anche molto contenute, permette di espandersi al fine di potervi ospitare parenti e amici. Al giorno d’oggi infatti, la versione “allungabile” è senza dubbio quella maggiormente preferita e diffusa per quanto riguarda i tavoli da cucina. I sistemi di apertura, addirittura, spaziano adesso fra centinaia di differenti tipologie di modelli che possono contare su altrettanti tipi di allunghe.
Vi sono tavoli che si allungano sfilando lateralmente le cosiddette “giunte”, altri che permettono l’allargamento delle gambe ed il conseguente aumento della superficie sfruttabile come piano, ed altri che grazie a volte a complicatissimi meccanismi permettono al tavolo di allungarsi in maniera davvero inimmaginabile. Tutti i modelli nascono con il preciso scopo di poter offrire una maggiore comodità ai commensali, quando vi pranzano, oppure a permettere un maggiore utilizzo del piano di appoggio a chi vi deve cucinare. Quello che è importante nello scegliere questo tipo di tavoli è essere consapevoli del fatto che si tratta di un mobile “complesso” che a causa delle sue caratteristiche deve per forza possedere delle qualità intrinseche che per un tavolo “fisso” non sono necessarie. Un tavolo allungabile deve essere difatti costruito in maniera che, anche una volta allungato, esso mantenga le proprie caratteristiche di solidità e robustezza; deve essere comodo anche una volta aperto, e deve essere facilmente allungabile senza che la “massaia”, o chi per essa, non debba esercitarsi in complesse discipline circensi ogni qual volta si trova a dover allungare il proprio tavolo. Tutti questi fattori, non sono facili da ottenere e a volte necessitano di un design meticoloso e di sistemi produttivi estremamente “avanzati” che portano il tavolo allungabile a costare spesso molto di più di un semplice tavolo fisso.
La forma dei tavoli da cucina (quindi il loro design), è dunque molto accurata e perfettamente delineata: quattro gambe -poste più o meno agli estremi perimetrici di un piano dalla forma e dalle dimensioni variabili- compongono un volume del tutto simile ad un animale quadrupede. Il perché di quella che qualcuno considera una monotona forma compositiva è riassumibile in una sola parola: funzionalità. In verità, anche in merito alla forma, esistono anche tante altre versioni che esulano dalla tradizionale conformazione a 4 gambe. In queste pagine le vedremo e capiremo per ognuno dei modelli descritti quali sono le peculiarità salienti per le quali sono preferibili gli uni agli altri. Quello che è importante capire in questi casi è che, a differenza di ciò che avviene per i tavoli da soggiorno o sala pranzo, quando si parla di tavoli da cucina, si parla di oggetti che devono avere nella praticità di uso la loro maggiore caratteristica. Anche perché sarebbe altamente sconveniente altrimenti posizionare in cucina un tavolo che non presenti tale attributo.
Anche a proposito del loro “colore” i tavoli da cucina presentano delle loro peculiarità del tutto particolari. In questo caso la problematica sta proprio nel fatto che il tipo di tavolo in questione, essendo per sua stessa natura solitamente accostato ai mobili di una cucina, deve per forza possedere dei richiami che in qualche modo, consentano ai colori di tutta la mobilia esistente nella stanza di coesistere senza creare distonia. Vi sono arredamenti in cui il richiamo è pressoché totale, e sono quelli in cui il tavolo viene completamente costruito addirittura con lo stesso materiale e lo stesso colore della cucina a cui esso è abbinato. Vi sono invece casi in cui questa sorta di abbinamento è completamente assente, e si opta dunque per coordinare in modo armonico materiali e colori completamente differenti, ma capaci di coesistere per “tono” o per gamma cromatica. Vi sono poi casi (e sono attualmente i più comuni) in cui si decide di coordinare i materiali della cucina e del tavolo fornendo quest’ultimo della stessa tipologia di piano di lavoro (top) con cui è ricoperta la cucina e si provvede a colorare le gambe con un tono attinente a quello delle ante della stessa mobilia.
Lo stesso identico discorso lo si può fare anche in merito a tutti gli altri materiali con cui è conveniente realizzare un tavolo da cucina. Oggi giorno, per fortuna, vi è un assortimento così ampio di prodotti, che è davvero difficile non trovare quello che ci aggrada o quello che è più conveniente utilizzare nella nostra cucina in quanto a colore e praticità. Un tempo non era così: il tavolo da cucina era essenzialmente in legno e quando era economicamente possibile, lo si forniva di un comodo ed igienico piano in marmo. Oggi invece si può spaziare dai laminati ai melaminici, dai quarzi alle ceramiche, dai vetri laccati a quelli trasparenti e così via, in un crescendo di scelta che talvolta addirittura imbarazza e disorienta. Per aiutarsi basta pensare all’utilizzo che andremo a fare del nostro tavolo in cucina e tutto ci sembrerà probabilmente più chiaro. Del resto, ognuno di noi, se anche non sa cucinare, sa bene cosa deve sopportare un tavolo che viene utilizzato a questo scopo, come sa altrettanto bene quali sollecitazioni potrebbe essere sottoposto lo stesso tavolo quando ci si trova a pranzarvi o cenarvi sopra.
Un ragionamento a parte, lo merita invece l’abbinamento delle sedie, le quali (specialmente in cucina) non devono essere necessariamente coordinate con il tavolo. E’ assolutamente opportuno verificare che, per forma ed altezza, le sedie siano compatibili con esso, in modo da essere comodamente inserite sotto al piano del tavolo quando ci si siede (25/30 cm sono necessari fra piano e seduta), ma per quanto riguarda colore e materiale, questo abbinamento può davvero essere l’occasione per sbizzarrirsi con la fantasia, specie quando stiamo parando di oggetti moderni, o comunque contemporanei. Il discorso è un po’ diverso quando si parla di mobili “classici” o comunque “in stile”. In quel caso, infatti, un minimo di coordinamento stilistico è necessario, soprattutto per evitare che di trovarsi di fronte ad abbinamenti di foggia o di colore capaci di creare distonie nella stanza ove sono posizionati.
Dunque forma, colore, materiale, design e dimensioni, tutto concorre nel mettere insieme un oggetto che deve essere di per se assolutamente bello (e ci mancherebbe che fosse il contrario!!) ma sopratutto utile. Lo scopo di questo articolo è quindi quello di chiarire il più possibile quelli che sono i giusti criteri di scelta di un tavolo da cucina, inserendoli in precisi parametri che possano risultare utili a tutti coloro che si apprestano a fare un acquisto di questo tipo.
E’ stato per interi decenni uno dei veri e propri “best sellers” della categoria. Del resto, il materiale in cui esso è realizzato permetteva (e permette tutt’ora ) un abbinamento pressoché perfetto con quella che era una tipologia di cucine fra le maggiormente preferite: la cucina “classica in legno”; per questo il tavolo in legno era fino a poco tempo fa un modello fra i più diffusi in assoluto. Adesso che quel tipo di arredo è un po’ sceso nelle classifiche di vendita, permane però l’abitudine di fornire anche le cucine più moderne con uno splendido tavolo realizzato completamente in legno. Si potrebbe quasi dire che questo tipo di tavolo è come se fosse nel DNA stesso delle “italiche genti”; chi non è più molto giovane ricorderà infatti con piacere il vecchio tavolo in legno che era presente un tempo in ogni casa colonica e in ogni cucina degli appartamenti di città, fino all’avvento della “Formica” durante gli anni del boom economico.
E’ dunque forse questa forma di “nostalgia” che in taluni casi conduce ad acquistare tavoli di questo tipo, anche quando si è in presenza di arredi estremamente moderni. Le caratteristiche di questo tavolo, si prestano d’altronde perfettamente ad essere coniugate con l’uso che si può fare di un tavolo da cucina; e anche se alcune sue specifiche caratteristiche lo rendono un po’ meno “pratico” di alcuni tavoli realizzati con il piano di laminato o di vetro, rimane il fatto incontrovertibile che il tavolo da cucina in vero legno è uno dei più bei oggetti d’arredo di tipo “funzionale” che possa essere inserito in una casa. Sì, è vero, il suo uso deve essere per forza differente da quello che si fa di tutti gli altri tipi di tavoli, ma quando si decide di accostare la propria cucina con una di questi oggetti si è quasi sempre certissimi che il risultato finale sarà eclatante.
Di tavoli in legno ce ne sono centinaia di tipi. Ne esistono di ogni forma, essenza e colore. Soltanto nella collezione “La Casa Moderna ” ve ne sono oltre 40 modelli, moltiplicabili a loro volta per misura, per forma, per tipologia di legno e per colore.
Quello fotografato in queste foto, ad esempio, è un tavolo di produzione italiana “classica” il cui stile richiama infatti in parte, i tavoli di un tempo molto remoto, ed in parte si rifà alla tradizione stilistica del più importante periodo di espansione del grande design europeo del Novecento. La sua forma è rettangolare, le sue gambe, sottili e rastremate, conferiscono a questo tavolo una specie di sua “dinamica” intrinseca che gli consente di essere apprezzato sia da chi ama le linee pulite del post razionalismo, sia da chi stima le calde peculiarità del legno e le caratteristiche decorative legate al suo aspetto irripetibile e affascinante. Dal punto di vista tecnico si tratta di un oggetto che si basa sulla qualità di un solido telaio in alluminio (quello che si intravede in questa foto, in basso, a sostegno del piano) che serve sia da struttura, che da meccanismo di scorrimento e apertura. Oltre a questo vi è anche una funzione aggiuntiva (che ritroveremo in molti altri tavoli da cucina rappresentati in questo articolo) che è quella di “contenitore” per le giunte. Le cosiddette “giunte” (nome gergale con cui si indicano di solito le prolunghe dei tavoli), sono dei pezzi rettangolari di piano che servono per “allungare ” la superficie del tavolo quando si hanno ospiti o si necessita di un maggior piano di lavoro. In questo caso specifico, il tavolo in questione è disponibile nelle misure di 142×85, 157×85 e 167 x 85. A queste dimensioni, nelle versioni allungabili di questo modello, è possibile aggiungere una o due giunte di 40 cm ciascuna, giunte che, come dicevamo, possono però essere tranquillamente racchiuse all’interno del telaio di alluminio quando il tavolo è in conformazione “normalmente chiusa”. Stiamo parlando, per quanto riguarda questo modello, di un tavolo realizzato completamente in rovere, con il piano impiallacciato e le gambe in massello. Esso è disponibili in tre colori: la versione naturale, quella in tinta “carbone” e quella in rovere termotrattato, una particolare finitura che dona al legno un affascinante tono marrone scuro. La collezione La Casa Moderna è ricca di anche di questi oggetti così particolari e preziosi, che esulano normalmente da quegli che sono i soliti canoni riguardanti i tavoli da cucina, ma che sono ampiamente apprezzati da chi ama avere in casa anche oggetti unici e particolari.
Caramboliamo, saltando dall’estetica naturalezza del tavolo in legno per arrivare all’estrema funzionalità del tavolo da cucina con le gambe in metallo, quasi certamente il modello più venduto per questa tipologia di prodotto. Anche in questo caso si tratta di un oggetto che si può trovare nelle più svariate forme e nelle più diverse varianti di colore e di materiali. Sì, perché a differenza del tavolo in legno precedentemente descritto, quest’ultimo tipo di tavolo presenta una caratteristica unica e perfettamente definita: quella di essere composto da materiali diversi, per il piano e per le gambe. Solitamente di aspetto esile e leggero, questo modello è per lo più realizzato fissando delle specie di “u” rovesciate (le coppie di gambe) agli estremi di un telaio che ne costituisce la struttura e consente l’alloggiamento del piano soprastante. Anche questo modello, come molti altri adatti ad essere posizionati in cucina, esiste sia in versione fissa che allungabile e in quest’ultimo caso si può estendere allargando la gambe e aggiungendo al piano delle comode prolunghe opportunamente fissate al telaio di sostegno.
Si tratta essenzialmente di un prodotto pratico e funzionale che unisce però queste sue caratteristiche ad un design molto accurato e nel contempo semplice, il quale lo rende inseribile in pratica in ogni modello di cucina moderna. Del resto è facile immaginare di mettere un tavolo così elegante e lineare in una cucina moderna; le quattro gambe poste agli estremi (che spesso rimangono agli estremi anche in versione allungata) rendono infatti il tavolo facile da utilizzare e da spostare.
I commensali possono pranzarvi comodamente senza avere fastidiosi ingombri fra i piedi e la posizione del tavolo nella stanza può essere facilmente cambiata senza eccessivi sforzi. La leggerezza dell’oggetto in se e delle sue linee estetiche non deve però trarre in inganno: Quando un tavolo di questi è effettivamente di buona qualità, la sua robustezza e solidità è tale da poterlo rendere davvero un valido alleato anche nella fase di preparazione dei cibi. Le gambe in metallo, garantiscono infatti una tenacia innata ed una resistenza alle sollecitazioni che è possibile riscontrare in pochi altri materiali, almeno in ugual misura. Quando si parla di resistenza dei tavoli da cucina, siamo costretti però a parlare sopratutto di “piano” e più specificatamente del materiale con cui esso è realizzato. Sotto questo punto di vista il tavolo allungabile in metallo presenta delle caratteristiche ideali dovute per lo più alla sua estrema versatilità. Prendiamo ad esempio il modello qui fotografato. Si tratta di uno dei tantissimi modelli della collezione “La Casa Moderna” che permettono di abbinare ad un solido basamento in metallo, un altrettanto solido piano. Quest’ultimo però non è unico e fine a se stesso, ma può essere bensì scelto fra numerosissime tipologie di laminato, fra moltissime varianti di vero legno, fra altrettanti colori di vetro temperato e, da qualche tempo a questa parte anche da tanti colori di “vetro ceramica”.
Nella prima foto si vede infatti lo stesso tipo di basamento abbinato ad un sottilissimo piano in legno di rovere, mentre nella seconda, quello stesso basamento è accoppiato con un praticissimo piano in laminato color “Travertino” chiaro. L’uso del laminato come piano di lavoro per questi tavoli è senza dubbio uno dei più diffusi. D’altronde il laminato è un materiale resistente, perfettamente impermeabile, di facilissima pulizia e, dunque, di estrema praticità. La funzionalità del piano per un tavolo che deve essere utilizzato in cucina è un requisito fondamentale, e questo spiega il motivo del successo di questo popolare abbinamento fra materiali: il metallo per le gambe e il laminato per il piano. L’accostamento fra materiali così diversi permette infatti la produzione di tavoli che diventa semplice annoverare fra i veri e propri oggetti di design. Oggetti che però sono facilissimi da inserire in casa, soprattutto perché le loro linee sembrano quasi fatte apposta per essere abbinate con ogni tipologia di cucina moderna.
Basta porre in questo caso un minimo di attenzione agli accostamenti di colore. Una delle tendenze più in voga in questo momento è quella, ad esempio, che consiglia di abbinare il piano del tavolo con in “Top” della cucina, in modo da creare un coordinamento di colori e materiali. Non è affatto detto però che un abbinamento così preciso e rigoroso sia il migliore possibile: tant’è vero che sono altrettanto frequenti i casi in cui sono semplicemente i toni coordinati a determinare la miglior combinazione. Lo spessore sottile del piano e delle gambe determina infatti una situazione in cui è sufficiente spesso agire sulle differenti tonalità di colore che può presentare il tavolo per coordinarlo perfettamente con le componenti della cucina componibile (solitamente le ante ed il piano di lavoro), che vi si intende abbinare.
Croce e delizia di migliaia di famiglie, il tavolo tondo si conferma ancora oggi uno dei modelli di tavoli più desiderati ed ambiti, anche in cucina. La sua forma priva di angoli infatti, suggerisce un uso conviviale della superficie da pranzo che non è riscontrabile in nessun altro tavolo. Ciò è essenzialmente dovuto ad una certa sensazione di “intimità” che esso trasmette, la quale si basa, bene o male, sulla riduzione delle distanze fra i commensali. E’ come se la totale assenza di “spigoli” – di separazioni cioè “fisiche” fra un commensale ed un altro- consentisse un uso più rilassante e confacente a chi cerca nel tavolo da pranzo un luogo di familiarità e vicinanza. Il problema sta però nel suo posizionamento, il quale, nonostante ciò che pensa la maggior parte della gente, non è per nulla facile, specialmente quando si parla di cucina e quindi di spazi solitamente ristretti.
Del resto è facile immaginare un bel tavolo tondo al centro di un’ampia stanza, in cui non vi siano problemi di spazio o di passaggio, ma quello che avviene nelle cucine dei moderni appartamenti è di frequente molto diverso. Le stanze cucina sono infatti spesso rettangolari, di frequente sono strette e lunghe e necessitano il posizionamento del tavolo accostato al muro, nella parete priva di mobili che di solito sta di fronte alla zona cottura. Altre volte le stanze sono quadrate, ma anche in questo caso, pur avendo la possibilità di alloggiare il tavolo al centro stanza, risulta difficile che vi rimanga lo spazio per far si che un tavolo tondo possa esservi posizionato senza che chi vi si siede impedisca il passaggio degli altri commensali. Ciò è dovuto alla forma ovviamente stondata -e dunque “panciuta”- del piano del tavolo tondo, la quale fa naturalmente sporgere chi vi si siede rispetto alla posizione che lo stesso avrebbe sedendosi su di un tavolo quadrato o rettangolare. Il perimetro rotondo infatti, ha rispetto a quelli dritti dei tavoli quadri o rettangolari, questo tipo di problematica: riduce la superficie complessiva del piano, ma fa sporgere la persona che vi si siede, esattamente come se si trovasse seduto di fronte ad un tavolo quadro con il lato di misura corrispondente al suo diametro. Questa “nota dolente” risulta spesso difficile da far comprendere e digerire ai non addetti ai lavori, quindi è certamente importante fare un po’ di chiarezza in merito, anche per far sì che siano meglio comprese le dinamiche che devono precedere la giusta scelta di un tavolo da pranzo per cucina. Come abbiamo detto, per capire a pieno questo concetto è necessario pensare a come un tavolo tondo, con i commensali seduti, occupi più o meno lo stesso spazio che impegnerebbe un tavolo quadrato con i lati uguali al diametro stesso del corrispondente tavolo tondo. Un tavolo di 120 cm di diametro, occupa dunque lateralmente lo stesso identico spazio che prenderebbe un tavolo quadrato di 120 x 120 cm, e non (come qualcuno pensa) quello che impegnerebbe un tavolo quadrato la cui diagonale è 120 cm ! Questo semplice assioma geometrico è facilmente riscontrabile quando ci si trova a posizionare un tavolo tondo in luoghi stretti ed angusti. L’assenza degli angoli, infatti, anche se permette un più facile superamento degli ostacoli che sarebbero rappresentati dagli spigoli nel caso dei tavoli quadri o rettangolari, non consente però di superare altrettanto facilmente i commensali seduti allo stesso desco.
A meno che non si possieda una stanza molto grande, oppure dotata di pareti tonde o molto stondate, le ragioni per cui conviene scegliere un tavolo tondo, dunque, sono da trovarsi quasi esclusivamente nei motivi di “convivialità” indicati all’inizio, o in quelli prettamente estetici. Perché una cosa è certa: un tavolo tondo è quasi sempre esteticamente molto bello. La forma perfetta ed armonica del suo piano addolcisce qualsiasi architettura e, senza ombra di dubbio, contribuisce a rendere ogni ambiente più piacevole e confortevole. Per quanto riguarda la “praticità” poi, vi è da dire che ormai da qualche secolo, i tavoli tondi possiedono una serie di “escamotages” che ne consentono l’allungamento. In questo modo si risolve il problema atavico relativo ai posti a sedere intorno al tavolo tondo e, assolutamente da non sottovalutare, si rende in qualche modo “lineare” (e quindi più rettangolare) una ampia parte del suo piano. Quello fotografato in questa foto è, ad esempio, un tavolo della collezione “La Casa Moderna” caratterizzato dalla ampia disponibilità di finiture fra cui è possibile scegliere, sia il il tipo di piano in laminato che il colore delle gambe. Vi è poi un particolare sistema di apertura che permette (caso più unico che raro) di alloggiare all’interno del tavolo “esteso” ben due giunte, invece di quella singola che di solito è presente in questo tipo di tavolo (quando esso è in versione allungabile). Si tratta di un sistema che possiede una resistenza tale da sostenere il peso delle giunte e dell’apparecchiatura, senza il benché minimo cedimento. Un tipo di tavolo dunque che può far parte solo di quella categoria di prodotti altamente selezionati che entrano nelle nostre collezioni solo dopo dei severissimi test qualitativi. Perché per i negozi “la Casa Moderna” la qualità viene prima di tutto. Sempre…
Derivato addirittura dai tavoli fratini di antichissima fattura che ornavano i refettori dei conventi fin dal primo medio evo (da cui il nome “tavolo Fratino”), questo tipo di tavolo nasce come alternativa ideale a quelle che qualcuno ritiene le “monotone forme ” del classico tavolo da cucina “a 4 gambe”. I motivi per cui si sceglie questo tipo di tavolo sono quindi quasi sempre estetici e si individuano in quella metodologia di pensiero che predilige l’originalità rispetto alla conformità, anche e soprattutto nel design abitativo. La forma di questi tavoli, in effetti, differisce molto da quelli che siamo abituati a vedere in una cucina. Sì è vero, anche quest’ultimi sono dotati di piano e di gambe ed anch’essi, proprio come i normali tavoli da cucina, in versione allungabile vengono costruiti alloggiando addosso ad un telaio fornito di guide, un piano, delle giunte e delle gambe. La differenza sta però nella posizione di quest’ultime, le quali non vengono a trovarsi presso gli spigoli del tavolo stesso, ma sono bensì spostate verso il centro, in modo da lasciare il più possibile libero lo spazio direttamente sottostante il perimetro del piano. Un tempo questo “spazio” era quello necessario per far sì che i frati potessero accedere comodamente alle panche su cui si sedevano per pranzare, adesso invece viene lasciato in quanto la posizione centrale delle gambe, in questi modelli di tavoli, alleggerisce i loro volumi e li rende più originali e piacevoli alla vista.
Quello che molti non sanno è il fatto che questo tipo di tavoli possiede delle problematiche costruttive, a volte anche davvero molto complesse, le quali sono quasi sempre legate alla difficoltà di rendere stabile un piano che viene sostenuto dal proprio supporto sottostante solo nella zona centrale della sua superficie. Il problema di cui stiamo parlando è ovviamente quello del possibile “ribaltamento” che questo tipo di tavolo è soggetto ad avere qualora non sia costruito adeguatamente e con materiali di alta qualità. Il motivo è di per sé abbastanza lampante: se infatti un tavolo di questo genere non è solidamente fissato al suo supporto o seppure quest’ultimo non ha delle dimensioni adeguate a sostenere il peso del piano o del suo “sbalzo” una volta allungato, è ovviamente molto probabile che il tavolo sia soggetto a ribaltarsi, o ancora peggio a rompersi, durante il suo normale uso. Quelli delle collezioni “La Casa Moderna” sono invece tavoli di altissima qualità che sottostanno a dei severi test funzionali prima di essere posti in commercio. Tant’è vero che in moltissimi casi presentano la possibilità di essere forniti in versione allungabile. Quello della foto, ad esempio, possiede il piano e le giunte che è possibile scegliere fra numerose varianti di materiale e di misure. Nel primo caso si può vedere infatti in una elegante versione in legno, fornita di piani impiallacciati colore marrone scuro; mentre nella seconda immagine si può vedere lo stesso modello di tavolo (uno fra i tantissimi disponibili in Collezione) fornito con uno splendido piano in vetro-ceramica abbinato a delle giunte costruite con lo stesso materiale.
Per quanto riguarda le misure d questo tipo di modello è necessario un approfondimento. Si tratta in questo caso infatti di un “adeguamento dimensionale” che ha consentito di conformare alle misure attuali delle stanze, un modello di tavolo che era invece originariamente costruito per ambienti di gran lunga più grandi, in cui lo spazio disponibile non era quasi mai un problema. Oggi giorno invece ci si trova sempre più spesso a fare i conti con stanze (le cucine in particolar modo) che, proprio per le loro misure, sono da arredare con tavoli di dimensioni contenute. In questi casi vi è da tener presente il fatto che per i motivi suddetti questo modello di tavolo non può essere costruito in dimensioni troppo piccole perché, proprio a causa della sua forma particolare sarebbe soggetto a ribaltamento. Si potrebbe in teoria ovviare a questo problema ampliando le dimensioni del basamento, ma come ovvio, ciò comporterebbe un notevole impiccio per tutti quei commensali che si troverebbero a rischiare di sbattere i piedi o le proprie gambe, proprio contro quelle troppo prominenti del tavolo in questione. Per tutta questa serie di motivi il tavolo fotografato, come molti degli altri disponibili in collezione per questa categoria, è disponibile in misure che variano da un massimo di 210 x 90, fino ad un minimo di 140 x 90. Una buona scelta concernente questo modello di tavoli non può perciò prescindere da un’adeguata valutazione delle dimensioni del piano più adatta alla propria stanza, così come da un’altrettanto oculata scelta del basamento più adatto alla misura di piano che ci necessita.
Quando la tecnologia si unisce col design, ecco che nascono oggetti, belli da vedere, ma soprattutto capaci di cambiare la vita delle persone. E’ proprio il caso di questo eccezionale tavolo da cucina la cui più straordinaria caratteristica è senza dubbio quella di allungare la sua ampiezza, fino addirittura a triplicare la superficie del proprio piano.
Il suo design funzionale si basa in verità su di un concetto piuttosto banale e, fra l’altro, abbastanza comune quando si tratta di tavoli allungabili, cioè quello che unisce alla versatilità di un solido telaio di sostegno in metallo, la praticità di due ingegnosissime guide estensibili e telescopiche dette “a sfera”, perché agenti su dei cuscinetti. Il telaio formato dal perimetro sottostante il piano, contiene infatti nascosto dentro se una specie di “magico trucco” che permette ad entrambe le due coppie di gambe di “sdoppiarsi” e di allontanarsi dalla sua posizione originale, al fine di creare il supporto necessario per potervi appoggiare delle comode estensioni. Tali estensioni, o prolunghe, sono quelle che permettono di allungare il tavolo di 50, 100, 150, 200, 250 e 300 cm, fino dunque a triplicare la sua superficie complessiva. In un progetto così complesso è dunque abbastanza chiaro quanto possa contare il design complessivo dell’oggetto, affinché esso possa risultare in fondo, bello quanto pratico, senza mai tradire cioè la sua funzione estetica. L’escamotage adottato in questo caso dai progettisti è stato quello di proporre un tipo di gamba che, pur contenendo da tutti i lati del tavolo, un’altra gamba al suo interno, mantiene comunque un aspetto lineare e piacevole che non lascia assolutamente trapelare la valenza pratica del suo design.
Una volta chiuso in posizione normale infatti questo tavolo appare a tutti gli effetti come un semplicissimo tavolo da cucina, del quale è oltretutto possibile personalizzare sia il colore delle gambe che quello del piano. Quando però si presenta la necessità di allungarlo, ecco che il tavolo in questione riesce in pieno a esprimere le proprie estreme potenzialità, sia in termini funzionali che decorativi. Osservando queste foto è possibile infatti notare come il tavolo in questione sia capace di mutare la propria forma senza variare la propria valenza estetica. Vi sono poi proprietà pratiche che derivano comunque dalla qualità del design da cui dipendono. Fra queste vi è senza dubbio il fatto che le giunte che servono per estendere il piano, possono essere contenute nel cavedio che si trova in mezzo alle due guide telescopiche, quando il tavolo è in posizione chiusa. Quest’ultima, oltre ad essere una comodissima prerogativa, è senza dubbio anche un indice di grandissima qualità progettuale. E’ infatti altamente improbabile notare la presenza di questo vano se il tavolo è chiuso. La sua forma rimane snella, priva di orpelli, ed estremamente elegante: una “magia” che è possibile solo con prodotti di estrema qualità i cui materiali, brillano per resistenza e solidità. Tutta la parte sottostante il piano è realizzata in metallo verniciato con polveri epossidiche e disponibile in due colori: bianco e antracite. Il piano invece, così come le giunte, è costruito con pannelli bifacciali di laminato materico di alta qualità, per il quale è possibile scegliere fra ben 12 differenti tipologie di superficie e tonalità di colore.
Gli abbinamenti attualmente più in voga sono quelli che mettono insieme le tonalità della “terra” -come il marrone, il beige ed il grigio- al rassicurante aspetto del color antracite, ma nel caso si possegga una cucina componibile di colore bianco, è possibile abbinare anche al candido basamento disponibile per questo tavolo, uno dei tanti piani in assortimento al fine di ottenere il tavolo che meglio si accosta al resto dell’arredo. D’altronde l’importante è creare un effetto che si presenti nel suo insieme armonico e piacevole: a quel punto qualsiasi inserimento in casa, diventerà sicuramente facile. Il tavolo in questione è disponibile in due misure 140 x 85 e 180 x 100; moltiplicando queste due misure prima per le due tipologie di colore con cui è possibile avere le gambe e poi per le dodici varianti di laminati materici fra cui è possibile scegliere il piano, si arriva ad ottenere ben 48 differenti tavoli, tutti a sua volta capaci di allungarsi per 6 differenti misure. Un’infinita possibilità di personalizzazione che può apparire estremamente utile, specie in tutti quei casi in cui si ha la necessità di spostare il tavolo dalla cucina al soggiorno, durante i pranzi delle feste e in tutte le altre occasioni in cui capita di dover mettere tanta gente a tavola. Una funzione che non tutti i tavoli possiedono e che non mancherà di interessare soprattutto coloro che possiedono famiglie estremamente numerose, oppure tantissimi amici. Perché stare tutti insieme, specie in alcune occasioni “speciali”, è davvero la cosa più bella che c’è.
Questo particolarissimo modello di tavolo ci offre l’occasione giusta per parlare di un argomento molto sentito da chi si trova ad acquistare un modello da cucina: quello dei posti a sedere su cui è possibile contare. Per far questo, partiamo dal concetto che una persona seduta per muovere comodamente le braccia mentre pranza e avere la possibilità di alzarsi da tavola senza disturbare i commensali, necessita di circa 60 cm di spazio in larghezza, 60/70 cm circa di distanza dal tavolo e circa 45 cm di piano davanti a se. Questo significa che per un tavolo da 4 persone sarebbe necessario avere almeno una dimensione di piano di 120 x 80/90 cm. Il tavolo presentato in questa foto misura 140 x 85, ciò fa sì che ad un tavolo di queste dimensioni possano stare sedute fino a 6 persone, non al massimo della comodità, ma in maniera comunque abbastanza agevole. La persona seduta infatti può anche ridurre il proprio spazio occupato mentre pranza fino ad un minimo di 50 cm. Sommando dunque 100 cm per ognuno dei due lati lunghi (il corrispondente di due persone) ai quaranta cm che appena sono sufficienti per ospitare i cosiddetti “capotavola”, si raggiunge appunto la misura di 140 x 85. Ne consegue che la misura superiore (180 cm x 100) sia fatta apposta per ospitare tranquillamente otto commensali, cioè tre per ogni lato più i capotavola, e così via… Ognuna delle giunte che corredano il bellissimo oggetto d’arredo presentato in questo paragrafo, misura 50 cm in larghezza e ciò ovviamente suggerisce la possibilità di ospitare due ulteriori commensali per ognuna delle allunghe che si vuole aggiungere al tavolo, fino ad arrivare alla misura massima di 330 cm, pari ad un numero di 20 commensali.
Il costante riutilizzo di appigli stilistici provenienti dalla mitologia del design, recuperati e miscelati ad un nuovo prodotto, offrono sempre una lettura innovativa dell’oggetto in questione a cui riescono a dare quasi sempre un aggiornamento formale. Si tratta del “principio di variazione sul tema”, base naturale della logica del “progetto-oggetto”, evoluto in una serialità industriale matura che costruisce i propri mobili su premesse date e su racconti successivi che si rinnovano senza mai (nel migliore dei casi) negare il passato. E’ questo il caso del tavolo tondo in vetro, il quale, pur rifacendosi a canoni molto antichi, si eleva a innovativo prodotto di design, fin nel suo più piccolo particolare.
Si comincia dal piano, del quale perfino il suo nome (tavolo tondo in vetro) da subito denuncia un uso recentissimo di questo materiale -il vetro appunto- quale piano di appoggio e di lavoro. Questo materiale in effetti può essere utilizzato per questo scopo solo da tempi relativamente recenti, da quando cioè è stato inventato il procedimento detto “Tempratura”.
Il vetro temperato è un particolare tipo di vetro che viene industrialmente prodotto tramite un trattamento termico, detto “tempra”, nel quale una lastra di vetro, precedentemente tagliata alle dimensioni richieste e rifinita, è posta all’interno di un forno, che gli fa raggiungere la temperatura di 640 °C. Dopo di che essa viene raffreddata tramite dei potenti getti d’aria che abbassano rapidamente la temperatura dei suoi strati superficiali, che bilanciati dal calore che ancora contengono invece quelli interni, causa un indurimento repentino e permanente del materiale in questione. Il vetro temprato è infatti circa sei volte più duro e resistente del vetro normale, ma quando si spacca (magari proprio perché urtato da un corpo metallico pesante o da un altro vetro) la sua rottura causa la frantumazione della sua massa in molti piccoli frammenti. Per questo motivo, il vetro temperato è considerato “di sicurezza” e può essere tranquillamente usato come piano di lavoro: se si utilizzasse a questo scopo un vetro normale, esso infatti si romperebbe molto più facilmente e, fatto ancor più grave, in caso di rottura, anziché ridursi in piccoli frammenti potrebbe dividersi in grosse e pericolosissime schegge di vetro capaci di causare anche gravissimi ferimenti.
Come abbiamo detto, una volta temprato, un vetro non può subire ulteriori lavorazioni come tagli o ulteriori levigature perimetriche, però può essere verniciato oppure serigrafato. Il vetro verniciato (o laccato, come si dice in gergo) è un tipo di vetro in questo momento molto utilizzato nell’industria mobiliera specialmente per la produzione di tavoli.
I motivi di questa ampia diffusione stanno, prevalentemente, nella sua effettiva bellezza estetica e nel fatto, per niente trascurabile, di possedere i requisiti necessari per far si che sotto il suo spessore possano essere in qualche modo “nascosti” tutti quei supporti o meccanismi di scorrimento che, nel caso di un piano in vetro trasparente, rimarrebbero invece ovviamente “a vista”.
Il tavolo presentato in queste foto, ad esempio, ha il piano costituito da due semicerchi ognuno dei quali possiede un lato dritto lungo 120 cm. Una volta uniti i due pezzi formano dunque un unico piano rotondo del diametro di 120 cm, ma potendo scorrere su delle solide guide (proprio quelle nascoste sotto al piano), i due semicerchi posso allontanarsi fra di loro per far posto ad una piccola giunta piegata in due che, una volta aperta allunga il tavolo di ben 50 cm. Ciò significa molto semplicemente che i 120 cm di diametro che sono necessari per alloggiare dalle 4 alle 6 persone sedute intorno a un tavolo tondo, una volta forniti di una giunta lineare di 50 cm possono tranquillamente arrivare ad ospitare ben 8 persone. Questo è dovuto alla forma stessa del piano, il quale, essendo completamente privo di spigoli, permette di alloggiare più persone di quelle normalmente previste.
Anche in questo caso, come in altri che abbiamo visto anche all’interno di questo stesso articolo, l’alta qualità del prodotto è un requisito indispensabile per far si che un tavolo come questo possa davvero perfettamente funzionare, anche a distanza di tanti anni. Le guide metalliche sono realizzate in questo caso in ferro (ma ve ne sono anche in alluminio), per meglio supportare il peso del vetro e sono ancorate al basamento anch’esso in metallo, che serve da sostegno all’intera struttura, tramite delle robuste viti filettate. Interessantissimo, dal punto di vista estetico, è da considerarsi il design di questo tipo di tavolo, il quale presenta un unica gamba centrale formata da un reticolo creato da una numerosa schiera di tondini in ferro. Questi tondini, posti in posizione quasi casuale, donano alla struttura un’aspetto particolarmente leggero, ma allo stesso tempo anche solido ed elegante. Da notare anche l’abbinamento di colori che si è voluto inserire in questo progetto: un severo nero antracite che si sposa perfettamente con il candido bianco del piano del tavolo in vetro.
A proposito dei tavoli tondi in vetro è bene precisare che quando essi si presentano in versione allungabile, la giunta non è quasi mai realizzata in vetro, bensì in legno o laminato. Questo perché la giunta stessa, dovendo essere riposta nel vano che si crea fra le due guide scorrevoli, necessita di essere realizzata in un materiale che sia assolutamente leggero e maneggevole, come è appunto il legno.
Un ultimo ragionamento a proposito di questo modello di tavolo è obbligatorio farlo in merito alla sua possibile collocazione in casa. A differenza di molti altri modelli presentati in questo articolo infatti, si tratta in questo caso di un tavolo che grazie alla sua avvenenza ed alla sua prestanza, può essere indifferentemente inserito, sia in cucina che nel soggiorno. Si tratta insomma di uno di quei tavoli che può risultare particolarmente adatto a quelle cucine “open space” che hanno in comune il soggiorno e la cucina nella medesima stanza. Oppure per quei casi in cui il soggiorno e la cucina “comunicano” a distanza ravvicinata, magari tramite una finestra o un’apertura. Quello estetico è infatti un aspetto che diventa determinante quando si parla di soggiorno e di sala da pranzo. In una cucina, bene o male, l’estetica del tavolo che vi si inserisce ha la stessa valenza della sua funzionalità e della comodità d’uso. Nel soggiorno invece, l’estetica del tavolo assume un valore nettamente maggiore dovuto al fatto che quella stanza è quasi sempre il “locale di rappresentanza” quello cioè dove si ospitano gli amici o i parenti, che vengono a pranzo o a cena oppure che si accomodano sul divano per una semplice visita. Un altro caso per il quale è possibile osservare quanto il design, unito alla tecnologia, può creare oggetti belli, a volte unici nel suo genere, ma soprattutto utili.
Il tavolo da cucina deve essere scelto, come del resto tutti gli altri elementi che arredano questa stanza, secondo lo spazio che si ha a disposizione e la funzione che esso deve svolgere, e non, come capita invece spesso, perché si preferisce una forma piuttosto che un’altra. Per fortuna molte persone si rendono conto preventivamente di questo assioma ed è appunto questo il motivo per cui il tavolo rettangolare allungabile con il piano in laminato risulta sicuramente fra i primissimi posti in tutte le classifiche di vendita di questa categoria di prodotti.
Data però per assodata la grande comodità che presenta questa tipologia di piano in laminato (parleremo delle sue eccezionali caratteristiche più avanti in questo articolo), ci pare opportuno concentrarsi sul fattore dimensionale che è strettamente legato alla forma di questa specifica tipologia di suppellettile.
Una delle caratteristiche più gradite di questo oggetto sta senza dubbio nel fatto che il tavolo rettangolare può avere una forma più o meno allungata o allargata, a seconda delle necessità. La sua dimensione più comune risulta essere quella di 140×90 cm, una misura cioè leggermente più grande di quella necessaria per ospitare 4 persone (la quale sarebbe 120×80). Ciò è dovuto alla maggiore comodità che quei pochi centimetri in più in lunghezza e larghezza consentono. La diffusione e la popolarità di questo modello di tavolo ha però creato i presupposti per poterlo trovare in commercio più o meno in tutte le misure possibili ed immaginabili. Solo nei negozi La Casa Moderna è infatti possibile trovarne almeno di 30 misure differenti, oltre alla possibilità, presente in numerosi modelli, di essere addirittura realizzati su misura al centimetro. Molto spesso però la comodità, il comfort e la funzionalità, non dipendono solo dalle misure del tavolo, ma anche dalla corretta osservanza delle dimensioni “vitali”, che risultano indispensabili per muoversi in cucina senza dover effettuare contorsioni e per abitare senza disagio qualsiasi altro ambiente della casa. Uno dei casi più problematici che i clienti presentano ai nostri arredatori è, ad esempio, quello relativo alle misure minime che devono intercorrere fra il tavolo e il piano di lavoro della cucina, specie quando si trova nelle sue immediate vicinanze. Dato per assodato il fatto che i mobili da cucina sono solitamente profondi 60/65 cm, occorre calcolare uno spazio “di lavoro” che sia almeno di 60 cm davanti ad essi. Se in prossimità del piano di lavoro è da posizionare un tavolo, bisogna poi sommare a quei 60 cm almeno altri 60 cm, necessari per permettere ad una persona di star seduta al tavolo senza disturbare chi è intento a cucinare.
E se qualcuno deve passare fra le due persone, magari per recarsi al terrazzo o raggiungere il lavello che si trova in fondo alla stanza? Beh, in quel caso sono necessari almeno altri 50 cm vuoti, misura che porta ad una distanza minima di 170 cm, che deve necessariamente rimanere fra il bordo del tavolo e piano di lavoro della cucina . Vi sono però casi in cui queste distanze possono essere temporaneamente sovrapposte. Si tratta di quelle situazioni in cui, per esigenze di spazio, si decide di accostare il tavolo da pranzo alla parete di fronte alla cucina: se il tavolo è sufficientemente leggero e maneggevole esso potrà infatti essere spostato in avanti in occasione dei pasti.
In un ottica di ottimizzazione dello spazio, una delle caratteristiche più gradite dei tavoli rettangolari da cucina con il piano in laminato è senza dubbio la possibilità che moltissimi di questi tavoli hanno di poter essere allungati. Si tratta di un fattore non banale che determina spesso la riuscita, o meno dell’acquisto che ci si presta a fare, quando siamo alla ricerca di un tavolo da cucina.
La dinamica che porta a preferire questo tipo di tavolo è facile da immaginare: le case sono sempre più piccole, molto spesso cucina, soggiorno ed ingresso, coincidono nello stesso spazio aperto, sempre più difficilmente si possiede in casa lo spazio necessario per alloggiare due tavoli, uno da soggiorno ed uno da cucina. Vi è poi un fattore, relativamente recente che ha presupposti prettamente sociali. Un trend infatti molto diffuso da un po’ di tempo a questa parte è quello che porta i “padroni di casa” a far partecipare gli ospiti alle operazioni di preparazione dei cibi. Molte trasmissioni televisive infatti, stimolano questo tipo di convivialità ormai da diverso tempo e sdoganano la “cucina” (nel senso assoluto del termine) in casa, facendola uscire dai “cucinotti” o dalle vecchie stanze patriarcali in cui era stata delegata per qualche secolo. Pare dunque abbastanza chiaro il motivo per cui i tavoli rettangolari da cucina allungabili hanno così tanto successo. Siamo partiti qualche secolo fa con i tavoli dotati di prolunghe “a sfilare” che permettevano al piano di allungarsi dai due lati, lasciando in posizione normale le sue gambe ed il telaio a cui esse erano fissate, fino ad arrivare ad i moderni tavoli da cucina in cui (proprio come quello in queste foto), è il basamento stesso del tavolo ad allungarsi in modo da far posto alle giunte.
Questo sistema di allungamento possiede almeno due vantaggi. Il primo è relativo alla stabilità della struttura in quanto è ovvio che un tavolo risulti più stabile -specie se è lungo- quando le sue gambe sono posizionate agli spigoli estremi del suo piano. In secondo luogo poi, appare altrettanto chiaro come un tavolo che deve ospitare tante persone, risulti più comodo quando i commensali possono evitare di doversi trovare fra i piedi, le gambe stesse del tavolo. Senza contare la maggiore comodità che deriva dalla migliore possibilità di spostamento!! Si tratta, comunque, di meccanismi molto semplici che si rifanno però sempre al concetto di guida scorrevole che abbiamo già più volte citato, anche in relazione alla qualità dei materiali con cui esse debbono essere necessariamente realizzate per poter funzionare nel tempo con regolarità. Chi acquista questi modelli di tavoli non può dunque fare a meno di ricordare che maggiore sarà l’investimento che saremo disposti a fare nella qualità dell’oggetto che si sta acquistando, maggiore sarà la resa che da esso si potrà ottenere.
Può sembrare perfino paradossale, ma esistono anche delle vere e proprie leggende metropolitane a proposito di tavoli e sedie. Come ad esempio quella secondo cui un tavolo da cucina debba essere per forza brutto o comunque talmente scevro e banale da dover essere annoverato fra quella mobilia che non fa parte degli oggetti cosiddetti “di design”. Il tavolo da cucina invece è un importante prova di quanto a volte le leggende non abbiano alcun fondamento. Sì perché in questo caso stiamo parlando di un vero e proprio oggetto di design la cui ampia versatilità, consente anche configurazioni perfettamente adatte ad essere inserite in una cucina componibile.
Partiamo innanzitutto dalle misure disponibili: questo è un tavolo che parte dalla versione più grande, che misura 200 x 100, ed arriva alla misura più piccola la quale, guarda caso, corrisponde proprio a quella più comune per i tavoli da cucina cioè 140 x 90 cm. Il tavolo è disponibile oltretutto anche in versione allungabile, proprio come quello rappresentato in queste foto, ed è possibile averlo in numerose varianti di colore e materiale fra cui il laminato, uno dei rivestimenti più graditi e diffusi quando si tratta di tavoli da cucina.
Il laminato è a tutti gli effetti il materiale attualmente più in voga per qualunque mobile da cucina. Il motivo di questa diffusione sta principalmente nella sua indiscutibile resistenza e nella sua ottima resa estetica. Si tratta di un materiale che è prodotto applicando a dei pannelli di fibra di legno una lamina in resina melaminica di notevole spessore, capace di rendere la superficie del piano quasi inattaccabile.
Stiamo parlando infatti un materiale molto duro, resistente quindi ad urti e graffi, perfettamente impermeabile e che è possibile decorare fino a farlo assomigliare a qualsiasi materiale naturale, come il legno, la malta oppure la pietra. La sua grande versatilità permette inoltre un utilizzo pressoché illimitato in tutti quei casi in cui si necessiti di un materiale dotato di uno spessore non eccessivo, pur mantenendo invariata la propria indeformabilità. E’ senza dubbio dunque un ottimo prodotto con cui realizzare i propri piani da cucina. Figuriamoci quanto può essere risolutivo quando si tratta di rivestire il piano di un tavolo che potrebbe essere utilizzato anche per cucinare, oltre che per pranzare. Alcuni dei punti da verificare maggiormente quando si tratta di tavoli col piano in laminato sono la durezza del suo rivestimento e la qualità del bordo perimetrale. Circa il primo fattore è bene precisare che esistono in commercio diversi tipi di laminato.
Quelli chiamati in gergo “Melaminici” sono dei pannelli che vengono rivestiti con uno strato di resina un po’ più sottile e meno resistente, che per questo motivo hanno un costo inferiore. Quelli chiamati invece in gergo “Laminati” sono dei pannelli in fibra di legno rivestiti con una vera e propria lamina (dotata dunque di grande spessore) a cui è possibile donare addirittura un effetto “tridimensionale” come in quei piani che riproducono la venatura del legno o in quelli che riproducono le sembianze della pietra. Una volta tagliati a misura ognuna di queste tipologie di pannello necessita comunque di essere rifinita perimetralmente al fine di diventare un piano da cucina o da tavolo degno di questo nome. A tale scopo si usano delle fettuccie di resina che vengono applicate ai bordi del pannello tramite degli speciali procedimenti di incollatura. Anche in questo caso dalla qualità dei materiali utilizzati, dipende la maggior parte della riuscita o meno del progetto complessivo. Solitamente si riconosce un buon bordo per il laminato dal suo spessore: maggiore è lo spessore del bordo minore è la possibilità che esso si distacchi, o che si possano provocare rotture in prossimità di esso con l’andare del tempo.
Come abbiamo detto si tratta di uno dei numerosi modelli di tavolo da cucina presenti nella collezione “La Casa Moderna”, che si mettono in evidenza per il loro design, oltre che per la loro funzionalità. La versione allungabile presentata in queste foto, ad esempio, è una delle preferite dal grande pubblico perché caratterizzata dal fatto di possedere due comodissime giunte “a sfilare” che ne consentono un praticissimo utilizzo.
Tirando verso l’esterno queste due appendici sottostanti il piano infatti, si ottengono due robuste superfici aggiuntive di 50 cm di larghezza che permettono di ottenere un piano di appoggio di ben 240 cm per 90 cm. Si tratta di una misura da otto posti, che permette di ospitare fino a 10 persone a tavola contemporaneamente.
Questo sistema di apertura si confà perfettamente ai tavoli con il basamento centrale mentre, a volte, si rende poco adatto a quelli “a quattro gambe” per l’impiccio che le gambe del tavolo possono creare ai piedi dei commensali, quando il tavolo è completamente esteso. La comodità di uso è comunque dovuta principalmente alla qualità dei materiali con cui il tavolo è realizzato, i quali, nel caso specifico, permettono di ottenere un piano di così ampie dimensioni – oltretutto supportato da un unico basamento centrale- senza che sia assolutamente pregiudicata la sua stabilità e la sua resistenza.
Il fattore “solidità” è indispensabile da considerare quando si acquista un tavolo. D’altronde che senso avrebbe possedere un tavolo se non si fosse assolutamente tranquilli di poterlo adoprare in ogni occasione? Il rischio sarebbe di trovarsi, magari durante un bel pranzo di Natale in famiglia, a dover raccogliere tutte le stoviglie cadute rovinosamente a terra a causa proprio della rottura del tavolo, delle giunte o magari delle sue gambe.
Quello fotografato in questo paragrafo è un esempio di tavolo che è costruito intorno ad un possente basamento centrale realizzato in lamiera di ferro verniciato. Il suo peso è dunque direttamente proporzionato alle dimensioni dei piani che esso sarà chiamato a sostenere. Il problema di questo genere di mobile è infatti, talune volte, il suo possibile ribaltamento, per evitare il quale è assolutamente necessario che la base abbia un peso ed una stabilità sufficiente a sostenerne gli sbalzi anche quando il tavolo è completamente esteso. Si può verificare la stabilità e la solidità di un tavolo facendo pesare parte del proprio corpo su una delle estremità del piano. Non è però necessario che il piano supporti il peso di una intera persona, aggravato magari su di un solo suo lato, per essere giudicato stabile, è sufficiente che esso rimanga stabile ponendoci da un lato il massimo della propria forza verso il basso, controllando che esso non dia cenno di cedimento strutturale o di ribaltamento complessivo. Quando si acquista un tavolo allungabile è dunque sempre opportuno aprirlo e verificarne le caratteristiche di resistenza e solidità, senza dimenticare che, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, il prezzo di un tavolo è direttamente proporzionale con la sua qualità costruttiva e dunque, con la sua durata e resistenza nel tempo.
Nella continua ricerca di innovazione che accompagna da sempre il mondo dell’arredo, si è giunti con l’andare del tempo ad individuare dei materiali, via via più resistenti e performanti, adatti a costruire mobili fatti per durare nel tempo e sempre più utili all’uso che se ne intende fare. E’ questo il caso della vetro-ceramica, un materiale di recentissima concezione che è giunto sul mercato da qualche anno riscuotendo un immediato successo. I motivi della sua rapida diffusione sono essenzialmente legati a due fattori: quello estetico, grazie ai diversi aspetti che tale materiale può assumere a seconda della propria decorazione, e quello funzionale, legato alla grandissime doti di resistenza che tale sostanza possiede.
Stiamo parlando di un prodotto “composito” che nasce dall’unione di due materiali diversi che però hanno in comune numerose caratteristiche tecniche, ovvero il vetro (nella sua versione temperata) e la ceramica. Si tratta in particolare di un tipo di piano che viene prodotto in pezzi di basso spessore e che superficialmente può assumere diverse sembianze grazie all’unione fra due lastre (una di vetro temperato e una di ceramica). Quelli attualmente più in voga sono i piani che simulano l’effetto del Marmo,nelle sue più svariate sfumature di tono e di colore. Soltanto per quelli disponibili nelle collezioni di tavoli “La Casa Moderna” stiamo parlando di più di 20 differenti varianti che vanno dal Bianco del Calacatta Oro al Nero del Marmo Portoro. Tutte queste versioni seguono quello che è un trend, ultimamente molto in voga nel mondo dell’arredo, che ha visto un imponente ritorno delle pietre naturali e dei marmi quali materiali di rivestimento. Le differenze sostanziali fra un piano in marmo “vero” e uno in vetro ceramica, pur se molto simili esteticamente, sono squisitamente tecniche. Innanzitutto lo spessore, che nel caso della vetro-ceramica, è notevolmente ridotto e variabile dai 10 ai 15 millimetri. Tale spessore, particolarmente adatto ai piani dei tavoli, sarebbe impossibile da ottenere con una pietra naturale senza indebolire la materia stessa. L’accoppiamento invece che si ottiene unendo tenacemente insieme due strati, quello sottostante in vetro temperato e quello superficiale in Ceramica (o Gres porcellanato), fa si di ottenere una lastra molto compatta, che all’elasticità del vetro unisce la durezza e resistenza superficiale della ceramica. L’invenzione di questo materiale si è resa possibile da quando è iniziata la messa in commercio di uno speciale tipo di ceramica talmente duro e resistente agli urti e alla compressione da poter essere prodotto addirittura in spessori di pochissimi millimetri. La vetro-ceramica infatti, unisce solitamente ad uno spessore sottostante di vetro temperato alto 6 o 8 millimetri, uno superiore in ceramica spesso soltanto 3 o 4 millimetri. Tale spessore è sufficiente a far si che il materiale creato risulti resistente almeno quel tanto che basta da poter essere (incredibile ma vero) usato quale “tagliere”.
E’ proprio così: la Ceramica di ultima generazione che è stata creata appositamente per rivestire i piani di lavoro di tavoli e cucine, può addirittura resistere ai tagli delle affilate lame dei coltelli in metallo. L’unica cosa che può danneggiare infatti questo tipo di piano sono gli urti fortissimi, specie quelli causati da corpi metallici molto pesanti, come ad esempio i pentoloni da cucina col fondo molto spesso, oppure i coltelli in ceramica.sempre da cucina.
Il tavolo fotografato in questo paragrafo, è solo un esempio fra i tanti che sono disponibili in collezione. Esso presenta un basamento in metallo che può essere abbinato a diversi tipi di gambe e può essere verniciato in numerosi colori. Tramite questo “telaio di sostegno” il tavolo diviene allungabile quando si estendono le sue gambe attraverso delle guide metalliche. Ciò significa che con l’allargarsi delle gambe si crea lo spazio per inserire in aggiunta al piano una o più tavole da usare come “allunghe” (solitamente in melaminico) al fine di aumentare i posti a sedere disponibili per le “grandi occasioni”. Per quanto riguarda il piano di lavoro invece, nel caso si decida di acquistarlo in vetro-ceramica, esso è disponibile in 5 versioni differenti di tono e colore e con misure che partono dai 130 cm di lunghezza fino ad arrivare ai 160 cm. Dal punto di vista della finitura superficiale, la vetroceramica può presentarsi sia in variante lucida che opaca. La finitura lucida è molto elegante, ma si presta maggiormente per i soggiorni e per le sale da pranzo, quella opaca invece è un tipo di superficie più universale, che risulta perfettamente inseribile anche all’interno delle cucine. Quello che è sicuro in ogni caso è il fatto, incontrovertibile, che i tavoli in vetroceramica, pur avendo certamente un costo più alto di altre tipologie di tavolo, sono effettivamente molto belli ed eleganti. Un innovazione funzionale che ha finito per assumere una grande valenza estetica.
Quando si parla di mobili moderni, salvo rari casi, è difficile parlare di “stile”. Sì perché indiscutibilmente il “Minimalismo formale”, con cui l’architettura “Razionalista” ha col tempo contaminato anche il design, ha definito un concetto così esatto di “stile moderno” da far apparire perfino superfluo qualsiasi altra classificazione di tipo estetico sulle forme che un oggetto contemporaneo possiede. Eppure vi sono dei canoni a cui qualsiasi designer, pur nel suo indispensabile lavoro di innovazione, è costretto a rifarsi. E’ questo il caso di questo tavolo, il quale ha delle linee che hanno richiami, sia in quello che è un remotissimo passato risalente addirittura al medioevo, sia ad un passato molto più recente che ha visto il lavoro di esimi designers quali, ad esempio, Arne Jacobsen o il nostro Giovanni Michelucci. Del resto, qualunque occhio esperto ed allenato nel campo dell’arredamento saprebbe riconoscere che non stiamo parlando che di un’evoluzione modernissima e quindi resa attuale, di un modello di tavolo che si poteva già ritrovare addirittura nei refettori di molti dei conventi che erano sparsi per l’intera Europa a partire dal ‘200. L’attualizzazione non è stata però solo stilistica (da notare a questo proposito il perfetto abbinamento fra le gambe “Industrial”, “rivisitate” in quanto realizzate in metallo nero stondato, ed il colore naturale del piano), ma soprattutto funzionale.
Del resto ormai tutti sono consapevoli del fatto che l’architettura moderna degli appartamenti rende spesso difficile l’inserimento in casa, non solo di una vera “sala da pranzo”, ma anche addirittura del solo tavolo da pranzo all’interno del soggiorno. Chi ha spazio sufficiente in cucina e viceversa non ne ha magari in salotto, si ritrova molto spesso dunque a “trasferire” il tavolo di cucina in soggiorno, in modo da poter ospitare amici e parenti durante le occasioni conviviali più importanti. E’ un uso informale, ma quanto mai pratico, che ormai si fa di molti degli arredi che decorano una casa, i quali sono chiamati sempre di più a svolgere funzioni diverse a seconda del momento della giornata, delle specifiche occasioni e delle necessità contingenti.
Il tavolo in questione è quindi espressamente destinato a chi, non avendo spazio in salotto, desidera possedere in cucina un tavolo (magari abbastanza piccolo, visto le misure delle odierne stanze), che si possa però comodamente spostare in soggiorno e allungare, fino a poter ospitare un grande numero di commensali. Per ottenere questo si è optato per l’uso di un meccanismo su guide metalliche scorrevoli di semplice funzionamento, ma dalle qualità tecniche eccezionali. Tale meccanismo si trova all’interno del piano, il quale è realizzato tramite una sorta di “scatola” in laminato -dotata di un notevole spessore- che dividendosi al centro permette di allargare lo spazio presente fra le gambe, creando nel contempo, l’appoggio necessario a potervi inserire delle giunte. Un meccanismo, dunque, se si vuole anche abbastanza “banale” nel suo funzionamento, ma che rende sufficientemente l’idea di quanto sia necessario investire in “qualità” quando si tratta di produrre, commercializzare o semplicemente acquistare un prodotto con queste caratteristiche.
Il perché è abbastanza evidente: proviamo ad immaginare cosa succederebbe se un tavolo con queste fattezze non fosse realizzato con una qualità sufficiente a sopportare lo sforzo che è chiamato a sostenere specie quando è completamente allungato. Una rovina, che certamente non varrebbe neanche un euro dei soldi eventualmente risparmiati in un equivalente prodotto di scarsa qualità. Questo discorso ci porta direttamente a parlare delle caratteristiche tecniche del tavolo e delle sue prerogative in termini pratici. Si tratta, nello specifico, di un tavolo che è disponibile in due misure: 160×90 e 190×100. Dato per assoldato il fatto che la misura più adatta per essere alloggiata in una cucina è senz’altro la più piccola, si può considerare che con queste dimensioni sia possibile ospitare comodamente intorno al tavolo (quando è chiuso) fino a 6 commensali.
Nel caso si necessiti però di ospitare più persone, l’allargamento delle gambe del tavolo permette di alloggiarvi fino a ben 4 prolunghe. Ogni singola prolunga misura 40 cm, ciò significa che avremo dunque la possibilità di disporre a seconda delle necessità, di un tavolo di 200×90 (sufficiente per ospitare fino a 10 commensali), oppure di un tavolo di 240 x 90 cm (che può ospitarne fino a 12, stretti), di uno di 280 cm da 14 persone e di uno da ben 320 cm che consente di ospitare 14 persone, ma che in casi eccezionali può alloggiarne anche 16. E’ facile a questo punto capire anche il perché, un tavolo da cucina con queste caratteristiche, è più semplice da utilizzarsi in uno spazio più grande e aperto, quale di solito è il soggiorno, piuttosto che in uno normalmente più ristretto come una cucina. D’altronde vi è da dire che si tratta di un oggetto che nasce appositamente a questo scopo, anche in relazione ai colori ed alle finiture con cui esso può essere realizzato. Le sue gambe, ad esempio, sono disponibili in due colori, il bianco e nero, ma sono verniciabili eventualmente a piacere con un piccolo sovrapprezzo.
Il suo piano che, come abbiamo detto, viene realizzato in laminato, è invece disponibile in ben sette tonalità di color legno (dal “naturale” al “rovere Carbone”), 4 tipi di laminati effetto-malta, pietra o cemento e infine 3 fra i toni di colore “unito” più attualmente in voga: il bianco, il canapa (o madreperla) e l’antracite. E’ chiaro che tale assortimento di varianti è stato reso disponibile proprio per rendere ovviamente più facile ogni abbinamento si intenda fare con i propri mobili della cucina; a questo proposito è sempre però bene non dimenticare, che l’accostamento ideale che si può fare fra un tavolo da cucina e la relativa mobilia, non passa necessariamente dalla “ricopiatura” esatta e rigorosa dei materiali presenti nella cucina componibile, quanto piuttosto da un “coordinamento”, stilistico e concettuale, che punti più ad una giusta connessione fra materiali differenti anziché ad un blando e banale tentativo di plagio.
Sono proprio questi i casi in cui dei professionisti dell’arredo come quelli presenti nei negozi “La Casa Moderna” possono fare davvero la differenza, perché sapranno consigliare sempre al meglio gli accostamenti più giusti a seconda degli arredi esistenti, dei colori e dei materiali presenti in stanza e dello spazio che si possiede, a tutti coloro che si apprestano ad effettuare uno degli acquisti più intimi e personali di ogni famiglia, ovvero il proprio tavolo da pranzo.
E’ lecito pensare che non vi sia un oggetto più capace di creare la pace e la perfetta condivisione familiare di quanto lo è il tavolo da cucina.
Sì perché il tavolo da cucina, a differenza di quello posizionato in soggiorno e, forse ancora di più, di quello che si trova nella vera e propria “sala da pranzo” (per chi ha la fortuna di averla) rappresenta l’assoluto luogo simbolo dell’intimità familiare. E’ infatti la cucina il luogo ideale dove solitamente la famiglia si riunisce per pranzare ed è lì che si accolgono gli altri eventuali ospiti, ma solo se sono degli amici molto intimi o dei parenti stretti. Questo tipo di ragionamento è quello che ha portato molto spesso a pensare che il tavolo da cucina dovesse essere sopratutto un oggetto di uso quotidiano, pensato innanzitutto per essere pratico e comodo, senza lasciare troppo spazio ai criteri estetici o alle “sirene” del design, italiano o internazionale. Per fortuna, da un po’ di tempo a questa parte, vi è invece una scuola di pensiero che predilige il design e la bellezza anche per oggetti di uso comune quale è, appunto, il tavolo da cucina. E’ per questo motivo che si è finalmente iniziato a pensare che un tavolo da cucina potesse possedere tutti i requisiti pratici necessari per essere posizionato in quella stanza della casa così speciale, pur strizzando l’occhio all’estetica delle linee ed al suo design complessivo. All’interno di questa nuova tendenza si colloca a pieno diritto il tavolo presentato in questo paragrafo, il quale, pur possedendo delle caratteristiche estetiche tali da poter essere inserito tranquillamente anche in un soggiorno fra i più eleganti e raffinati, è stato ideato per poter essere usato anche in qualsiasi cucina. La sua gamma infatti comprende sia le misure grandi da soggiorno, come il 200×100 cm, che quelle piccole da cucina come il 140×90.
Tutti i tavoli compresi in questo tipo di modello possono essere poi allungabili. Come ad esempio quello della foto, che è dotato di due prolunghe “a sfilare” di 40 cm ciascuna. Questa variante consente quindi ad un tavolo da cucina predisposto per 4 persone, di poterne ospitare fino a 10 con entrambe le giunte aperte.
Ma parliamo adesso della parte probabilmente più interessante dell’intero tavolo quella cioè del piano. Realizzato in un elegantissimo vetro trasparente temperato infatti, questo tavolo può essere tranquillamente annoverato fra i più belli e raffinati attualmente in commercio per le cucine. Un vero e proprio “Must” di eleganza che per qualcuno può apparire addirittura troppo esagerata per una cucina, ma che invece trova una perfetta collocazione in un oggetto che, come questo, possiede delle caratteristiche tecniche e funzionali tali da poterlo tranquillamente utilizzare anche per quello specifico locale della casa.
La domanda che emerge spontanea in questi casi da parte dei consumatori è sempre la stessa: “Sarà adatto un tavolo con il piano in vetro trasparente per l’uso intensivo che se ne fa in cucina? La risposta è senza dubbio “Sì”. Il cristallo infatti, almeno nella sua versione temperata, ha delle caratteristiche di resistenza meccanica davvero invidiabili e può essere certamente classificato fra le materie più dure e resistenti che vi siano in commercio. Il problema è solo l’uso che se ne fa; Sì perché un piano in cristallo, seppur temperato, necessita di alcune piccole accortezze dovute soprattutto (se non esclusivamente) ai piccoli graffi che un uso intensivo può produrre sulla sua superficie. Questo è un problema che interessa per la maggior parte i vetri trasparenti, non perché quest’ultimi siano meno resistenti di altri, bensì semplicemente perché su questi è più facile individuare visivamente le più piccole imperfezioni. Un discorso a parte riguarda gli urti. Un piano in cristallo temperato è infatti resistentissimo anche ai colpi più potenti, però se si urta un vetro di questo tipo con il fondo di una bottiglia in vetro piena o una pesante pentola dal fondo spesso, il vetro andrà certamente in frantumi. Onde fugare ogni dubbio a proposito, è bene chiarire un punto incontrovertibile: il vetro è senza dubbio più duro del legno, del laminato e di qualsiasi altro materiale si trovi sul mercato che non sia la vetro-ceramica. Tant’è vero che il cristallo viene spesso utilizzato negli uffici per coprire i piani dei tavoli e delle scrivanie in legno in modo da evitare a quest’ultime di graffiarsi con facilità.
Quindi qualunque preoccupazione circa la resistenza di un tavolo col piano in vetro è assolutamente priva di fondamento. Certo, se se ne vuole salvaguardare perfettamente integro l’aspetto, bisogna usare un po’ di attenzione. Come quella ad esempio di fornirlo di un piccolo centrino da inserire sotto un eventuale “centrotavola” in ceramica. O come quella di pranzare con una tovaglia grande(magari fornita di un leggero “mollettone” sottostante, in maniera da conservare gli spazi centrali del tavolo, ove verranno appoggiate le pentole, le pietanze o le (pericolosissime, in questo senso) bottiglie di vetro. Se si utilizzano queste piccole accortezze, potremo certamente mantenere in maniera perfetta il nostro tavolo col piano trasparente molto a lungo e se anche dovesse accadere la remota possibilità che vengano a crearsi dei piccolissimi graffi superficiali, bisogna comunque essere consapevoli che essi non pregiudicheranno comunque la bellezza complessiva dell’oggetto in se e la sua straordinaria funzionalità.
E’ sempre interessante quando si incontrano delle “fughe” dal rigore stilistico del design contemporaneo. Anche in questo caso siamo di fronte ad una sorta di “deviazione” dai canoni attualmente in vigore in fatto di stile, che ci porta di nuovo ad una sorta di “Reissue” (o riedizione, in italiano) di alcuni precetti formali provenienti senza dubbio da un remoto passato.
D’altronde, quando si parla di legno, ovvero della materia con cui da migliaia di anni si costruiscono mobili e suppellettili per la casa, è abbastanza facile ritrovarsi a ripetere linguaggi che qualcun’altro nel tempo ha già utilizzato. Il tavolo di cui parleremo in questo paragrafo fa parte infatti di quella categoria di prodotti che, senza tema di smentita, ha lo scopo di richiamare alla memoria dei criteri che si rifanno ad una tradizione produttiva specifica, che ha le sue radici sia nel informalismo artigianale della falegnameria “agricola” le cui opere ornavano le case coloniche italiane fino al secondo dopoguerra, sia ad una certa tipologia di arredo di provenienza scandinava (o comunque nord-europea) che è andata diffondendosi per tutto il continente specialmente ad opera di alcuni designers svedesi e danesi.
Innanzitutto parliamo del legno che è in questo specifico esempio di Rovere e non a caso, in quanto questo tipo di essenza è quella tipica di alcune ampie regioni del centro-nord europa in cui la pianta della Quercia, nasce ad un’altitudine tale da rendere il proprio legname molto chiaro ed uniforme sia nel colore che nelle venature. Dalla resistenza davvero notevole (superata solo da quella di poche altre essenze, come ad esempio il faggio), questo legname ha avuto un grande diffusione proprio in quanto si presta per il suo colore e la bellezza della sua venatura ad un ampio utilizzo nell’arredo. In questo tavolo il rovere è usato nella versione massiccia per la realizzazione dell’intero basamento e nella versione “lastronata” per la realizzazione del piano e delle giunte.
La lastronatura è un procedimento tecnologico simile all’impiallacciatura, grazie al quale è possibile ottenere dei pannelli di spessore ridotto che non subiscono le deformazioni tipiche del legno massello quando è ridotto in assi troppo sottili. Attraverso questo procedimento si producono delle “fette” di legname dello spessore di alcuni millimetri (di solito 2 o 3) le quali vengono poi applicate a dei pannelli in multistrato (materiale di per se già controbilanciato) in modo da ottenere una superficie dotata dell’estetica tipica del legno massello, perfettamente dritta e indeformabile, ma con uno spessore tale da poter essere utilizzata anche in casi come questi. Il tavolo in questione ha difatti il piano che nella versione da cucina può misurare dai 140 x 90 cm fino ai 160 x 90 cm, ed ha uno spessore di 2,5/3 cm circa. Le gambe, realizzate come abbiamo detto in massello, come tutto il resto del basamento, sono formate da dei possenti parallelepipedi in legno, fissati a loro volta ad un telaio perimetrico diviso in due parti, le quali possono scorrere l’una sull’altra. Questo sistema di scorrimento permette dunque alle gambe di allontanarsi fra loro, creando lo spazio per poter appoggiare, accostandole al piano, una o due comode prolunghe. In posizione di “riposo” queste allunghe (o giunte) possono essere riposte all’interno di un vano “segreto” ricavato sotto al piano, ma una volta inserite in posizione di lavoro consentono di poter aggiungere al tavolo fino a 4 ulteriori commensali. L’accostamento avviene incastrando le giunte (una o due a seconda del numero di commensali che abbiamo da aggiungere) fra il piano e la sporgenza creata dalle gambe in modo da stare perfettamente allineate col piano stesso. Le giunte sono infatti perfettamente sagomate in modo da combaciare con la forma del piano e la sporgenza delle gambe.
La finitura è un’altra delle caratteristiche tipiche di questo tavolo di cui è necessario parlare. I prodotti realizzati in stile “rustico moderno” non possono infatti prescindere da alcune specifiche peculiarità fra cui la finitura delle superfici, che deve obbligatoriamente presentare proprio quelle difformità che erano un tempo tipiche dei mobili rustici. A questo scopo, i mobili realizzati in questo stile, vengono sottoposti ad un processo di “invecchiatura” che prevedere un passaggio attraverso delle spazzole metalliche in grado di mettere in evidenza le venature del legno. In alcuni casi questa fase di “spazzolatura” viene addirittura preceduta da un altra, ben più laboriosa che viene detta “piallettatura”. Con questa procedura, quasi sempre realizzata a mano, il mobile viene lavorato con una pialla tradizionale allo scopo di riprodurre fedelmente le superfici che erano presenti nei mobili antichi, per realizzare i quali, ovviamente non veniva utilizzato alcun tipo di macchinario.
I tavoli in legno realizzati con questo sistema assumono una autorevolezza stilistica irripetibile, molto spesso resa ancor più evidente dal naturale contrasto che si crea in un mobile realizzato con design e criteri costruttivi prettamente moderni, ma costruito con materiali e finiture di antica memoria. A questo proposito è bene indicare tutti quelli che sono gli ambiti di possibile inserimento di questa tipologia di tavolo all’interno degli arredi di una normale cucina componibile. Si tratta infatti di un tipo di mobilia la cui spiccata personalità potrebbe spaventare chi si trova a dover fare delle scelte in tal senso. La prima cosa da fare in questi casi è sempre partire da ciò che si possiede (o che si ha intenzione di acquistare) a proposito di mobilia, per poi, in un secondo tempo decidere meglio l’inserimento del tavolo più adatto.
In questo momento, ad esempio, è molto in voga l’inserimento di alcuni richiami e inserti in legno, all’interno di cucine componibili prettamente moderne. Ecco, questo è il caso più tipico in cui l’abbinamento con un tavolo di questo tipo può essere particolarmente azzeccato. L’importante è essere perfettamente a conoscenza delle caratteristiche che questi inserti esistenti nei mobili da cucina hanno (quindi, tono, essenza, colore, finitura ecc.) e poi declinare queste informazioni nella più giusta scelta del tavolo da abbinarvi. E’ sicuramente questo il motivo per cui il tavolo qui mostrato, all’interno della collezione presente nei negozi La Casa Moderna, presenta così tante varianti di colore e finiture. Ognuna di queste si renderà infatti particolarmente utile in quei casi in cui sia necessario abbinare con sufficiente esattezza il colore e la finitura del tavolo, con quella esistente negli inserti presenti nei mobili da cucina. Attualmente, è molto richiesto e gradito il Rovere nel suo colore naturale, ma siccome questo legno piace molto sia nelle sue finiture più scure, sia in quelle laccate, ecco che vengono spesso a crearsi le occasioni per vedere realizzate delle vere e proprie opere d’arte uniche nel loro genere. Non può infatti chiamarsi diversamente, ad esempio, un tavolo di questo tipo, laccato, magari in un caldo color Canapa a poro aperto. Quello che è importante, in questi casi, è sapere mantenere le caratteristiche “rustiche” del legno, anche quando si utilizza una lacca per rifinirlo. La laccatura, infatti, è un procedimento che rende i manufatti molto pregiati e preziosi, ma in cui vengono ovviamente utilizzate delle vernici coprenti (dette appunto Lacche). Se questo tipo di verniciatura fosse realizzata senza il rispetto assoluto della materia naturale che si sta trattando, otterremmo un risultato quanto mai banale e certamente dozzinale. Per questo motivo, anche nel caso si proceda con una laccatura, il tavolo viene comunque precedentemente spazzolato, piallettato e levigato al fine di rendere le sue superfici adatte allo stile che si desidera ottenere.
Sono lavorazioni complesse e articolate che rendono i manufatti unici e preziosi: un vero sinonimo di Qualità Artigianale Italiana che La Casa Moderna porta avanti con rispetto della tradizione e rigorosa attenzione ai particolari. Tutte cose che alla fine. Fanno davvero la differenza…
Già da un po’ di tempo a questa parte si è affermato nel panorama dell’arredo moderno una tipologia di stile molto definita, chiamata appunto “stile industriale”. Questa tendenza si fonda sul recupero di alcuni canoni concettuali che si rifanno in parte all’architettura ed al design di derivazione industriale (da qui il suo nome) ed in parte ad alcune tipiche declinazioni stilistiche derivanti dal mondo dell’auto o comunque della meccanica. E’ come se i designers avessero desiderato inserire degli attuali arredi moderni un sorta di richiamo, forte e spesso anche molto evidente, all’Officina, quale luogo di lavoro ove erano e sono presenti oggetti e suppellettili dallo stile molto definito. Questa contaminazione del mondo professionale e produttivo nel design, non deve trarre in inganno, in questo senso infatti nulla è visto dal punto di vista “professionale” (come ad esempio avviene per l’acciaio inox nelle cucine in stile professionale), bensì dal punto di vista prettamente decorativo. Lo stile industriale si rifà infatti principalmente ad un uso originale di alcuni materiali, come il legno ed il ferro, declinandoli però attraverso inserimenti che sarebbero più tipi ci ad un ambiente di lavoro (come è l‘officina appunto) piuttosto che in un ambiente domestico.
Nello stile industriale il legno ed il ferro (molto spesso nelle loro versioni grezze e naturali, cioè prive di qualsiasi verniciatura), la fanno da padrone e si ritrovano in tutti quegli oggetti che possono in qualche modo essere costruiti con essi. Uno fra i mobili che più si presta a questo tipo di contaminazione è per l’appunto il tavolo, il quale, essendo di per se un arredo dalla forma piuttosto semplice, in quanto ordinario e lineare, viene spesso adattato a questo stile e a tutte le sue successive evoluzioni con relativa facilità. Ne è un chiaro esempio il tavolo di queste foto il quale contiene in se tutti i canoni stilistici tipici dell’Industrial Style.
Innanzitutto i colori, che sono guarda caso quelli tipici del legno naturale per il piano e quelli tipici del ferro grezzo per le gambe.
Poi il design, semplicissimo e squadrato, che non lascia alcuno spazio alla decorazione, se non per la forma delle gambe che si lascia andare in un leggero e vezzoso motivo leggermente tronco-piramidale, tipicamente “Industrial”. I materiali e le misure disponibili in assortimento permettono di inserire questo tavolo in qualsiasi cucina, in quanto il piano è realizzato in laminato, in ben 14 diverse finiture che vanno dal legno alle malte, come dai colori uniti a quelli venati; mentre le gambe, che nella foto sembrano di ferro, sono in realtà di legno impiallacciato, e per questo possono venir fornite in tre colori, fra cui ovviamente il nero “Carbon”, particolarmente adatto a questo stile.
La parte però più interessante di questo tavolo da cucina è forse quella relativa al suo sistema di estensione; esso presenta il piano (che misura 160 x 90 oppure 190 x 100 cm) suddiviso infatti in due parti perfettamente uguali che si uniscono al centro della struttura tramite delle guide scorrevoli. Quando si ha la necessità di aumentare i posti a sedere è dunque sufficiente allargare il tavolo dividendo e allontanando fra di esse le due parti di cui è composto, in modo da poter alloggiare sulle guide scorrevoli fino a 4 giunte di ben 40 cm ciascuna. La cosa più interessante di questo tipo di apertura sta quindi nella possibilità che ha, chi acquista tale tipo di tavolo, di poter scegliere fra diverse misure di tavolo allungato, a seconda del numero di “giunte” che andremo ad utilizzare.
Questo permette addirittura di raddoppiare un tavolo di 160 x 90 (la misura disponibile più adatta alle cucine) fino a raggiungere i 320 x 90 cm, pari a 160 cm di tavolo chiuso più 4 giunte da 40 cm. Si tratta di una dimensione che permette di ospitare 12 commensali, ma che può arrivare a contenere fino a 14 persone, a seconda del tipo di sedia che si utilizza. In questa foto ad esempio, sono state utilizzate delle comodissime sedie “a pozzetto” che hanno una larghezza di 54 cm ciascuna. Qualora sia però necessario predisporre per più posti a sedere è possibile optare per delle sedie più strette (ne esistono anche di 45 cm) in modo che vi sia meno spazio fra le persone. Questo ovviamente pregiudica la comodità dei commensali durante i pranzi o le cene più affollate, ma se si tratta di occasioni rare e davvero particolari, può anche valer la pena stare un tantino più stretti, pur di poter essere seduti tutti allo stesso desco.
Come abbiamo detto più volte, i tavoli da cucina hanno il preponderante problema di dover essere sempre in qualche modo “coordinati” con quello che è il resto dell’arredo presente in questa stanza della casa così particolare ed unica. Molti non sanno però che esiste nella collezione di tavoli “La Casa Moderna” la possibilità di creare il proprio tavolo, abbinandolo perfettamente alle finiture presenti nella cucina componibile che stanno acquistando presso i nostri negozi. Stiamo parlando di una produzione apposita che, per la costruzione dei tavoli utilizza gli stessi tipi di top presenti nella collezione di cucina componibili presente in assortimento.
Questa ampissima possibilità di caratterizzazione non sarebbe però possibile se non si stesse parlando di prodotti di altissima qualità (progettuale e strutturale) e di procedure di produzione che esulano dai soliti processi industriali, sfociando molto spesso nella vera e propria artigianalità.
Parliamo dunque per prima cosa dei materiali e del funzionamento su cui si basa questo interessante programma. Innanzitutto il basamento che è realizzato in metallo ed è formato da un telaio su cui vengono fissate due paia di gambe, che è possibile scegliere fra i tantissimi modelli in assortimento. Qualora il tavolo venga acquistato in versione fissa, il telaio funge da semplice supporto al piano di lavoro (in questo caso spesso solitamente dai 18 ai 21 mm), se invece si opta per la versione allungabile, il telaio diventa la sede di un meccanismo di scorrimento che, al bisogno, consente di allontanare le gambe fra di loro longitudinalmente, in modo da creare l’appoggio necessario per allungare il piano di lavoro con una o più giunte. Una volta usate per ampliare il tavolo e aggiungervi dunque dei commensali, le giunte (o prolunghe, che dir si voglia) possono essere riposte all’interno di un vano che si crea fra le guide scorrevoli (entrambe realizzate in solidissimo metallo), in modo che esse si possano estrarre con estrema comodità, al momento del bisogno.
Le misure disponibili per questa tipologia di tavolo da cucina sono molteplici e vanno dal piccolissimo 110 x 70 cm fino al grande 160 x 90. Come abbiamo detto però, sono previsti numerosi telai che sono realizzabili “su misura”; in quel caso le dimensioni possono andare dai 100 x 70 cm, fino addirittura ai 230 x 120 cm. Quando si ha a che fare con oggetti di questo tipo è facile comprendere anche l’organizzazione produttiva che deve star necessariamente dietro l’oggetto in se, la quale, non solo deve essere in grado di progettare oggetti di gusto indiscutibile (che siano però allo stesso tempo ampiamente personalizzabili) ma deve altresì prevedere tutti quei procedimenti che sono necessari per ottenere la massima qualità per quel prodotto, con un occhio però sempre attento ad i costi. E’ infatti nel miglior rapporto fra qualità e prezzo la caratteristica principale che ogni prodotto deve possedere per entrare nella selezionatissima collezione La Casa Moderna. Perché ogni nostro mobile è attentamente realizzato per far si che la massima qualità possibile resti comunque alla portata di tutti. Ad ogni costo….
L’acciaio inox, materiale “asettico” per eccellenza, può essere una ottima soluzione per chi desidera avere un tavolo da cucina che esuli completamente da qualsiasi richiamo stilistico o concettuale con i mobili componibili, ma che mantenga comunque una certa idea di “professionalità” in cucina, ottenuta attraverso l’uso di un materiale comunque formalmente severo ed impersonale. In realtà quasi tutti gli accessori da cucina adesso sono in acciaio, quindi un certo tipo di “comunicazione” fra gli arredi spesso si ottiene anche in questo caso. La libertà di abbinamento che si ottiene comunque con tavoli di questa fatta, è difficile da ritrovare in altri modelli, perché la sobrietà delle linee tipiche dell’acciaio inox, insieme al fatto che questo materiale è caratterizzato a tutti gli effetti da una sorta di “non colore”, dovuto alla sua particolare superficie, esenta facilmente da qualsiasi complicatezza dovuta ai colori ed ai materiali che sono da accostare negli arredi. Non è infatti un caso se tavoli di questo tipo si trovano soprattutto dotati di vetro trasparente; quale altro materiale sarebbe altrettanto indistinto, all’interno di un progetto che deve rappresentare una sorta di franchigia da tutto il resto dei mobili da cucina ?
Eppure, anche in questa assoluta rigorosa morigeratezza di stile vi sono tantissimi dei caratteri tipici del Design più elegante ed avanzato. Per descriverne il progetto, partiamo dalle misure di questo tavolo, le quali sono quelle caratteristiche da cucina, nella versione però un po’ più ampia, quella cioè che porta la dimensione del piano a 160 x 90 cm. Tale dimensione non è scelta a caso ed è stata studiata per far si che la posizione delle gambe del tavolo consenta comodamente a due commensali di sedervici comodamente ai due lati, fino ad ospitare 6 persone in totale. Il piano, realizzato in cristallo temperato trasparente, è scelto appositamente per far si che il basamento in acciaio inossidabile dal sapore “tecnologico” possa far bella mostra di sé. E c’è di che esserne fiero. Le gambe, realizzate in un elegante tubolare inox di sezione rettangolare sono infatti ancorate ad un solido telaio la cui estrema sottigliezza diventa davvero motivo di vanto e bellezza. L’eleganza estrema dell’oggetto in se è di fatto dovuta principalmente a questo particolare telaio, il quale, pur consentendo sotto al piano l’alloggiamento delle due prolunghe “a sfilare”, riesce a mantenere un’armonia che è davvero rara in oggetti di uso quotidiano come questo. E’ assolutamente da notare, a questo proposito, come anche il fissaggio di piano e giunte in vetro con il resto della struttura metallica sia stato realizzato; Ogni singolo pezzo di vetro viene infatti dotato di quattro minuti supporti in acciaio inossidabile tornito, i quali vengono incollati ai cristalli tramite degli speciali procedimenti di incollaggio “ai raggi Ultravioletti” che li rendono un corpo unico con il vetro stesso. Tali supporti rotondi, sono poi dotati di una filettatura speciale su cui vengono fissate delle viti che li uniscono solidamente alla struttura, senza che essi creino alcun impaccio visivo.
Del resto, far bello un tavolo fisso col piano in cristallo è piuttosto facile, ma rendere altrettanto bello un tavolo allungabile è estremamente più difficile, specie quando si vuole completarlo superficialmente con un piano trasparente! Ma come si potrebbe far a meno, nella maggior parte delle cucine moderne, della comodità delle due giunte larghe ben 40 cm ciascuna che completano questo tavolo e gli permettono altresì di raggiungere la ragguardevole misura di 240 x 90 cm ? Su questo tavolo, una volta allungato, potranno quindi mangiare comodamente 10 persone e appena pranzato esso potrà essere “richiuso” tornando alla sua misura originale di 160 x 90. Il tutto con una semplicità e comodità di uso eccezionali. Un’ultima precisazione riguarda l’acciaio inox e la sua pulizia. Molti infatti pensano che questo materiale -con cui, è bene ricordarlo, vengono arredate anche le cucine professionali dei ristoranti- sia difficile da pulire. Niente di più sbagliato: l’acciaio inox è senza ombra di dubbio uno dei materiali che è più facile da pulire in quanto la sua superficie viene lucidata e trattata proprio al fine di renderne sempre facile la pulizia e bello l’aspetto. Quelle che qualcuno pensa siano delle impronte (alcune macchie cioè, leggermente più scure che rimangono sul materiale una volta pulito) non sono altro che l’effetto che alcune sostanze rilasciano sull’acciaio quando si utilizza. Chi non gradisce questo tipo di segno, può però tranquillamente trovare in commercio (se ne vedono in ogni supermercato ben rifornito) degli speciali prodotti da utilizzare, proprio al fine di lucidare la superficie dell’acciaio e renderla sempre pulita e brillante.
Quando la tecnologia si unisce con il design, nascono oggetti molto originali che, oltre a appagare la vista, possono risultare davvero utili a chi li possiede. E’ il caso di questo semplicissimo tavolo da cucina di forma semi-ovale, che si caratterizza per uno speciale sistema di apertura davvero molto interessante. Girando il suo piano in senso orario infatti, come per magia vengono fuori dal suo basamento due comode prolunghe che si allineano contemporaneamente ed automaticamente al piano, fino a portare la sua misura dall’originale 120 x 90 a quella di 180 x 90 del piano completamente esteso. Tutto ciò è possibile tramite un complesso meccanismo su cuscinetti a sfera che, pur rimanendo nascosto all’interno della fascia di metallo che sostiene il piano, consente il suo funzionamento, occupando uno spazio davvero molto sottile. L’intero tavolo è sostenuto da un solido e pesante basamento in metallo formato da un tubo in ferro del diametro di circa 25 cm, che è a sua volta appoggiato ad una piastra di alto spessore, sempre in metallo, che lo stabilizza e ne impedisce qualsiasi ribaltamento. Il peso complessivo del basamento contribuisce infatti sostanzialmente alla stabilità del tavolo e permette ad esso di non rovesciarsi nemmeno quando esso è completamente aperto ed utilizzato in pieno. Al vantaggio di un’apertura così comoda (con una sola mano è possibile facilmente aprire entrambe le giunte) e stabile, si aggiunge anche quello dell’assenza di gambe perimetriche, fattore che, in alcune situazioni può diventare determinante. Le gambe poste sul perimetro del tavolo, pur mantenendone più stabile la struttura, impediscono ai commensali una completa libertà di movimento.
Il basamento centrale, al contrario diventa sinonimo di spazio, di comodità e di estrema bellezza, senza considerare quelli che sono gli aspetti legati alla pulizia del pavimento o al suo lavaggio, particolarmente facilitati dall’assenza delle gambe perimetrali che di solito obbligano chi si occupa di tali operazioni, a complicati slalom.
La versione qui fotografata non è altro che una delle numerose disponibili nella collezione La Casa Moderna ed è caratterizzata dal colore bianco opaco del suo basamento, in abbinamento al candido tono del suo piano in vetro ceramica effetto Marmo Carrara. Sia il piano che le giunte sono infatti costruite in questo splendido materiale che, nello spessore di ben 13 mm, garantisce una durata pressoché illimitata dell’oggetto, anche se se ne prevede un suo uso intenso. I colori attualmente in gamma per questo tavolo da cucina sono il bianco ed il grigio, ma per quanto riguarda il suo piano, esso può essere abbinato al colore grigio chiaro del suo basamento sia in una versione più chiara di piano in vetro ceramica, sia in una versione più scura e adatta ad alcune tipologie di cucina.
La caratteristica senza dubbio più saliente di questo tavolo sta però nelle sue dimensioni, che lo rendono particolarmente interessante per quegli ambienti cucina in cui lo spazio è insufficiente ad ospitare un tavolo grande. In questo caso però non è opportuno prevedere la possibilità di spostare il tavolo dalla cucina al soggiorno quando è allungato, come spesso succede per i tavoli da cucina, il suo peso renderebbe infatti disagevole il suo trasferimento; si tratta dunque di un tavolo che nasce espressamente per essere posizionato in cucina e rimanervi anche quando si mette in azione il suo originale meccanismo di apertura, ciò comporta il fatto che si debba preventivamente considerare lo spazio a disposizione anche in relazione alle dimensioni che assumerà il tavolo una volta esteso. Si tratta quindi di un tavolo che può essere di grande aiuto in tutte quelle cucine in cui anche pochi centimetri quadrati possono fare la differenza in termini di movimento e di spazio vitale. Innanzitutto per il risparmio di volume che un tavolo del genere permette quando è chiuso e, in secondo luogo anche per il minore ingombro visivo che esso crea in posizione di riposo.
Ed eccoci arrivati alla versione forse più elegante e sicuramente più “delicata” fra i tavoli da cucina. Si tratta di un tavolo che è caratterizzato da un piano in MDF spessore 3 cm che esiste sia in versione tonda che ovale. Il suo piano è diviso in due parti uguali ed è sostenuto da 4 gambe in faggio tornito di gusto prettamente scandinavo. Il tavolo in questione esiste sia in una versione laccata in bianco, che in una laccata tortora e può essere allungato tirando verso l’esterno i due lati del piano. Esso funziona infatti tramite l’utilizzo di due solide guide metalliche che scorrono sotto al tavolo; in posizione di riposo esso misura 120 x 90 cm e una volta allargato vi si crea in mezzo lo spazio per riporre al centro del piano una o due giunte che gli consentono di raggiungere la misura totale di 200 x 90 cm. A differenza di ciò che avviene in altri tipi di tavoli, una volta utilizzate le prolunghe devono essere riposte in questo caso a parte (magari in un ripostiglio o nel garage), in quanto, per non modificare il design complessivo dell’oggetto (quindi la sua estrema leggerezza, non solo estetica , ma anche fisica), non è stato predisposto in questo caso sotto al piano un vano che possa contenerle.
A parte la sua forma amabilmente stondata, che si adatta in special modo ad alcuni tipi di cucine, la particolarità di questo tavolo sta nella superficie del suo piano. La laccatura è infatti un tipo di finitura un po’ inusuale per piano da tavolo per cucina, sicuramente perché essa crea un tipo di superficie più delicata rispetto a quella di un vetro o di un laminato. A tal proposito occorre però dire che il “laccato” possiede sicuramente altre doti. Prima fra tutti la sua bellezza, in quanto si tratta di un tipo di materiale che viene realizzato verniciando con numerosi strati di vernice, detti appunto “lacche”, dei manufatti precedentemente tagliati, lavorati e levigati. La superficie che si viene a creare con questa lavorazione così prettamente artigianale, possiede una “morbidezza” al tatto ed una uniformità complessiva (è un tipo di materiale privo di bordi riportati) davvero introvabili in qualsiasi altro materiale; Tant’è vero che il laccato è considerato universalmente il materiale più prezioso e pregiato con il quale è possibile costruire i mobili da cucina.
Ovviamente si tratta di un tipo di finitura che possiede delle controindicazioni, le quali sono da sottolineare principalmente per ciò che concerne la delicatezza e la poca resistenza che essa offre contro urti e graffi. Il motivo è evidente: la lavorazione che si svolge durante la laccatura prevede la stesura di numerosi strati di vernice (dette in gergo “mani”), sovrapposte una sull’altra ad avvenuta essiccazione di ognuna. Ogni singolo strato di vernice, applicato quasi sempre a spruzzo, possiede uno spessore pari a pochissimi micron e ciò comporta il fatto che, se anche sono previste per ogni pezzo sempre almeno 4 o 5 mani diverse di vernice, il manufatto viene protetto superficialmente solo quel tanto che basta a renderlo piacevole al tatto, uniforme, impermeabile e resistente all’uso quotidiano che se ne può fare in cucina, ma non ai grossi urti ed ai graffi profondi. Si tratta dunque di un prodotto che richiede un minimo di attenzione e che è sempre bene proteggere sia durante le fasi di preparazione dei cibi, sia durante i pranzi.
Quello che c’è di veramente interessante, in questo caso, è il fatto che, a differenza di tutti i materiali esistenti in commercio a proposito di tavoli, il “laccato” è l’unico materiale da piano di lavoro che consente di essere ripristinato con estrema facilità. Qualora si verificassero urti o graffi evidenti, sarà infatti sufficiente ri-levigare la superficie complessiva e restituire le mani di vernice necessarie per rendere il piano esattamente come nuovo. Un lavoro che qualsiasi verniciatore o falegname è solitamente in grado di fare presso il suo laboratorio e che è quindi un’automatica garanzia di longevità per ogni tavolo realizzato con questo processo.
Un discorso a parte lo merita il design di questo oggetto il quale, come abbiamo già accennato, possiede dei forti richiami a quella che è stata la “scuola scandinava” del ‘900, una corrente architettonica, figlia anche lei del razionalismo formale, che ha esportato in tutto il mondo un particolare uso di materiali naturali (come il legno), all’interno di concetti di design per l’epoca molto moderni ed innovativi. Tanto che, ancora oggi, lo stile scandinavo si ritrova in numerosissimi oggetti di uso comune che ospitiamo molto spesso nelle nostre case, pur non sapendolo. Anche in questo caso dunque, ci troviamo di fronte ad un oggetto semplice, ma caratterizzato dal grande design e dalla grande qualità dei materiali.
Come è ovvio, non tutte le aree di gusto presenti nell’arredamento possono per forza essere ricondotte al minimalismo, anche quando esso è declinato nelle sue più numerose e note varianti. Vi sono infatti in commercio anche prodotti che rispondono ad una esigenza differente, la quale segue magari una tendenza più orientata alla “decorazione” o comunque ad uno stile meno severo e sobrio, rispetto a quello a cui siamo abituati di trovare nel design moderno.
Fa parte di questo tipo di concezione anche il tavolo fotografato in queste immagini il quale si colloca esattamente in mezzo fra quello che può essere considerato uno stile prettamente classico e tutto quel variegato mondo che comprende il design “moderno”, anche per ciò che riguarda la sue frange più estreme. Del resto i motivi per l’esistenza di prodotti di questo tipo ce ne sono eccome… Quanti sono infatti quegli ambienti in cui l’arredamento, le rifiniture edili, lo stile della casa e tante altre varianti portano necessariamente a considerare accessori importanti, come è appunto un tavolo, al di fuori da quelli che sono i soliti canoni stilistici delineati nel razionalismo formale, che ancora oggi dettano legge in ambito del design ? In realtà non stiamo parlando di nulla di particolarmente inusuale: un certo richiamo a quelle che sono le forme del passato c’è, ovviamente, in ogni progetto d’arredo, anche nel più innovativo e avveneristico. In questo caso si tratta però di una vera e propria re-interpretazione di uno stile, che una volta declinato con gli usi, le necessità e i linguaggi attuali, diventa esso stesso uno stile a se stante.
Osservando questo tavolo infatti, la prima cosa che salta all’occhio è senza dubbio la forma delle sue gambe, le quali, pur riproponendosi nelle sinuose forme delle gambe dette “a sciabola” tipiche di alcuni stili ottocenteschi, vengono in questo caso attualizzate e rese attinenti ad un oggetto dal design prettamente moderno, che evidentemente non disdegna di essere posizionato anche in ambienti più “classici”. Parlando di cucine sono chiari alcuni possibili abbinamenti di un tavolo di questo tipo con alcuni mobili, anch’essi fortemente connotati da una componente “classica” (pur nel loro design moderno), che fanno bella mostra di se nell’assortimento di ogni produttore. Nel caso della collezione di cucine La Casa Moderna, sono infatti numerosi i modelli che possono essere tranquillamente abbinati a questo tipo di tavolo e sono quelli in cui è evidente un leggero richiamo alle lavorazioni tipiche del legno, come ad esempio, l’anta “a telaio”, le cornici sovra-pensile o la cappa “a Caminetto”.
Anche le proporzioni dell’oggetto agevolano il suo inserimento, questo tavolo è infatti disponibile in tre misure differenti: 150 x 85, 165 x 85 e 185 x 85 cm, dimensioni che ne permettono l’innesto in ogni tipo di cucina, anche la più piccola e difficile da disporre a livello di spazi. Tant’è vero che la misura più piccola (150 x 90 cm), non è altro che il formato del tavolo più comune per le cucine (ovvero il 140 x 90), soltanto leggermente allungata in funzione delle gambe che sporgono dalla struttura per effetto della loro forma.
Ognuna delle misure esistenti è poi oltretutto disponibile anche in versione allungabile, possibilità questa che permette di disporre di ben due giunte realizzate in materico bianco liscio, da 40 cm ciascuna, le quali consentono di allungare il tavolo per ulteriori 80 cm. Una vera e propria benedizione per i pranzi familiari più importanti e le grandi occasioni, per le quali si potrà contare su di un tavolo che da 150 cm di lunghezza, arriva a misurare ben 230 cm e può quindi ospitare fino a 10 persone a sedere.
Costruttivamente, si tratta di un tavolo che viene realizzato con un piano in cristallo di colore bianco, il quale viene sostenuto, come molti degli altri tavoli finora presentati, da un telaio in alluminio che contiene le guide e le giunte, nel caso si tratti di una versione allungabile. Anche in questo caso, come negli altri in cui abbiamo trattato di tavoli col piano in vetro colorato, si tratta di un cristallo temperato ultra-trasparente che viene laccato con delle speciali vernici al fine di ottenere un “effetto laccato” perfettamente uniforme in superficie e utilizzabile in tutta tranquillità senza aver troppa paura di graffi o urti. Il resto del tavolo è laccato bianco lucido e si presta dunque per questo ad essere inserito in quelle cucina in cui esiste qualche richiamo di questo stesso colore, ma può essere tranquillamente utilizzato anche in tutti quei casi in cui ci si trova di fronte a degli arredi in cui il lampante tono del bianco lucido possa dimostrarsi utile a smorzare ambienti troppo scuri o rigorosi, oppure molto seri e monotoni.
Qualsiasi rassegna di questo tipo, non potrebbe certo fare a meno di considerare quella che è comunque ancora oggi una forma abbastanza diffusa di tavolo da cucina: il tavolo quadrato. In realtà non se ne trovano molti modelli in commercio, perché si tratta di una conformazione che è un po’ più difficile da collocare nelle cucine moderne, in quanto le stanze di questo tipo, quasi sempre di forma rettangolare, vengono solitamente utilizzate per i mobili componibili sul loro lato più esteso e questo lascia liberi naturalmente degli spazi da adibire alla zona pranzo che sono relativamente stretti e lunghi. Il tavolo quadrato ha invece bisogno di larghezza, deve cioè possedere lateralmente uno spazio sufficiente a poter ospitare il commensale che vi si siede, più l’eventuale spazio necessario per far si che le altre persone vi possano girare intorno muovendosi con comodità. Ciò ovviamente comporta che alla misura della larghezza del piano del tavolo debbano aggiungersi almeno altri 130-140 cm, ed è attualmente piuttosto difficile che si dispongano di spazi così abbondanti. Il tavolo quadrato viene destinato quindi principalmente a quelle stanze in cui lo spazio predisposto per il pranzo possiede una proporzione comunque quadrata, o quasi. In questo caso specifico, oltretutto, stiamo parlando di un tavolo che esiste in tre misure molto differenti fra loro, ovvero il 100 x 100, il 120 x 120 ed il 140 x 140. Per ognuna di queste misure vi è poi la possibilità di abbinarci una o due prolunghe da inserire a seconda dello spazio disponibile.
Per ottenere un’apertura che lasciasse intatto il design complessivo del tavolo si è optato per un metodo semplice quanto funzionale. Con questo sistema due staffe, che sono poste per ogni lato che si decide allungare, possono venire all’occorrenza estratte con un semplice movimento scorrevole. Delle solide allunghe possono a quel punto essere appoggiate e fermamente agganciate sopra le guide stesse e, nel momento in cui non sono più necessarie, possono essere tolte per essere custodite in uno spazio a piacere (quale può essere ad esempio il ripostiglio), pronte per essere riutilizzate al bisogno. Con questo metodo, in pochi e semplici step, il tavolo può aumentare di dimensione e modificare le proprie proporzioni senza che venga meno la bellezza del suo design.
Del resto sarebbe impossibile non dare la massima importanza possibile al design di un tavolo che, come questo, possiede delle caratteristiche davvero eccezionali. Come si potrebbe far a meno di notare, infatti, le splendide gambe in cristallo temperato che si innestano all’interno del piano come un fine intarsio decorativo? E che dire della lavorazione che permette di ottenere quello stesso piano di lavoro con uno spessore tale da sostenere solidamente l’intera struttura? In realtà in questo tavolo si concretizza un vero e proprio programma completo che comprende ben 3 piani di lavoro realizzati in diverse tonalità di legno di rovere, 7 tipi di laminati materici color legno, e altrettanti materici che vanno dall’effetto malta ai colori uniti. Un infinita gamma di possibilità che facilitano l’abbinamento di questo modello di tavolo con ogni tipo di cucina componibile e che si confanno perfettamente con la bellezza delle gambe in cristallo ultra trasparente che caratterizzano questo oggetto. Si tratta in particolare di quattro vere e proprie lastre in resistentissimo cristallo (chiamato “Extra-white” per la sua eccezionale trasparenza), le quali sono dotate di uno spessore di 19 mm e di una larghezza di ben 20 cm ciascuna.
Esse vengono inserite all’interno del piano attraverso una speciale fresatura che ne garantisce la solidità e la sicurezza nel tempo. La bellezza di questo oggetto, non sta infatti solo dell’estrema leggerezza delle sue linee, ma anche nella tecnologia che ha permesso di realizzare un tipo di abbinamento che fino a poco tempo fa sarebbe sembrato a dir poco “ardimentoso”.
In verità, quando si utilizzano materiali di alta qualità come questi è più semplice realizzare oggetti anche estremamente originali e sorprendenti; Ciò è particolarmente vero per ciò che concerne la tecnologia che sta dietro ad ogni produzione facente parte della gamma di mobili La Casa Moderna, i quali sono fatti sì per piacere a chi deve utilizzarli per arredare la propria casa, ma anche per permettere a tutti soluzioni arredative che sarebbero altrimenti impossibili da trovare altrove in commercio.
Non si può certo dire che si tratti di una novità, l’utilizzo del cosiddetto “Laminato Stratificato” nella produzione di piani di lavoro, eppure l’ampia diffusione di questo materiale così interessante, usato sia come top da cucina che come piano per tavolo, può dirsi relativamente recente. In verità lo “Stratificato” o Hpl (acronimo di High Pressure Laminate) era già presente sul mercato, come materiale, da diverso tempo (la sua “invenzione risale addirittura al 1896), ma è stato più o meno nei primi anni del nuovo millennio che si è avuto un importante incremento della sua produzione industriale. Tale affermazione si è avuta principalmente grazie alle qualità intrinseche di questo prodotto, che hanno finito per interessare -e molto- le aziende costruttrici di cucine componibili.
L’HPL, come lascia intuire il suo nome, è un materiale che viene creato tramite la sovrapposizione di numerose “carte melaminiche” (o strati) che una volta impregnate con resine fenioliche, vengono sottoposte ad una straordinaria pressione, la quale crea i presupposti per la formazione di un “corpo unico” -più o meno sottile a seconda dei casi- ma dotato sempre di una eccezionale resistenza. L’HPL utilizzato in arredamento possiede inoltre una speciale “pelle” -che ne costituisce anche la superficie “decorativa” esterna- la quale ha delle qualità di resistenza al taglio ed agli urti davvero incredibili. Questo tipo di piano è infatti dotato di una elevata tenacia, è flessibile, possiede una ottima stabilità dimensionale, una lunghissima durata e una grande resistenza agli urti, all’usura e ai graffiti. Il suo colore è inoltre stabile alla luce, ha una buona resistenza chimica, resiste benissimo agli effetti dell’acqua, del vapore, del gelo e del calore (fino addirittura a 180 gradi, senza subire alcun danno), non prende fuoco, è facile da pulire, ed è pure antistatico, dote questa che gli consente di non attrarre la polvere.
La forma più comune con cui questo materiale si trova in commercio è il pannello con spessore 12 mm, con il quale si costruiscono dei sottilissimi ed eleganti piani di lavoro, dotati di un’ampissima gamma di finiture e colori differenti. Questo tipo di materiale si riconosce di solito dal colore della sua “anima interna” che viene lasciata quasi sempre “a vista” (come si può notare da queste foto) ed è caratterizzata da un tono molto scuro che a volte “stacca” piacevolmente dal colore della sua superficie esterna. Esistono però numerosi HPL che vengono prodotti tramite l’uso di resine fenoliche colorate al fine di dare all’anima del materiale, un colore più simile possibile alle sue superfici.
Una delle caratteristiche più peculiari di questo tipo di prodotto, sta nella sua flessibilità: il materiale con cui sono costruiti questi piani di lavoro, infatti, non è rigido come il vetro o la ceramica, bensì molto flessibile, ciò non ne compromette assolutamente la resistenza ma contribuisce anzi ad una durata maggiore del materiale che, proprio grazie a questa sua specifica caratteristica, si adatta meglio di altri a certi tipi di sollecitazioni.
Il costo di questa tipologia di materiale, a causa dei procedimenti necessari per produrlo, è abbastanza alto e di poco inferiore a quello della vetro ceramica, ma senza addentrarsi troppo sui suoi dati tecnici, possiamo comunque dire che si tratta di uno dei materiali più pratici e funzionali che possano essere utilizzati quali piani di lavoro per tavoli.
All’interno della collezione La Casa Moderna il piano in HPL può essere applicato a tutti quei tavoli la cui costruzione prevede l’uso degli stessi tipi di Tops che si utilizzano per le cucine componibili. Si tratta di una dozzina di modelli (fra cui anche alcuni che è possibile realizzare “su misura”) i quali sono disponibili in una vastissima gamma di forme e di colori. Tutto ciò, se sommato alle numerosissime varianti estetiche esistenti di HPL, porta alla creazione di un assortimento formato da diverse centinaia di modelli, tutti differenti per aspetto e per tonalità, fra i quali scegliere quello più adatto alla propria cucina. Quello presentato in queste foto, ad esempio, è uno splendido tavolo fornito di telaio in metallo lucido e disponibile con numerose misure di piano. Si parte con la lunghezza classica da cucina, il 140 cm, abbinata però con la profondità di 80 cm, che permette un uso comodo anche in spazi più ristretti. Il tavolo in questione è allungabile e consente dunque l’applicazione di due giunte da 40 cm, che possono essere riposte all’interno di un apposito vano una volta utilizzate. La misura superiore disponibile è il 160 x 90 cm, la quale può essere a sua volta scelta fra una versione che consente l’aggiunta di due prolunghe, ed una che può contenerne fino a tre. Un’altra variabile interessante a proposito di questo tavolo è quella che riguarda il colore della sua struttura che è disponibile, oltre che nella versione “effetto cromato” che si vede qui fotografata, anche nei colori bianco, tortora, cappuccino, antracite e “corten”, una nuova finitura color ruggine che si intona perfettamente a numerosi tipi di piano in HPL. Per il fissaggio di questo tipo di piani sui telai strutturali predisposti, si procede di solito con lo stesso procedimento che si adotta per i piani in vetro o quelli in Ceramica, si predispone cioè l’incollaggio di alcuni supporti metallici filettati nella parte inferiore del pannello e, una volta perfettamente ancorati tanto da formare un corpo unico col piano, si pensa a avvitarli solidamente alla struttura del tavolo.
Concludiamo questa rassegna con un altro oggetto che non mancherà di suscitare interesse sia per la sua originalità che per il suo design. Si tratta di un tavolo realizzato applicando delle solide e sinuose gambe in metallo ad un robusto piano in legno dello spessore di 4,5 cm. Tale piano viene prodotto in numerose dimensioni e permette di avere tavoli rettangolari di questo modello che variano da una misura minima di 160 x 90 fino ad una massima di 100 x 200; misure piuttosto comuni quindi, come abbiamo visto, per un tavolo da cucina. Quello che è invece piuttosto inusuale per questo tipo di oggetto è la possibilità di avere numerose declinazioni differenti nella sua dimensione quadrata, per la quale sono previste addirittura 3 misure: 100×100, 120×120 e 140×140 cm. Ciò permette senza dubbio di considerare anche il tavolo quadrato per un uso ideale in cucina, tenendo ben presente il fatto che, la sua proporzione, appunto, poco presente nel panorama commerciale, lo rende di per se sinonimo di innovazione ed originalità. Per tutte le misure disponibili inoltre, è prevista la possibilità di dotare il tavolo di prolunghe applicabili attraverso l’uso di due piccole guide poste sotto al piano, le quali, una volta estratte permettono l’inserimento delle giunte che sono, in questo caso, da riporre a parte. Il piano è realizzato come detto in vero legno e l’uso di questo materiale rende il tavolo ( e di conseguenza, anche le sue prolunghe) molto leggero e maneggevole. Una dote che può rivelarsi estremamente utile quando ci si trova a dover trasferire il proprio tavolo ad esempio dalla cucina al soggiorno per le occasioni conviviali più importanti.
Ma vi è una particolarità che senza dubbio supera tutte quelle di cui è giù dotato questo tavolo, quella cioè di poter essere realizzato anche con il piano rivestito in “Ecomalta”. Si tratta di un tipo di finitura che si è affacciata già da qualche anno nel settore delle cucine componibili, grazie alla quale è possibile ottenere delle superfici estremamente interessanti ed evocative. Sono quelle superfici dette appunto “ad effetto malta o cemento” che tanto di moda sono diventate di recente, sia per la loro estrema bellezza, sia per il potere “evocativo” che esse possiedono. Si tratta di un rivestimento perfettamente Ecologico (da qui il suo nome “Ecomalta” che si ottiene applicando, completamente a mano, delle vernici all’acqua che si presentano come una sorta di pasta compatta e granulosa. L’applicazione avviene infatti tramite delle speciali spatole attraverso le quali l’artigiano applica sapientemente sui piani da trattare (solitamente realizzati in legno) diverse mani di finitura, contrapponendole una all’altra in modo da ottenere un bellissimo effetto morbido e setoso detto appunto “spatolato“. In realtà si tratta di un tipo di verniciatura che simula alcuni tipi di intonaco civile realizzati in ambito edile da millenni, come ad esempio il “Grassello di calce” o il “Marmorino”.
La novità dell’Ecomalta sta nell’essere realizzata con materiali totalmente innovativi con i quali è possibile creare delle superfici molto resistenti e soprattutto impermeabili. Ciò è possibile grazie a dei leganti chimici di nuova concezione che pur mantenendo una perfetta compatibilità ambientale, riescono a assumere, una volta essiccati, la forma di una sottile ma robustissima pellicola che rende i prodotti con essi trattati tranquillamente utilizzabili in cucina, sia sotto forma di ante, che di piani di lavoro da tavolo. Certamente non si tratta di superfici da poter utilizzare con la stessa libertà con cui si usano ad esempio i piani in Vetro-ceramica o quelli in HPL, però la loro bellezza li rende talmente affascinanti che chiunque si rende disponibile a fare quel minimo di attenzione che richiede il loro uso, pur di averli in casa. Del resto è l’aspetto estetico la carta davvero vincente di questo tipo di materiale. L’Ecomalta che è possibile utilizzare in questo specifico caso esiste in tre colori differenti, i quali vanno dal classico grigio “cemento” a due “modaioli” toni del marrone : uno molto chiaro (quasi beige) ed uno estremamente scuro. Questa disponibilità permette di abbinare facilmente questi modelli di tavoli con moltissime delle cucine componibili che ci sono in commercio; se a questo poi si aggiunge l’elegante e “universale” design con cui è realizzato questo oggetto ci si accorge dell’estrema agevolezza con la quale è possibile creare, anche tramite mobili semplici come può essere un tavolo, degli arredamenti affascinanti e molto originali.
Il tavolo da cucina è un po’ la nostra stessa storia. All’inizio del secolo scorso alla fantasia del Liberty avevamo, contrapposto la sobria funzionalità dei tavoli Patriarcali che disseminavano le nostre campagne. Dopo è arrivata la linearità delle scuole razionaliste che hanno ricompattato secoli di evoluzione stilistica in una sintesi estrema, seria, quasi sacrale. .. Ma sempre di tavoli da cucina si parlava… anche allora. Nel secondo dopoguerra c’è stata poi l’esplosione per la ricerca delle forme, l’affermazione del “Design” quale valore assoluto, il ritrovato gusto per la funzionalità e la prova di materiali nuovi, dagli effetti imprevisti e, a volte, quasi provocatori. Anche il tavolo da cucina, che nei secoli era rimasto ancorato al materiale più tradizionale, il legno, si è via via trasformato evolvendosi: si sono diffusi i piani in vetro, in marmo, in metallo; dopo sono arrivati i laminati, le resine. Oggi siamo all’HPL e alla vetro-ceramica, ma non smettono di piacerci quegli stessi materiali che ci hanno accompagnato per decenni. I supporti dei tavoli, del resto, sono sempre le gambe, ma esse si possono ritrovare adesso anche sotto forma di elementi geometrici di varia natura, talvolta anche asimmetrici, solo per il gusto di stupire con il loro equilibrio imprevedibile.
Tutto cambia, tutto si evolve… ma il tavolo da cucina resta alla fine sempre se stesso. Con questa nostra rassegna, abbiamo cercato di dare un idea il più possibile chiara di quelle che possono essere le novità presenti sul mercato in fatto di tavoli da cucina. I prodotti di questo tipo attualmente in commercio sono però migliaia e possiedono altrettanti varianti di forma e di colore, e per questo sarebbe dunque stato impossibile farne un resoconto esaustivo. Lo scopo di quest’articolo è quindi soprattutto quello di incuriosire gli utenti del nostro sito e invitarli a visitare i nostri negozi dove potranno farsi un idea più precisa di quanto necessitano e di quanto sia possibile per noi offrire loro il nostro aiuto in merito all’importante scelta che si trovano a fare.
Speriamo che la nostra guida su come scegliere un letto imbottito ti abbia fornito le informazioni necessarie per prendere una decisione consapevole e soddisfacente. Presso Griva Arredamenti, siamo pronti ad aiutarti a realizzare arredamento su misura.
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