Inutile dirlo: il letto tessile è oggigiorno di grandissima moda, ma a parte questa certezza di tipo “sociale”, le ragioni del successo di questa tipologia di arredo sono davvero numerose e sono da ricercare nel concetto stesso del moderno modo di vivere la casa. Da quando la scelta del “tono” generale dell’arredo si è spostata verso mobili essenziali e le stanze hanno visto tendenzialmente diminuire le loro dimensioni, le soluzioni per le camere da letto si sono proporzionalmente moltiplicate. Ciò anche perché la moderna produzione industriale consente di spaziare in un assortimento di prodotti e di sistemi così vasto da far divenire alla fine quasi imbarazzante una scelta precisa. In verità però, nel caso delle camere “matrimoniali”, si tratta quasi sempre di affrontare un “complesso d’arredo” che al giorno d’oggi implica delle stanze da armadi molto grandi, sovente addirittura delle boiserie che riempiono intere pareti e che, con il loro ingombro e le loro aperture, obbligano spesso a scegliere letti che non siano spigolosi, stilisticamente invadenti o troppo voluminosi. Molto dipende da abitudini, stili di vita e gusti personali, ma altrettanto importante è dunque il luogo che si intende arredare, cioè la tipologia degli ambienti in cui troverà posto il letto che si intende magari acquistare o semplicemente posizionare. Questo aspetto assume una ancor maggiore importanza se lo si considera dal punto di vista “storico”, prendendo cioè in considerazione come si sono evolute, nel tempo, la maggior parte delle abitazioni.

 

Un po’ di Storia

Fare una storia del “letto imbottito” può sembrare abbastanza semplice, in realtà si tratta invece di una cosa che può essere, di per sé, abbastanza complessa. Si può parlare infatti di letto “imbottito” fin da tempi molto remoti, risalendo addirittura all’Antico Egitto. Già in quell’epoca, del resto, c’era l’abitudine di rendere più “comodo” (attenzione a questo termine che ritroveremo molto spesso da qui in avanti) il riposo, attraverso l’uso di testate e giro-letti in tessuto che, una volta imbottiti con paglia, risultavano particolarmente graditi, specie dalle classi più agiate. In verità infatti qualsiasi giaciglio, anche quello costituito da semplici mucchi di paglia ricoperti con una pelle o con un tessuto in modo da renderlo più confortevole può essere in teoria considerato un “letto tessile” o imbottito; quello che differenzia dunque questo ultimo termine dal giaciglio più primitivo, è convenzionalmente considerato quell’insieme di forma, cura e tipologia costruttiva che hanno dato nel tempo a questa importante suppellettile la dignità che ora possiede.

In epoca romana potevano trovarsi esempi di letto imbottito che sono rimasti quali esempi esplicativi di arredo, anche per le epoche successive.  Come è il caso del letto modello “Agrippina” che ancora adesso, esiste in commercio ma che in verità, più che un vero e proprio letto, era una sorta di via di mezzo fra un divano ed un letto, dove i romani benestanti usavano appoggiarsi durante il pranzo o durante il riposo giornaliero.

Durante il Medioevo ed il Rinascimento, l’abitudine di imbottire il luogo in cui si poggia la testa durante il sonno, nonché di riempire nello stesso modo anche la parte di letto che sostiene il vero e proprio giaciglio, era andata abbastanza dimenticata, per essere ripresa ampiamente più tardi, nel diciassettesimo secolo, periodo in cui il letto tessile tornò di gran voga specie nelle versioni più elaborate e vistose tipiche del “Barocco”. Da quel tempo in poi, il letto imbottito ha superato, fra alti e bassi, le mode susseguenti, fino ad arrivare agli anni ’60 del ‘900 in cui è iniziato a diventare il prodotto popolare che è adesso.

Quello che stiamo vivendo è forse il momento della più grande diffusione del letto imbottito e questo suo successo ha preso il via dalla fine degli anni settanta, quando una nota azienda brianzola specializzata in biancheria per la casa, ha dato inizio ad una produzione di letti imbottiti che ricalcavano una certa tipologia di letti francesi detti “sommier”, caratterizzati dalla presenza di basamenti in tessuto utilizzati per poggiarvi il materasso e dotati di testata imbottita in egual maniera. Essi nascono infatti dall’intuizione che le caratteristiche del “copriletto” (o meglio dall’abbinamento dei concetti Piumone-trapunta-sacco, con quelli relativi a morbidezza e varietà dei colori) potevano estendersi a tutta la struttura del letto, che veniva così rivestita completamente in tessuto offrendo numerosi vantaggi come la comodità, la molteplicità di varianti disponibili nonché la praticità di uso e di manutenzione. Visto il successo di tale prodotto, molte altre aziende, italiane ed europee, seguirono questo filone industriale, dando vita ad un trend importante capace costantemente di aumentare di intensità fino ad arrivare ai massimi odierni.

 

Design per il riposo

Ed ecco che ai giorni nostri l’ampia diffusione di questa tipologia del letto tessile o “imbottito”, unita alla grande varietà di prodotti esistente sul mercato, determina una vera e propria “ricerca” relativamente al design ed alla comodità/funzionalità d’uso dell’oggetto in sé. La ricerca che sta dietro al design dei letti imbottiti la si può scorgere in tante cose, ma è solo analizzandone un certo numero che si possono davvero delineare i motivi che stanno dietro al loro grande successo e le differenze che possono determinare le scelte di ognuno di noi verso l’uno o verso l’altro prodotto.

In linea di massima le caratteristiche di un letto tessile dipendono da quattro fattori principali: il design della testata, il design del giro-letto, la tipologia del rivestimento e la tipologia del piano di supporto al materasso.

In merito al primo, pare quasi superfluo dire quanto possa variare l’estetica di un letto col variare della forma della sua testata. Di testate per letti imbottiti ne esistono tantissime, ve ne sono di alte, di basse, di larghe, di dotate di forme molto morbide o, al contrario, molto rigorose e minimali. Così com’è altresì possibile trovare testate di letto imbottito di gusto classico, di gusto moderno, oppure contemporaneo. Esistono poi, proprio come avveniva nel periodo che va dal “Barocco” e della “Belle epoque”, letti imbottiti che hanno delle parti in legno (come le cornici perimetriche ad esempio) e altri che invece sono completamente rivestiti in tessuto o pelle.

A proposito del giroletto dei letti tessili, il numero di modelli e di tipologie che si possono trovare in commercio si riduce notevolemente. In generale si può dire che esistano 4 grandi categorie:

  • i giroletti bassi che rimangono alti da terra tramite dei piedi,
  • i giroletti alti che invece poggiano quasi al pavimento,
  • i giroletti dotati di contenitore con rete sollevabile,
  • i giroletti tipo “sommier” che sono però poco diffusi in Italia.

 

Ognuno di questi giroletto viene prodotto industrialmente dalle aziende in modo da poter essere abbinati alle singole testate, così da personalizzare ogni letto tessile e renderlo adatto al gusto di ogni singolo cliente.

Per quanto riguarda il “rivestimento” dei letti imbottiti, rappresentando esso stesso il “vestito” che ogni letto imbottito possiede, l’argomento è talmente vasto che meriterebbe un articolo a se. In questo dobbiamo per forza limitarci a dire che i rivestimenti più usati per i letti tessili sono i tessuti, le pelli e le eco-pelli, che altro non sono che tessuti “spalmati” e stampati in modo da simulare la pelle. Essendo però il “rivestimento” una parte assai importante di un letto imbottito, riteniamo sia opportuno approfondire questo tema parlandone durante la descrizione che faremo delle singole tipologie di letto tessile che andremo via via ad illustrare.

Per ultimo (ma non ultimo), è assolutamente necessario parlare del “piano di supporto al materasso” che è quella parte indispensabile del letto imbottito, destinata a fare da appoggio al materasso e che per questo motivo può considerarsi l’essenza stessa di questo modello di letto. Generalmente, almeno in Italia, esso è costituito da un perimetro in metallo in cui sono incastrate delle doghe in legno compensato flessibile: la cosiddetta rete a doghe, che nel caso dei letti tessili con contenitore diventa, oltre che sostegno al materasso anche coperchio per il contenitore che risiede nel volume del giroletto. Per un buon riposo serve una base che sostenga correttamente il corpo e il materasso deve mantenere una certa sua elasticità. Con le doghe questa funzione è assicurata, così come è assicurato il ricircolo dell’aria (e quindi la traspirazione del materasso e del corpo) e la pulizia, elementi indispensabili per rendere salubre e pulito il luogo dove dormiamo.

Iniziamo adesso una carrellata di modelli di letti, che serviranno da spunto per descrivere in maniera più approfondita i punti salienti di cui abbiamo accennato.

 

Il letto imbottito con rete sollevabile e contenitore

Oramai da qualche decennio, quando si parla di letti tessili, si parla quasi sempre di contenitori sottostanti la rete. Questo binomio quasi imprescindibile, letto imbottito – contenitore apribile, ha preso infatti vita fin dalla stessa origine della moderna concezione di letto in tessuto. I primissimi letti imbottiti, a partire dagli anni ottanta, iniziarono ad essere dotati di un meccanismo con di pistoni che, grazie ad una nota azienda brianzola che per prima li brevetto, permettevano con il semplice sollevamento basculante della rete a doghe e del materasso, di sfruttare quale “contenitore” (da qui il suo nome) anche quella parte del letto che fino ad allora era semplicemente destinata a fungere da supporto per la rete.

Fu una vera e propria rivoluzione che rappresentò per tutti una sorta di “uovo di Colombo” e che permetteva uno sfruttamento dello spazio sottostante il letto mai visto prima. Il suo funzionamento si basa essenzialmente su di un sistema di leve che, coadiuvate da pistoni oleodinamici, permettono con una certa facilità ad una persona che si pone in posizione frontale rispetto al letto stesso, il sollevamento verso l’alto della rete e del materasso sovrastante. Il gruppo rete/materasso rimane ancorato dal lato della testata in modo da potersi riposizionare in maniera esatta una volta riabbassate le leve ed i pistoni che lo sostengono. Il giroletto però, per dirsi veramente “a contenitore”, deve essere obbligatoriamente dotato di un fondo che separi gli oggetti che vi si ripongono dal pavimento e questo può implicare un problema di pulizia. Sì, perchè è ovvio che questa sorta di schienale che giace in basso a racchiudere il giroletto, se non opportunamente fabbricato, può impedire la pulizia del pavimento che giace a pochi centimetri da esso. A questo scopo, diversi sono gli accorgimenti che nei letti imbottiti di qualità vengono previsti al fine di consentire una pulizia del letto contenitore e del pavimento su cui risiede. Per prima cosa, i pannelli che fungono da fondo devono essere rimovibili in modo che, in ogni caso, sia possibile accedere al pavimento sotto al letto. Secondariamente, tali pannelli devono essere forniti di una guarnizione che impedisca alla polvere di poter entrare all’interno del contenitore. L’altezza del giro-letto deve essere poi tale da consentire di poter passare l’aspirapolvere anche sotto al letto, magari senza dover tutte le volte rimuovere i pannelli. Tutti questi accorgimenti, implicano un aumento di costo di produzione pertanto, solo i prodotti di una certa qualità sono realizzati tenendo ben conto di questi criteri costruttivi. Un fattore questo da tenere nella massima considerazione quando si acquista un letto con il solo desiderio di “risparmiare”, perché ci si potrebbe pentire amaramente di non aver optato per una versione, magari un po’ più costosa ma infinitamente più pratica e salubre a livello di utilizzo.

 

Il letto con testata inclinata

Questa tipologia di letto riprende buona parte del suo design dagli stilemi tipici del passato ma coniugati in chiave schiettamente moderna. La testata inclinata era infatti una tipicità dei letti su cui i romani usavano pranzare (le cosiddette Agrippine di cui abbiamo parlato all’inizio), nonché di molti dei letti che andarono di moda nel periodo a cavallo dell’era Napoleonica.

In linea di massima questo tipo di letto imbottito non presenta mai forme troppo nette o rigorose da diventare “geometriche”. E’ piuttosto un letto dal design adatto a chi predilige le linee morbide e sinuose, pur essendo attratto dal minimalismo del gusto moderno.

A parte il suo originale design, la principale caratteristica del letto tessile con testata inclinata è però senza dubbio la sua comodità. La conformazione della testata di questo tipo di letto tessile infatti, agevola il suo uso specialmente durante il periodo in cui si utilizza il letto per leggere un buon libro, utilizzare lo smartphone o semplicemente per guardare la Tv. Il motivo della sua spiccata predisposizione per il comfort è facilmente intuibile: la testata imbottita, inclinata verso il retro del letto stesso, permette al corpo di assumere una posizione seduta che si presta perfettamente agli usi sopra descritti. Oltre a questo, la morbida superficie frontale della testata rende l’appoggio della schiena e della testa particolarmente confortevole fa sì che questo modello di letto tessile sia uno dei preferiti dai consumatori i quali, però, sono costretti in questo specifico caso a fare i conti con lo spazio a disposizione nella stanza. Le dimensioni di questo letto infatti sono gravate dal fatto che la testata inclinata, proprio a causa della sua forma, occupi in profondità uno spazio molto superiore rispetto a quello che occuperebbero normalmente rete e materasso. La lunghezza complessiva di questi letti può variare da un minimo di 200 cm fino addirittura ai 250 cm, a seconda del modello e dell’inclinazione della testata, dalla lunghezza del piano di riposo e dall’ampiezza del suo giro-letto.

Un altro fattore molto importante da prendere in considerazione in questo tipo di letto è la sua naturale predisposizione ad essere posizionato “a parete”. Anche se esistono numerose eccezioni infatti, i letti tessili con testata inclinata sono sempre costruiti per essere appoggiati alla parete della camera e non per essere messi in centro stanza, proprio per la conformazione che possiede la testata che li contraddistingue la quale, in molti casi, potrebbe presentare dei problemi di solidità qualora non fosse adeguatamente sostenuta da una superficie verticale retrostante.