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18/03/2024

Design Biofilico: istruzioni pratiche per far pace con il pollice verde

immagine introduttiva dell articolo Design Biofilico: istruzioni pratiche per far pace con il pollice verde
©️ Specht Novak Architects - Indeed Office - Tokyo

Indice contenuti

Design Biofilico: cos’è?

Le definizioni che ruotano attorno al design biofilico raggiungono tutte il risultato di equilibrio tra natura e architettura.
Là dove il cemento impazza, il colore della natura trova il suo spazio.
Un tempo la piantina grassa era posta sul tavolo in piena luce per regalare un tocco in più, oggi la natura si presenta in tutta la sua forza e conquista spazi ampi restituendo un benessere rigenerante tanto caro anche agli spazi chiusi.
Il nome prende spunto da “biofilia”, termine coniato dal biologo Edward Osborne Wilson nel 1984 per sottolineare il focus dell’essere umano verso la concentrazione del proprio interesse verso la vita e i suoi processi, tralasciando elementi altrettanto essenziali quali il benessere psicofisico.
L’inclinazione conduce verso un bisogno fondamentale dell'essere umano di essere in contatto con la natura.

 

Spazi, oggetti e luoghi

Per rispettare la teoria dettata dal biologo Wilson, l’interior designer struttura progetti con un obiettivo chiaro: creare spazi rilassanti con una connessione visiva e non con la natura.
Così facendo si interviene a livello inconscio su tre elementi: benessere, produttività e salute delle persone che entrano in contatto con spazi strutturati ad hoc e secondo disciplina.
La connessione visiva è il riempire gli spazi con elementi naturali quali piante, creazioni e forme che richiamano l’argomento oltre all’illuminazione di tipo “naturale”, appunto.
La connessione non visiva è invece, legata ad altri sensi come udito e olfatto: il profumo di una pianta, il delicato fruscio del venticello che incontra rami e foglie.
La sintesi perfetta è creare atmosfera in un tutt’uno tra ambienti verdeggianti e spazi di lavoro, così da passare alla solitaria e tristissima pianta grassa sulla scrivania ad una rigogliosa fioritura dietro le spalle.

 

Quali elementi caratterizzano il Design Biofilico?

Per esprimere al meglio l’essenza - è proprio il caso di dirlo - del natural mood regalato dal design biofilico ci si affida ad una metafora e un paragone.
Immagina di entrare in una stanza vivace e colorata, dove gli elementi di design sono posizionati in maniera strategica per essere ammirativi. 
Guizzi di colore qua e là, strutture uniche e d’effetto capaci di catturare l’attenzione.
Bella, vero?
Ora immagina una stanza in cui è il verde ad essere protagonista, piante particolari, rigogliose ed altre arcinote dai nomi latini più o meno altisonanti.
Spazi ricchi di natura, dove l’elemento di spicco è il perfetto equilibrio che si crea tra la coesione dei due elementi: architettura e naturale.
Esperienza sensoriale, vero?
Ecco spiegato perché l’allure romantico che gravita attorno al design biofilico conquista anche il più freddo degli umani.
Ne deriva che i biophilic design elements si concentrano su prospettive, ottiche multisensoriali e materiali naturali, capaci di invadere gli spazi con equilibrio, calma e sensazione generale di benessere.

 

Regenerative Design

Il design biofilico è spesso presentato in associazione con il regenerative design che si occupa dell’evoluzione del pensiero ambientale.
L’ambiente che ci circonda e in cui viviamo ha un grande impatto sulla salute, sull’umore e sul comportamento.
Il pensiero di incrementare gli spazi verdi - al chiuso e all’aperto - offre la possibilità di ristabilire una sorta di equilibrio paragonabile al pensiero new age.
Il concetto di regenerative design sceglie di azzerare lo sforzo umano di cercare spazi in cui ristabilire un equilibrio psicofisico e rendere la zona ad ampio raggio.
In questo modo, l’azione di rigeneramento delle risorse psicofisiche si attiva e permette di mantenere e solidificare l’equilibrio raggiunto.
A livello fisico, del resto, diversi studi dimostrano che stare in mezzo alla natura fa bene, il fatto di avere poco tempo da dedicare, dover scegliere dove e quando andare è ulteriore fonte di stress.
Ecco perché il regenerative design sceglie di invertire la rotta portando la natura a noi e, attraverso l’approccio biofilico, ottimizzare tempi, spazi e modi.

 

Materiali, forme e colori

L’ottica multisensoriale è l’elemento cardine attorno al quale ruota il concetto di equilibrio.
In fatto di materiali si pensa a pietra, marmo, bambù, sughero e legno - possibilmente non trattato.
In fatto di piante la scelta è direttamente proporzionale alla tipologia di stanza/stabile che si sceglie di rinnovare.
La soluzione sostenibile deve considerare anche l’aspetto etico di tutto il progetto, assurdo pensare a particolari piante esotiche per abbellire ambienti cittadini, più sensato preferire fogliame autoctono così da rispettare in toto la questione ambiente.
L’ingrediente arredo si arricchisce di stampe, dipinti, fotografie con forme minimal e con richiami alla terra siano essi colori o elementi di design.In questo modo il fattore equilibrio si naturalizza diventando spontaneo e arricchendo l’ambiente.

 

Le prove pratiche in arrivo nel 2024

Il Salone del Mobile anticipatore di tendenze di tutto rispetto informa che a Milano nel 2024 nell’ex area Rizzoli, vicino al parco Lambro prenderà vita - è proprio il caso di dirlo! - l’ufficio biofilico del futuro, un progetto voluto dalla piattaforma indipendente Europa Risorse a firma Kengo Kuma and Associates, così da permettere di vivere in completa simbiosi e a contatto con la natura.
Norman Foster, fondatore e presidente esecutivo di Foster and Partners firma un progetto impegnativo e di tutto rispetto: il Magdi Yacoub Global Heart Center del Cairo.
Il fattore naturale che circonderà l’ospedale è la vista sul lago, sulle Piramide di Giza oltre a verdi distese poste a cornice.
Foster continua la presentazione con: “Rigogliosa e verdeggiante, quest’oasi di sentieri e parchi favorisce il benessere”, dichiara Norman. “Con la sua strategia di progettazione passiva, è un esempio di sostenibilità in grado di rispondere alle esigenze dei pazienti”.

 

Pensare in grande: la Città Biofilica

In un’ottica di ampliamento ecco che la necessità di costante connessione con la natura si apre agli spazi comuni cercando di conquistare la città.
Le infrastrutture biofiliche, basta guardarsi intorno per trovare almeno un elemento in perfetta tendenza, stanno diventando sempre più importanti e ricche di colore.
L'istruzione verso la popolazione, intesa nel rispetto dell’ambiente è essenziale per mantenere intatto il concept e amplificare il benessere generato, solo così infatti si scatenano atteggiamenti e stimolazione della coscienza umana in ambito urbano.
Infine, la responsabilità di chi governa permette di istituire governance biofile con la destinazione di budget sempre più ricchi per progetti verdi e riqualificazione di aree degradate da ridisegnare.
Vero è che tutto parte dal singolo, altrettanto vero è che sottolineare e incentivare la sensibilità per l’argomento e più in generale, per il fattore ambientale permette di aumentare l’interesse e attivare la macchina mediatica.

 

Oltre il semplice benessere, questione risparmio

A livello legislativo è opportuno sottolineare un altro aspetto che rende il design biofilico anticipatore di un futuro in totale rispetto e sincronia con l'ambiente.
Passi scegliere materiali naturali.
Passi eleggere la pianta perfetta per incrementare l’ossigenazione della stanza.
Ma gli elementi sono perlopiù di origine - e fine - estetico.
Tuttavia, è buona cosa considerare un altro - importantissimo! - aspetto del biophilic design: il risparmio in termini di consumo ambientale.
L’intervento ecologico - argomento sempre più sensibile - permette di creare una circolarità dei materiali da costruzione, considerare l’assenza dei combustibili fossili e instillare la filosofia del rispetto ambientale in previsione di un futuro clima neutro.

 

Design Biofilico: un clamoroso sì! Ecco perché.

Un po’ come afferma Terrapin fautore e massimo esperto della tendenza nel sintetizzare l’essere del design biofilico: “...inserire la natura nell’ambiente edificato non è semplicemente un lusso, ma un buon investimento economico in salute e produttività, basato sulle ricerche neurologiche e sulle prove fisiologiche”.
Chapeau! Se - e solo se - ci sono ancora dubbi sull’argomento.
Del resto, di fronte a tanta sostanza ecco che anche il più squilibrato dei designer trova il proprio punto di forza e sceglie di intraprendere nuovi schemi per risolvere praticità e donare valori aggiunti capaci di fare la differenza.
L’analisi è coerente, lineare e ricca di spunti, capace in altre parole di incuriosire a tal punto di mettersi all’opera e godere appieno dei benefici che una pianta - vera! - riesce a regalare.

 

Spunti e Sfiziose idee

Vuoi mettere un albero da frutto nel bel mezzo dell’ufficio?
Vuoi considerare una parete attrezzata intervallata da vasetti colorati di erbe aromatiche?
Vuoi aggiungere allure con le piante volanti?
Vuoi vincere con gli ortaggi da interno?
Oltre al semplice effetto estetico - che semplice nella realtà non è per nulla, si possono ottimizzare tempi e spazi creando zone strategiche in cui aggiungere una pianta e creare un colpo di colore oltre che una gradevole profumazione.
L’energia del mondo olistico trova spazio con l’inclusione dei sensi grazie ai profumi naturali di alcune piante.
Se per la casa regala serenità e benessere - il contatto con i profumi della natura è argomento arcinoto - in ufficio aggiunge un tocco personale e di tendenza perfetto per fare una buona - prima, seconda o terza - impressione.

 

Interior Designer: tra skills e creatività

Estro ed eccentrico.
Le caratteristiche per diventare un interior designer sono: capacità di rappresentazione spaziale, di realizzare un progetto digitale e fisico, di conoscere il sistema e l’industria, di avere una buona interdisciplinarità tra i settori design e arti, di ricerca e sviluppo e doti di sintesi.
L’associazione con il design biofilico, nel pieno rispetto delle regole, rappresenta un valore aggiunto capace di unire tutte le caratteristiche sopra descritte in un solo progetto.
In linea con il concept proposto al cliente ecco che la fantasia diventa elemento aggiunto: la vivibilità degli ambienti spazia da luce naturale, ventilazione, linee nell’arredo e sinuosità degli elementi naturali.
Il concetto di insieme si traduce in carta vincente e regala una visione completa, delicata e perfettamente coordinata.
Di fatto, si tratta della creatività e dell’esperienza dell’interior designer di tradurre un concetto in oggetti o, meglio, in un insieme coeso di elementi.

 

Design Biofilico: recap e punti chiave

Identificare gli essenziali della tendenza è fondamentale, così da unire i puntini e creare un progetto concreto.
Ecco 8 elementi indispensabili da utilizzare senza se e senza ma.

  1. Questione di aria. L’aria fresca, che sia frizzantina oppure un po’ calda è indispensabile per ristabilire il livello di ossigeno e aumentare l’energia.
  2. Questione di luminosità. La luce naturale - meteopatia a parte - è strumento utile per creare atmosfera e illuminare gli ambienti. Troppa? Tende leggere la possono mitigare, troppo poca? Beh, l’interior designer è la figura preposta.
  3. Questione pianta. L’armocromia insegna che il verde è tra le tonalità più rilassanti, studi raccontano che in ufficio la presenza di - almeno - una pianta, aumenta del 15% la produttività.
  4. Questione materiali. Il rispetto attento e completo del mood vede la preferenza di materiali naturali, non solo di derivazione ma anche di lavorazione.
  5. Questione colore. Ancora una volta serve chiamare in causa l’armocromia per trovare la tonalità che meglio si sposa con il concetto e che riesca ad esaltare la sensazione di tranquillità, calma e benessere.
  6. Questione di forma. Qui si apre una diatriba, c’è chi dice che la regolarità e la pulizia è sovrana, chi invece sottolinea la necessità di ammorbidire il tutto.
  7. Questione sensi ed elementi. La disciplina olistica ringrazia, la possibilità di giocare con gli elementi della natura in unione con la multi-sensorialità diventa una sfida interessante.
  8. Questione artistica. Le opere possono creare legami, senza limiti, dando via libera all’estro in ogni sua forma: dipinti, stampe, fotografie e vere e proprie installazioni.

 

Griva e il Design

Griva Arredamenti ha da sempre un occhio clinico e mirato al dettaglio che, grazie alle caratteristiche del cliente e alle esigenze specifiche dello stesso, riesce a creare ambienti unici e personalizzati.
Sebbene il design biofilico sia una delle ultime tendenze nel campo del design, la possibilità di unire o, meglio, mescolare, diversi stili diventa un punto a favore dell’azienda, che così facendo può trasportare su carta l’idea e la filosofia che questa specifica corrente di pensiero porta con sé.
Ogni progetto è strutturato e studiato in ogni singolo dettaglio, del resto sono questi a fare davvero la differenza e permettere all’interior designer di esprimere il proprio estro in linea con le necessità di chi acquista.
Unire la componente benessere psicofisico descritta dai diversi studi che ruotano attorno al biophilic design trasforma il progetto in tangibile desiderio.
Da dove si comincia? Da qui!

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