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04/05/2023

COME ARREDARE UN SOGGIORNO MODERNO PERFETTO – 10 REGOLE

Indice contenuti

E’ inutile negarlo, la casa del terzo millennio si è ormai evoluta verso stili di vita e di coabitazione nuovi, certamente inediti, più flessibili e meno accentrati sulla famiglia tradizionale. Ma più che quel coacervo di nuovi nuclei abitativi fatti da single, coppie felici senza figli, o scoppiate ma con tanta prole in comune, è il reddito pro-capite ad aver determinato il sostanziale cambiamento avvenuto negli anni nelle case degli italiani.

L’Italia del resto, è forse il paese che meno ha goduto dei vantaggi economici della propria “rivoluzione industriale”. Troppo breve essa è stata per incidere sulle vite degli italiani sufficientemente a lungo. A parte gli anni del cosiddetto “Boom Economico” infatti, ben poco si è visto dei vantaggi economici che via via nel tempo hanno interessato molti degli altri paesi europei e dell’area occidentale in generale, coinvolti in una certa evoluzione tecnologica. Già negli anni ’70, in Italia, si parlava di crisi. E si trattava di una crisi endemica, sistematica, non di quelle crisi passeggere che hanno riguardato prima o poi tutti i paesi industrializzati del mondo. Una crisi che, bene o male, si è protratta fino ai giorni nostri. L’Italia è dunque rimasta fra i paesi più industrializzati del mondo, ma la sua situazione, in generale, ha nel tempo ridotto in proporzione i redditi disponibili delle famiglie, senza per fortuna veder diminuire però il loro desiderio di possedere un luogo da abitare, che fosse il più possibile consono al proprio benessere. Ed ecco che, a partire dagli anni ’80, si è potuta osservare una sistematica riduzione delle superfici abitative degli appartamenti operata in maniera che, da un lato, il loro costo di costruzione fosse adeguatamente “tagliato”, mentre dall’altro fosse possibile per le famiglie stesse una diminuzione dei costi e dei tempi di gestione che ogni casa richiede.

Ma dove sono stati “rubati”, per così dire, quei metri quadri che hanno (in solo una quarantina di anni) ridotto in Italia la superficie media di un nuovo appartamento di città da 100 a 70 metri quadri? Dalla cucina certamente no, visto che dai “cucinotti” tipici degli anni ’50, la superficie urbanisticamente destinata alla preparazione dei cibi è quasi raddoppiata. Dalle “camere” nemmeno, dato che i regolamenti comunali vietano giustamente la costruzione di stanze da letto inferiori a certe metrature. E’ dunque nella cosiddetta “zona giorno” che si sono andati quasi sempre a recuperare quei metri quadri persi a causa della successiva riduzione complessiva delle superfici degli appartamenti. Ma non è una tendenza relativa soltanto alle case di piccole dimensioni. Anche nelle abitazioni più grandi, come le ville o le villette unifamiliari si è dovuto fare i conti con una certa ridistribuzione della “zona giorno” allo scopo di ottimizzarne gli spazi. Gli “ingressi” ad esempio, almeno quelli intesi come locali appositamente adibiti a facilitare e predisporre l’ingresso in casa, non esistono praticamente più. Anche la “sala da pranzo”, che così importante era diventata nelle grandi abitazioni dell’Ottocento, ha perso completamente la sua originale collocazione ed è entrata a far parte del cosiddetto “soggiorno” anche nelle case più grandi.

 

Insomma un vero e proprio movimento socio-architettonico che potremmo ironicamente chiamare “loftismo” che al grido di “abbattiamo quelle pareti” ha in pratica preluso alla totale compartimentazione delle zone vitali di una casa, riducendole a due sole aree funzionali: la zona notte e la zona giorno.

E’ in questa logica di “volumi leggeri” e “spazi aperti” che va collocata la moderna organizzazione degli spazi dedicati al “soggiorno” della famiglia ed alla convivialità in generale. Una progettazione che prevede tutte le singole zone funzionali del “giorno” tutte come fruibili contemporaneamente. Con la scomparsa di ingressi, tinelli, corridoi e cucinotti del resto, cade anche l’obbligo di rispettare le rigide e tradizionali suddivisioni degli ambienti (zona pranzo, cucina, salotto ecc) e si afferma il concetto di “open space” che congiunge in un unico ambiente sala da pranzo, salotto, studio e cucina, in un’unica entità-luogo in cui non esistono barriere o suddivisioni fra pubblico e privato.

Il soggiorno perfetto moderno è dunque questo: un luogo contemporaneo del “vivere quotidiano”, in cui locali armonicamente fusi in assetti nuovi e ben più congeniali alle attuali misure delle case, creano aree multi-funzionali specifiche, instaurate però all’interno di stanze “uniche” che favoriscono il relax e la convivialità. Interni in continua evoluzione (per questo, forse, sono così aperti), pensati per rispondere proprio ad esigenze sempre nuove e differenti, fatti di ambienti in realtà solo “teorici” che si susseguono senza soluzione di continuità, dentro case che prediligono nuove geometrie e soluzioni spesso inedite.

 L’assenza stessa delle pareti divisorie, così come l’assenza di alcuni spazi funzionali separati -come la zona pranzo o la zona relax- catalizzano l’interesse di chi intende abitare questi ambienti verso tecnologie ed espedienti architettonici spesso sorprendenti, che superano la loro connotazione tradizionale di elemento separatore e si arricchiscono di movimenti inattesi come gli scorrimenti, le rotazioni, i ribaltamenti e, più in generale, tutti quei concetti architettonici e decorativi che consentono di trasformare uno spazio fisico. Le porte, ad esempio, nel soggiorno perfetto moderno non esistono più, oppure divengono elementi flessibili fra cui prevalgono i sistemi scorrevoli a vista o a scomparsa: ampie superfici vetrate, trasparenti o colorate, che permettono di godersi il più possibile i propri spazi aperti ben sapendo che, all’occorrenza, un semplice gesto può ripristinare comfort e separazione. Gli oggetti d’arredo, allo stesso modo, diventano trasformisti, mutevoli e certamente multifunzione: la libreria non è solo libreria ma è anche porta tv, scrivania, mobile “mettitutto”. Il tavolino da fumo non è più spesso un semplice piano di appoggio ma può diventare un tavolo da pranzo, un porta riviste o un semplice oggetto decorativo. La consolle, vanto e onore di ogni “ingresso” che si rispetti, diviene un mobile dalle più incredibile declinazioni che può trasformarsi da piccola in un ampio tavolo da pranzo, così come diventare il luogo di lavoro di chi necessita magari di utilizzare il proprio PC anche in casa.

Per quanto riguarda gli imbottiti, beh, anche qui la “trasformazione” è quasi un obbligo. Si calcola che la quantità di divani, poltrone e pouff, convertibili in letto, prodotti nell’arco degli ultimi venti anni è quasi raddoppiata. I motivi sono ovvi: chi non ha una stanza per gli ospiti infatti, non può che interessarsi ad una soluzione arredativa che con una modicissima spesa gli permette di fornire la propria abitazione di uno o due posti letto aggiuntivi. E poi non dimentichiamoci delle dimensioni ridotte delle case. Quanti sono quegli appartamenti che disponendo di una sola camera da letto non sono adatti ad ospitare una famiglia con figli? Ed ecco che si ritrova aggravarsi all’interno del “soggiorno” il peso specifico di tutti quelli spazi che in esso sono di recente confluiti. Intendiamoci: si tratta di una tendenza che non è solo quella specificatamente Italiana dovuta molto spesso alla riduzione delle superfici abitative. Da tutte le parti “evolute” (dal punto di vista dell’architettura domestica, ovviamente) del Pianeta si assiste ad una ottimizzazione degli spazi abitativi. E ciò è rilevabile anche dove non vi sono rilevanti problemi di reddito o di superficie. Del resto, nell’epoca della globalizzazione e della multimedialità, non poteva certo mancare una certa revisione delle tipologie stilistiche ed architettoniche della casa, soprattutto per quanto riguarda il cosiddetto “living”, punto nevralgico dell’universo casalingo ove si concentrano tutti i percorsi vitali. Pensiamo solo a come è cambiato l’uso della Tv negli ultimissimi anni. Nuovo focolare del moderno soggiorno fino ai primi 15/20 anni del terzo millennio, esso va trasformandosi da un uso collegiale e certamente familiare (la TV grande in soggiorno è da sempre quella destinata alla visione collettiva, quella dell’intera famiglia) tipica degli anni ‘70, ad uno uso sempre più intimo e personale. Oggi la tv si guarda sul telefonino e proprio a meno di avvenimenti tali da dover essere condivisi con gli altri (vedi ad esempio i grandi eventi sportivi), essa sta divenendo sempre più un tipo di svago da utilizzarsi in maniera strettamente individuale.

Si tratta di evoluzioni che si ritrovano ovunque. Da simbolo della casa borghese quale luogo del “ricevere”, il soggiorno moderno ha rinnegato il proprio ruolo di racchiuso microcosmo della “chiacchera” o della semplice e cortese ospitalità culinaria per adeguarsi ad un sistema di vita meno formale in cui si perdono in parte quegli specifici confini apparenti, ma che non manca di proporre soluzioni nuove. E’ in questo contesto che si inserisce l’idea di Relax (spesso diretta emanazione del lavoro dei grandi Padri italiani del design del secolo scorso), quello del “convivio gastronomico”, così come il concetto -così di attualità- dello “Smart Working”. Tutte cose che un tempo non c’erano. Esigenze che il tempo e l’evoluzione sociale hanno imposto e che si ritrovano spesso in ogni progetto d’arredo.Come arredare un soggiorno moderno: le 10 regole

 

I principi fondamentali per arredare un soggiorno moderno

Massimizzare il risultato minimizzando gli ostacoli: potrebbe essere considerata questa la regola “aurea” da tenere in considerazione quando si deve progettare un ambiente. Ebbene tale regola nei soggiorni assume una valenza almeno doppia. Nella zona giorno infatti non si tratta soltanto di far convivere, come abbiamo detto, zone funzionali molto differenti fra loro, ma soprattutto di far sì che tali zone si integrino in uno spazio molto definito che è assolutamente necessario conoscere alla perfezione. Quindi per prima cosa prendiamo bene in considerazione le misure della stanza e dei suoi ingombri chiarendo bene, l’orientamento della stanza, dove sono le porte, dove le finestre, in che punti sono posizionate le prese elettriche, gli eventuali attacchi idraulici e tecnici (nel caso si tratti di un soggiorno cucina open space) e, soprattutto, individuiamo lo spazio da destinarsi all’ingresso, qualora il nostro soggiorno preveda l’entrata principale dell’abitazione all’interno del suo perimetro.

Ciò significa in pratica non attenersi semplicemente alla piantina del locale, ma effettuarne personalmente un rilievo immaginando già da subito (fin dove è possibile) la dislocazione dei singoli spazi funzionali che caratterizzeranno il soggiorno. Un’analisi che in definitiva ha semplicemente lo scopo di facilitare il compito di chi si sta per accingere a costruire, a ristrutturare o anche solamente ad arredare un soggiorno, partendo dalle più svariate situazioni iniziali.

Può sembrare una banalità, ma rendersi conto “sul posto” di quale può essere la migliore disposizione è estremamente importante in un soggiorno moderno. Per raggiungere l’obbiettivo finale (cioè la stesura di un progetto) infatti, è necessario avere ben chiari i presupposti che ne delimiteranno le soluzioni. Attraverso un’attenta ricognizione sarà quindi possibile definire la relazione fra il soggiorno ed il resto della casa, ponendo una particolare attenzione ai volumi ed alle superfici comuni, alla distribuzione fra “pieni e “vuoti”, al controllo delle proporzioni, delle fonti luminose e degli aspetti cromatici.  Subito dopo occorre però definire anche le esigenze e le aspettative di chi lo andrà ad abitare, perché è solo favorendo una scelta consapevole che sarà davvero possibile soddisfare in pieno tutte le richieste di comfort, convivialità e funzionalità che interessano il progetto di un soggiorno.

In questo complesso studio preliminare il porsi una serie di regole preliminari può quindi rivelarsi particolarmente utile.

Regola 1) Verificare attentamente le misure dei locali

Basta un metro, un foglio ed una matita per effettuare un rilievo sufficientemente preciso di un soggiorno. Non si tratta infatti di una rilevazione di misure particolarmente complicata, però va fatta con molta attenzione. Si comincia col disegnare una piccola piantina su di un foglio tale da rendere abbastanza l’idea dell’ambiente che si desidera arredare. Dopodiché si inizia a misurare le pareti e le aperture partendo dall’ingresso e proseguendo in senso orario, riportando ogni volta sul foglio la singola misura rilevata. Nel caso di porte e finestre è opportuno misurare sia l’apertura netta (che nelle porte a battente di solito corrisponde all’ingombro della porta quando si apre ruotando) che la sua dimensione complessiva di stipite e cornici.

Quasi sempre le aperture sono poi corredate di un interruttore della luce e di una presa elettrica, esse dovranno essere dunque opportunamente rilevate e riportate sul foglio quali parti delle pareti non utilizzabili. Si passa poi a misurare l’altezza delle pareti, facendo in questo caso attenzione a quelli che sono gli ingombri verticali, come i condizionatori d’aria, i cassonetti degli avvolgibili e tutto ciò che può risultare di impaccio nel realizzare un progetto che comporta a volte l’inserimento di mobili anche molto alti. Una volta effettuato un rilievo abbastanza preciso si procede col riportare le misure prese in un disegno in scala. A tale scopo possono risultare utili in molti software per l’arredamento che si trovano in rete, in alternativa si può tranquillamente procedere col fare un disegno in scala 1:20 su di un semplice foglio. Questo lavoro, non fa parte in realtà parte del lavoro di un progetto d’arredo, ma ne rappresenta la base, le fondamenta. Tanto più dunque il rilievo sarà preciso e particolareggiato, tanto più si potrà effettuare un progetto adeguato all’ambiente che si ha a disposizione.

Regola 2) Analizzare attentamente le predisposizioni tecnologiche e gli ingombri

Sia che si stia ristrutturando o costruendo ex-novo un ambiente soggiorno, sia che lo sia stia solamente arredando, è oggettivamente indispensabile definire esattamente come e dove si trovano gli elementi, per così dire, “salienti” della stanza. Grande considerazione dunque alla posizione della presa dell’antenna, a quella delle altre prese elettriche, alla posizione del citofono, allo spazio necessario all’ingresso, così come a quello indispensabile per raggiungere le varie zone funzionali. Un esame preventivo di queste posizioni deve prevedere anche la possibilità di un loro eventuale spostamento. Se infatti, ad esempio, la presa dell’antenna Tv di un soggiorno è stata precedentemente messa sulla parete dove sarebbe meglio posizionare ora il divano, bisogna tassativamente prendere in considerazione la possibilità di effettuarne lo spostamento ed il suo eventuale costo. Ogni predisposizione tecnologica in teoria può essere modificata, ma nella pratica poi, c’è da capire se il costo di questa operazione è realmente sostenibile o meno. Possono esserci poi in un soggiorno dei veri e propri “ingombri inamovibili”, capaci di rendere particolarmente complicato ogni progetto. Questi possono essere pilastri in cemento armato, muri portanti impossibili da demolire, caminetti, termosifoni, condizionatori e chi più ne ha ne metta. Ogni soggiorno moderno soffre molto spesso di qualche problematica di questo tipo, ma non bisogna scoraggiarsi: conoscendo esattamente l’entità e la posizione dell’ingombro in questione è sempre possibile trovare una soluzione adeguata al problema. I soggiorni moderni, d’altronde, sono componibili, asimmetrici, stilisticamente molto movimentati e versatili, per questo motivo è spesso facile trovare insieme al proprio professionista di fiducia il tipo di arredo più adatto alla situazione.

Regola 3) valutare attentamente le esigenze di chi dovrà abitare l’ambiente

Se è vero che, come abbiamo visto, il soggiorno moderno è senza dubbio la stanza più “multifunzionale” della casa, è altrettanto evidente quanto sia importante definire le necessità di chi lo abiterà prima di procedere ad un suo progetto. Uno degli errori in cui più frequentemente si incorre in questo caso è infatti quello di partire da un’idea di arredo –magari tenendo presente ciò che sappiamo piacerci di esistente sul mercato- per poi adattarsi successivamente nel suo utilizzo.

Quello che occorre fare è invece esattamente il contrario. Bisogna cioè iniziare ad indagare, facendosi innanzitutto una serie di domande a proposito di chi abiterà quel determinato soggiorno e di quelle che saranno le sue specifiche esigenze. Le prime sono sicuramente quelle relative al numero di zone funzionali che dovranno coesistere nello stesso locale, ovvero: La casa possiede una cucina separata? In qualche parte della casa è già prevista una zona pranzo? Ed essa è adatta anche a ricevere degli ospiti? L’ingresso nell’abitazione, farà parte del soggiorno oppure ne sarà distinto? E così via… Fatta questa prima indagine, si procederà col rispondere a domande più specifiche, del tipo: Il salotto sarà utilizzato solo per ricevere gli ospiti o anche per vedere la TV? Di quanti posti a sedere avremo dunque necessità? Se la zona pranzo sarà in soggiorno, quanti ospiti dovrà essere capace di contenere? E ancora… Abbiamo già una zona studio in casa, o vi è la necessità di creare un appoggio in soggiorno da usare per scrivere una lettera o usare il computer? Di questo passo saremo pian piano in grado di definire una sorta di “classifica” in cui inseriremo, per ordine di importanza quelle che sono le esigenze imprescindibili che ha chi abiterà il soggiorno che stiamo per progettare. Questa classifica non è uguale per tutti ma varia di caso in caso sia per il numero di necessità esistenti, sia per la rilevanza delle stesse all’interno di un progetto. Chi ad esempio non possiede in casa nessun altro spazio destinato alla consumazione dei cibi, non solo dovrà avere ben chiara l’esigenza di quello specifico spazio all’interno del soggiorno, ma dovrà avere altresì chiaro quanto questo spazio sia da posizionarsi prospicente alla cucina, in modo da limitare al minimo gli spostamenti quotidiani.

Come vedremo più avanti, l’evoluzione tecnologica ha fatto nascere poi all’interno dei soggiorni (o sarebbe meglio forse dire, dei salotti) un’esigenza nuova: quella di posizionare la Tv. Ebbene questo inserimento, ultimamente, si è reso addirittura più dirompente a causa del frequente utilizzo di televisori a grande schermo, per la cui collocazione è necessario predisporre un notevole spazio verticale. Dal punto di vista dell’intrattenimento famigliare sono però anche altre le funzionalità che spesso è necessario prevedere. Sempre di recente, ad esempio, si è resa necessaria una predisposizione tecnologica che prevede l’uso di una connessione WI-FI all’interno del soggiorno, tale da poter usufruire di tutti i vantaggi della multimedialità. Questa predisposizione, che a prima vista sembrerebbe non interessare l’arredamento o l’architettura di un soggiorno, è invece capace di condizionarla. Una connessione Wi-Fi, consente infatti l’uso di apparati tecnologici che altrimenti non sarebbero impiegabili (domotica, allarmi, accensioni, terminali mobili, videogiochi ecc.) e che invece vanno considerati in questo caso fra le funzioni da prevedere.

Regola 4) Considerare bene l’illuminazione della stanza

In ogni “zona giorno” che si rispetti vi è un fattore indispensabile da considerare riguardo l’illuminazione della stanza. Qualora infatti il soggiorno moderno venga vissuto principalmente, appunto, durante il giorno (ovvero la parte delle 24 ore giornaliere in cui il locale è illuminato dalla luce esterna), è opportuno che la luce naturale sia ben valutata, nel suo movimento, in tutto il suo ciclo giornaliero. Se invece la stanza in questione sarà abitata principalmente di sera, è necessario siano predisposte luci artificiali sufficienti ad illuminare adeguatamente tutte le zone funzionali. Chi avrà dunque la possibilità di vivere durante il giorno il proprio “living”, dovrà probabilmente prediligere quelle stanze ben orientate che posseggano una finestra sufficientemente grande, una porta finestra e magari anche un terrazzo. Chi invece per lavoro o per altri impegni sarà costretto a abitare il proprio soggiorno principalmente durante le ore serali, potrà fare a meno di queste cose, ma dovrà progettare un’illuminazione che tenga ben presenti tutte le zone funzionali che caratterizzano il proprio ambiente giorno. Sotto questo aspetto le regole da seguire nei Living riguardo la luce sono abbastanza note: Una zona pranzo che si rispetti deve avere una luce sufficientemente forte e proveniente dall’alto. Al contrario un salotto con annessa zona Tv dovrà avere delle luci diffuse ed attenuabili, proporzionalmente adeguate al comfort che tali ambienti devono essere capaci di offrire. Un discorso a parte lo merita la zona studio o la zona lettura le quali devono possedere un’illuminazione diretta capace di rendere ben visibile il computer o i libri con cui si sta lavorando o rilassando.

 

Regola 5) Dare la necessaria importanza alla posizione della Tv e del camino

Chi come noi, ha a che fare quotidianamente coi progetti d’arredo, sa benissimo che più delle teorie razionaliste del Novecento imparate a scuola o all’università, sull’evoluzione dell’ambiente “soggiorno” ha certamente influito lo sviluppo delle tecnologie, unito al desiderio di “Comfort domestico” tipico delle società post-industriali. Soprattutto se si pensa all’avvento della Televisione, con il suo “feticcio universale” -il Televisore appunto, a cui abbiamo già accennato- divenuto vero e proprio Totem casalingo, tale da essere ormai considerato quasi imprescindibilmente dall’idea stessa di “Salotto”. Ancora oggi, nonostante la fruizione dei “prodotti video” si stia evolvendo, grazie agli smartphone, verso un qualcosa di molto più personale di prima, la famiglia del terzo millennio continua infatti spesso ad organizzare il proprio tempo libero intorno a questa sorta di “sala di comando spaziale”. Stiamo parlando di una cabina di regia multimediale, in cui l’Home Entertainment è un insieme di Maxi schermi da 60, 70 (o anche più) pollici di grandezza, consolle da video-giochi, supporti video ed una connessione WI-FI diventata una sorta di “Multi-sala-giochi-cinema-Internet”, in cui troppo di sovente solo i più giovani riescono a muoversi abbastanza agevolmente, ma che rappresenta oramai il futuro. La televisione si evolve così ancora una volta, e da “nuovo focolare domestico” diventa qualcosa di nuovo, qualcosa che ancora nessuno sa bene cosa sia, ma che certamente quando risiede in soggiorno ha una sua specifica funzione sociale: quella di collante conviviale. E’ di fronte alla tv del soggiorno che la famiglia moderna si riunisce per guardare la partita della squadra del cuore; è sempre lì davanti, che gli amici si ritrovano per partecipare ad un contest di video giochi o per vedere insieme gli ultimi video postati dagli Influencer più famosi; ed è sempre di fronte al televisore grande, quello del soggiorno, che ancora si guardano i grandi eventi televisivi capaci di riunire le famiglie e gli amici e di trattenerli per ore. Un tipo di Entertainment che supera i confini originari delle mura domestiche, per unire le persone in una condivisione globale.

Ma se ci pensiamo bene … il vecchio caminetto… non aveva forse la stessa funzione? Sì è vero, esso serviva per prima cosa a riscaldare gli ambienti, ma se fosse stato solo quello il suo compito, avremmo certo dovuto vederlo sparire con l’arrivo delle stufe, dei termosifoni e dei riscaldamenti centralizzati. E invece no… il caminetto resiste ed esiste ancora, e mantiene la sua stessa mansione conviviale di intrattenere di fronte a sé famiglie e amici. Quindi nasce spesso il dilemma di come arredare quei soggiorni in cui, di “focolari domestici” ce ne sono due, invece che uno soltanto. Come si fa dunque ad arredare un soggiorno che contenga sia il camino che il televisore?  Beh, per chi ha tanto spazio, questo non è mai un problema: di solito si dedica uno spazio più grande e confortevole alla zona Tv ed uno un po’ più piccolo alla zona caminetto, ove saranno magari posizionati dei mobili imbottiti di dimensioni un po’ più ridotte. E chi tanto spazio invece non ce l’ha, deve per forza rinunciare al caminetto? Nient’affatto, perché anche in questo caso, per nostra fortuna ci è venuta in aiuto l’evoluzione tecnologica: non ci sono più infatti i vecchi televisori di una volta, quelli voluminosissimi e il cui tubo catodico li costringeva ad avere delle profondità a volte davvero incredibili. Oggi giorno gli schermi sono piatti, sottilissimi, ed anche i televisori più grandi, come i novanta o i cento pollici, non superano mai i pochi centimetri di spessore. Quando dunque si ha il dilemma di posizionare in un soggiorno non troppo grande sia Tv che camino, la parola d’ordine è una ed una soltanto “Unire”, ovvero, mettere insieme; appendere la tv sopra alla bocca del camino, oppure appoggiarla su di un ripiano accanto e così via. In questo modo il salotto potrà svolgere due funzioni contemporaneamente e non si avranno situazioni in cui i divani sono rivolti solo di fronte al televisore, relegando il caminetto ad un angolo solitario del soggiorno. Perché è proprio questo il problema: sia il caminetto che il televisore sono fatti per essere guardati e per gustarsi il relax da loro offerto. Se uno dei due rimane isolato da una parte del locale, senza poter avere la possibilità di sedervici davanti tutto il complesso arredativo si impoverisce e si ha come l’impressione di essere di fronte ad un errore progettuale. Certo, in Inverno, è più bello e intimo trovarsi di fronte ad un bel camino acceso, mentre negli altri periodi dell’anno, è certamente più piacevole guardare esclusivamente la Tv, specie se c’è un bel programma. Il televisore, però è ormai del tutto paragonabile ad un quadro: basta trovare la collocazione giusta ed il gioco è fatto, senza mettere in discussioni altre parti della stanza soggiorno. L’unica cosa da tenere sempre presente è, comunque, la sua posizione rispetto agli occhi di chi deve guardarlo: migliore sarà a sua posizione, migliore sarà probabilmente la fruibilità dell’intero ambiente.

Regola 6) Posizionare il “Salotto” nella maniera più opportuna

L’argomento appena affrontato ci porta naturalmente a considerare tutto il resto di quello che è universalmente considerato come il reale baricentro del soggiorno, ovvero la zona più rilassante e confortevole di tutta la casa: il “salotto”.

Con la parola “salotto” si intende infatti quella parte di abitazione destinata al relax, alla lettura, ma anche al ricevimento degli ospiti e, come abbiamo appena visto, all’intrattenimento. Il Salotto, nella sua accezione più comune, trova però la sua maggiore espressione in una categoria specifica di mobili: gli “Imbottiti”, ovvero, i divani e le poltrone. Tant’è che ormai “Salotto”, nel linguaggio comune, è diventato spesso sinonimo di “insieme di mobili imbottiti”.

Ma come arredare un Salotto perfetto? La zona del soggiorno destinata agli imbottiti era, fino a pochi decenni fa, definita architettonicamente “zona conversazione”. Negli anni poi, questa usanza tipica dei tempi passati di utilizzare divani e poltrone esclusivamente per ricevere degli ospiti per un thè, un caffè e qualche chiacchera si è, come abbiamo visto poc’anzi, evoluta in un uso più intimo e famigliare che, grazie anche alla tecnologia, è divenuta uno dei momenti conviviali più importanti della famiglia, insieme a quello della consumazione dei pasti.

Tutto ciò comporta che il salotto dovrebbe essere in teoria organizzato in modo abbastanza flessibile, prestarsi cioè, non solo a soddisfare i bisogni di relax e comfort quotidiani di ogni famiglia, ma anche quelli in cui c’è l’occasione di conversare con degli ospiti. In realtà non è quasi mai così. Sì perché nonostante siano ben presenti sul mercato mobili sedute imbottite che permettono,  in qualche modo, di variare la propria composizione a seconda delle necessità (momento Tv, oppure momento conversazione), la atavica carenza di spazio che accomuna molti appartamenti, porta inevitabilmente a stabilire una posizione ideale del salotto ed a mantenerla nel tempo.

Il motivo di questo è presto detto: Un piccolo gruppo di persone riunito a chiaccherare, tende a disporsi in circolo. Ciò in un salotto avviene intorno ad un punto focale che in genere è rappresentato dal classico tavolino da fumo. Tutto questo però va contro alle necessità che ha chi utilizza di solito il salotto per guardare la Tv. In quel caso infatti, specie quando si è in tanti, si tende ovviamente a disporsi “in linea” di fronte al televisore, in modo da non intralciare la vista a nessuno. Chi ha questo tipo di doppia necessità, dovrà quindi per forza fare di necessità virtù e trovare degli escamotage tali da consentirli di modificare in qualche modo le sedute dei propri divani. Per fortuna, i divani moderni sono spesso “componibili” e consentono di disporre di alcune sedute aggiuntive (comunemente chiamati “Pouf”) che possono essere facilmente spostati e posizionati di fronte al divano, per farvi sedere degli ospiti, oppure messi attaccati ad esso per fungere da “poggia-piedi”. Un’altra soluzione abbastanza utilizzata a questo scopo è quella che prevede l’uso di una o due poltroncine aggiuntive. Differentemente da quanto accadeva prima, quando cioè il salotto era quasi sempre composto da tre pezzi (divano e due poltrone), è difficile che in un soggiorno si disponga di uno spazio tale da poter inserire due poltrone di grandi dimensioni; per questo motivo si cerca di privilegiare lo spazio “comfort” (quello destinato al divano, tanto per intendersi) a cui possono essere però abbinate due sedute, comode ma di piccole dimensioni, come due poltroncine appunto.

In quanto alla sua posizione, in generale si può dire che il gruppo imbottiti può essere posto nella stanza in due modi: o con lo schienale addossato ad una parete, o messo al centro della stanza. Come abbiamo detto più volte, le dimensioni medie degli appartamenti, fanno sì che si prediliga nei salotti la soluzione che prevede di poggiare il divano sulla parete di fronte a quella dove è posta la Tv. Nelle stanze più grandi però, siccome vige una regola aurea che suggerisce di non attraversare il salotto (alla fine la vedremo) con i tragitti di passaggio che portano verso le zone esterne al soggiorno, si tende a posizionare il divano al centro stanza, in modo da ridurre anche la sua distanza dalla tv. Questo ovviamente a discapito del momento “conversazione” che sarebbe bene invece sempre prevedere all’interno di un salotto.

Tenendo presenti questi aspetti, si può dunque senza dubbio affermare che, anche se non è possibile definire come deve essere un salotto ideale che sia adatto ad ogni stanza, si può comunque individuarne delle caratteristiche ottimali che si focalizzano principalmente su due aspetti: l’uso che se ne fa e la sua sistemazione nella stanza. In linea di massima se un salotto verrà utilizzato per guardare la Tv o il camino, i divani dovranno essere collocati ad una distanza media tale da consentire una buona visione di Tv e camino, senza però occupare troppo spazio nel soggiorno. In questo posizionamento dovremo tenere conto anche delle dimensioni della Tv perché maggiori è la superficie dello schermo, maggiore è la distanza che sarà opportuno tenere dai divani. Se al contrario il salotto verrà utilizzato per la conversazione con degli ospiti, esso sarà posizionato in maniera circolare o almeno semi-circolare, attraverso l’uso di più divani, pouff e poltrone; in tal modo tutti i conversanti avranno così modo di vedersi in faccia e di rendere più piacevoli i loro momenti di dialogo.

Regola 7) Limitare al massimo gli assembramenti di mobilia

A prima vista può sembrare una banalità, invece il soggiorno è per sua stessa natura un locale che si presta molto facilmente ad errori di arredamento. Del resto, sia la mansione multifunzionale che gli viene richiesto di compiere, sia il fatto che il soggiorno moderno si componga di elementi variegati ed asimmetrici (per quanto riguarda il salotto e per quanto riguarda i mobili contenitori) fanno sì che sia molto difficile progettare un ambiente così multiforme.

Come abbiamo visto, data la scarsità di spazio di molte abitazioni, accade molto spesso che il salotto e la sala da pranzo convivano nello stesso ambiente; senza contare che molto spesso anche la cucina e l’ingresso finiscono per far parte di questo locale. E’ la cosiddetta soluzione “open space” o, per dirlo in italiano, “soggiorno a pianta aperta”, la cui principale caratteristica sta nell’assenza di muri divisori; un tipo di soluzione che permette ad uno spazio limitato di sembrare (e di risultare poi anche nella realtà dell’abitare quotidiano) più ampio per la sua capacità di dare a chi lo vive un’impressione di libertà. Questa impostazione, particolarmente adatta alla moderna vita “informale”, ovviamente ha molti vantaggi ma anche numerosi svantaggi, primo fra tutti la difficoltà di collocare la mobilia in modo che non appaia un amorfo agglomerato di suppellettili. In ogni soggiorno moderno convivono quasi sempre: il salotto, il mobile della Tv, come abbiamo visto talvolta anche il camino, la zona pranzo, la zona studio, quelle destinate al passaggio e chi più ne ha più ne metta. Risulta dunque abbastanza logico immaginare che se non si è capaci di dare vita ad un suo vero e proprio “progetto d’arredo”, qualsiasi soggiorno è destinato a diventare un ammasso di mobilia. In questo ambito esistono due parole d’ordine molto perentorie: “equilibrio e compostezza”.

L’equilibrio sta nel valutare con attenzione ciò che effettivamente necessita e ciò di cui si può fare tranquillamente a meno, così come calibrare quelli che sono gli spazi da occupare e quelli da mantenere vuoti. La compostezza si attua nel dare un rigoroso ordine agli ambienti ed ai loro arredi facendo in modo e maniera di poter mantenere tale ordine anche con l’andare del tempo. Per questo nei soggiorni moderni è così necessario avere un programma preliminare e, quando possibile, potersi affidare a dei professionisti dell’arredo. Non c’è niente di peggio infatti nel vagheggiare il proprio soggiorno come la semplice sommatoria di alcuni oggetti d’arredo, posizionati magari nel tempo, ma collocati senza aver preventivamente previsto il risultato che si desidera ottenere. Eppure lo abbiamo detto: il soggiorno moderno è giovane, variegato ed informale e questo potrebbe suggerire a qualcuno che si tratti di un arredamento in cui basta via via aggiungere elementi, fino al riempimento della stanza ed al soddisfacimento delle singole esigenze. In realtà non è così, anzi, è proprio tutto il contrario. La natura immediata ed informale di ogni soggiorno moderno rende infatti quasi spontaneo, l’accostamento “casuale” dei suoi arredamenti d’arredo; con il solo risultato di finire immersi in una confusione di stili e di arredi, in cui di certo la quantità di mobili non aiuta. Sì perché se è pur vero che ogni soggiorno deve essere frutto di un progetto ben preciso, è senza dubbio altrettanto vero che è estremamente facile esagerare nell’aggiungere mobili in una stanza che è il vero “fulcro” dell’intera casa. Ecco che a questo proposito si rivela estremamente utile quell’ordine (soprattutto mentale, oltre che reale) a cui accennavamo prima. Un tipo di atteggiamento che deve ostacolare l’accumulo di mobili ed evitare acquisti incauti, se non addirittura dannosi.

 

Regola 8) Valorizzare la zona pranzo

Il soggiorno moderno, quando viene integrato con la zona pranzo, diviene molto spesso la zona più impiegata della casa. Sarà qui che si trascorreranno le ore migliori della giornata, destinandole al relax (sul vicino salotto) oppure leggendo o guardando la Tv, ma sarà sempre qui che, probabilmente, si consumeranno i pasti più importanti della famiglia. A meno che non si possegga infatti una vera e propria “sala da pranzo” separata, o a meno che non sia abbia una superficie abitativa tale da essere costretti a pranzare in cucina, quello del soggiorno sarà probabilmente il tavolo da pranzo in cui ceneremo e riceveremo gli ospiti e in cui consumeremo i pasti in famiglia. E’ dunque molto importante che questa zona funzionale del soggiorno sia progettata non solo per raggiungere il massimo del comfort e della praticità, ma anche per far sì che questo diventi l’angolo più elegante, ospitale e rappresentativo, di tutta la nostra abitazione.

Come si progetta, quindi la zona pranzo? A seconda della forma del Living e del modo in cui esso è stato progettato architettonicamente, si può dunque considerare tale locale come un ambiente unico, in cui però le zone “salotto” e “sala da pranzo”, in cui sono solitamente suddivisi i soggiorni moderni, si distinguano scrupolosamente pur rimanendo integrate. Le separazioni più nette e visibili si ottengono ovviamente intervenendo sull’architettura del locale. Rialzando ad esempio il livello del pavimento di una delle due zone, oppure ribassandone il soffitto, si ottiene una divisione ben visibile e netta che lascia però intatto l’aspetto “open space” del soggiorno. Si può raggiungere lo stesso obbiettivo anche utilizzando delle differenti tinteggiature, oppure applicando in una delle zone delle specifiche carte da parati. Un tempo, circa a cavallo degli anni ’80, era divenuto di moda separare la zona pranzo dal resto del soggiorno tramite un arco o un mobile divisorio bifacciale. Nelle stanze particolarmente grandi si usano anche le porte scorrevoli, le quali, riprendendo un’usanza orientale, offrono il vantaggio di separare fisicamente le zone, quando è necessario, senza dividerle visivamente.

Se si desidera però avere una stanza da giorno aperta, che sia oggettivamente continua e che non abbia dunque una netta suddivisione estetica fra le sue zone funzionali, si può tranquillamente ottenerla impiegando gli stessi materiali (pitture, legni, colori ecc..) inserendo quindi dei costanti riferimenti stilistici fra le due zone contigue. Tutto ciò, per quanto riguarda la zona pranzo può risultare anche più complicato del previsto, perché per abbinare un tavolo e delle sedie ad un salotto moderno è necessario possedere un gusto ben allenato e una estrema consapevolezza del risultato che andremo ad ottenere.

Per ciò che concerne i tavoli -a parte le loro dimensioni e la loro forma ottimali, le quali dipendono dalla configurazione e dalla superficie del locale- è molto importante definire uno stile che si intoni con il resto della mobilia e delle rifiniture. In questo caso però, quando si parla di “stile” non si intende semplicemente una distinzione fra quello che può essere l’arredo “classico” e quello moderno, ma più precisamente quell’insieme di forma, design, colori e materiali che è capace di definire uno stile del tutto proprio di ogni oggetto e che deve essere valutato come attinente o non attinente a tutto il resto. Un tavolo, ad esempio, completamente in legno scuro, pur nella sua modernità può richiamare ad un ambiente di gusto più “borghese” ed essere per ciò abbinato ad un arredo estremamente elegante. Lo stesso tavolo, coniugato però nei colori più chiari dei legni esistenti in commercio, può essere invece il rifermento per uno stile di gusto molto “nordico” ed essere per questo più opportunamente abbinato ad ambienti giovani ed informali. La medesima cosa vale per le sedie: non è più il tempo in cui si tappezzavano le sedie con lo stesso tessuto in cui si rivestiva il salotto; un’opportuna scelta coordinata però è lo stesso indispensabile quando si tratta di arredare con delle sedie un ambiente open space. Esse dovranno dunque essere intonate all’arredo e pur se esiste una certa libertà sulla scelta delle forme e dei colori di quest’ultime, è sempre necessario optare per delle sedie che abbiano ben visibile in sé la ragione per cui sono state scelte ed alloggiate in quello specifico soggiorno.

Regola 9) Integrare ed abbinare i colori ed i materiali

Come abbiamo appena visto dunque, l’arredamento di un soggiorno moderno, pur nella sua estrema libertà compositiva, necessita comunque dell’osservanza di alcune direttive fondamentali. Fra queste, senza dubbio, vi sono quelle che riguardano gli abbinamenti fra colori e materiali. D’altronde, quando qualche paragrafo fa parlavamo di “equilibrio e compostezza”, ci stavamo proprio riferendo a quell’ordine mentale e fisico che deve regnare in ogni progetto d’arredo per la zona giorno, anche il più informale.

In ogni soggiorno moderno che si rispetti dunque, i muri, i mobili, il soffitto, le tende e i tappeti, devono offrirsi a noi come tante pennellate di un quadro che nel complesso, con i suoi colori e i suoi materiali, deve riuscire a farci star bene, guardandolo e vivendolo nella realtà. Se ci sforzassimo di immaginare un soggiorno senza queste componenti infatti, ci apparirebbe come un mondo talmente grigio ed uniforme da apparirci senza dubbio spiacevole.

Dallo stile moderno abbiamo ormai appreso ad amare ed utilizzare con sicurezza e buon gusto l’alternanza fra colori e materiali, spesso, anche molto differenti fra loro. In passato non era così: i mobili erano quasi sempre marroni (talvolta bianchi, ma non in Italia), mentre le tappezzerie si ripetevano monotematicamente sui divani, sui tendaggi, sui tappeti e su tutto ciò che era in qualche modo coordinabile. La casa moderna ci ha invece perfettamente abituati ad una certa libertà di azione in cui anche un’eccezionale invasione di toni vivi, di contrasti a volte anche violenti e di accostamenti audaci, non fanno altro che rendere i nostri ambienti più gioiosi, vivaci e accoglienti. Tuttavia, per abbinare bene i colori e i materiali, anche (o, forse, soprattutto) in un soggiorno, bisogna stabilire preventivamente un giusto equilibrio di forza e di influenza reciproca. Non è possibile realizzare infatti una perfetta armonia senza conoscere almeno qualche principio elementare, qualche regola fondamentale.

Come si utilizzano allora i colori in un soggiorno? Partiamo innanzitutto da un concetto: è molto difficile parlare di colori nell’arredamento (e di conseguenza, di materiali), prima cosa perché, come è risaputo, ognuno di noi percepisce i toni in modo diverso e secondariamente perché c’è una variabile fondamentale che dipende dalle “tendenze in atto”. Sì perché la “moda” intesa come propensione temporale verso un certo tipo di preferenza, con la sua grande propulsione verso il compiacimento e dunque verso l’omologazione nell’arredo, come in tutti gli ambiti che interessano il gusto delle persone, assume una grandissima importanza. Attualmente ad esempio nell’arredamento di un soggiorno si preferiscono i colori “della terra” come i diversi toni del Marrone, i Grigi e tutte le varianti che si possono ottenere mixando questi colori, oppure immaginando dei materiali naturali (come la pietra ed il legno) che li contengano. Fino a qualche decennio fa invece erano spesso il bianco ed il nero (magari in versione lucida) a farla da padrone nei soggiorni moderni. Nessuna di queste scelte può dirsi sbagliata quando è figlia del preciso periodo storico in cui viene effettuato il progetto; ma se proprio si vogliono scovare delle regole universali buone per ogni tempo e per ogni stagione, possiamo provare a indicarne qualcuna.

Nelle grandi superfici, come pareti e soffitti, sono di solito da prediligere colori chiari, più o meno luminosi a seconda dell’esposizione e dei gusti personali: bianco, bianco sfumato di colore, grigio caldo, canapa chiaro. I colori scuri si possono tranquillamente utilizzare anche per le murature (specie se si ha delle grandi superfici a disposizione), ma bisogna saperli calibrare per evitare di rendere opprimenti degli ambienti troppo piccoli per essere tinteggiati di grigio scuro o di marrone. Date le molteplici funzioni del soggiorno, infatti, la parete cui è accostato un divano, o un tavolo o un mobile potrà essere ravvivata con un colore più forte (bruno, azzurro scuro, verde scuro), sempre soltanto se si ha un’idea complessiva ben precisa del proprio progetto d’arredo. Se si vuol dare “sapore” a qualche parete, da un po’ di tempo, si può usufruire anche dei tanti vantaggi delle moderna carte da parati, le quali sono divenute decorazioni molto diverse da quelle che venivano fabbricate fino a pochi decenni fa. Adesso le carte da parati sono più assimilabili a delle “gigantografie” e se hanno in verità ben poco a che vedere con le foto delle Alpi o dei paesaggi Caraibici che ognuno tende a immaginare quando sente questa parola, permettono, proprio come accadeva per le grandi foto da parete, di poter essere adattate dimensionalmente e graficamente con le dimensioni e le necessità di tono di cui si ha bisogno. I materiali più salienti ed interessanti, quali legni, laccature, malte, metalli eccetera, sono sempre destinati alla mobilia, così come i tessuti agli imbottiti (divani e poltrone) ed alla tappezzeria. Nell’ottica di creare un arredamento che mantenga intatta il più possibile la propria modernità, bisogna puntare nel progetto a colori e materiali non destinati a “passare di moda”.  Le tinte vivaci (gialle, rosse, arancioni), così come le materie molto particolari, dovranno dunque essere riservate a piccole superfici (come le rifiniture o i piccoli frontali del mobile) oppure ad accessori facilmente sostituibili come un tappeto, le tende, i cuscini appoggiati sul divano e i soprammobili.

 

Regola 10) Massimizzare l’utilizzo degli spazi vuoti

Un suggerimento importante per chi desideri sfruttare al meglio lo spazio interno ad un soggiorno è quello di non sottovalutare gli spazi da lasciare vuoti e disponibili al passaggio, rispetto a quelli che si intende occupare con l’arredamento. Le recenti proposte arrivate dal settore del mobile a proposito dell’arredo moderno da “zona giorno”, vedono consolidarsi quei rinnovamenti anticipati qualche anno fa (e non solo dal punto di vista formale) attraverso i quali si tende sempre più ad una certa “sintesi”, funzionale e concettuale dell’arredo, piuttosto che a una sua mera funzione decorativa. E’ forse però anche il concetto stesso “dell’abitare il soggiorno” che, come abbiamo visto in questi pochi paragrafi, si sta profondamente modificando. Che cosa chiedono le persone ad un arredo da zona giorno che sia effettivamente capace di incidere positivamente sulla loro vita? Sicuramente nei più recenti progetti si è espressa al massimo la propensione a rendere ogni soggiorno polifunzionale e versatile: tanto design minimale dunque, ma con forme, colori e materiali sempre più accattivanti ed attuali, e purtroppo con qualche debolezza -specie nel progettare spazi che per le loro dimensioni ridotte- che mettono spesso a dura prova qualsiasi arredatore. E’ in questo ambito di ragionamento che deve inserirsi una riflessione, doverosa e puntuale, su quelle che sono le dinamiche, per così dire, “esterne” al progetto d’arredo, ma che devono assolutamente essere prese in considerazione quando si ha a che fare con ambienti che, come quello del soggiorno, vengono ultimamente sfruttati quasi sempre al massimo. Abbiamo parlato finora di un soggiorno moderno che può essere usato di volta in volta, a seconda dei casi, come Sala da pranzo, come Salone (inteso come luogo dove ricevere tanti ospiti insieme), come Salotto, come Studio, come Zona lettura e relax e, quando richiesto, anche come Ingresso dell’abitazione e come Cucina.  Abbiamo però forse tralasciato il fatto che il soggiorno è, sempre più spesso, una “stanza di passaggio”. Ormai i corridoi nelle case non esistono più: i loro muri sono stati abbattuti per ottimizzare gli spazi ed abitarli per intero e, dove è stato possibile, si è addirittura preferito fare a meno anche dell’ingresso, in modo da sfruttare fino all’ultimo centimetro, tutta la superficie a disposizione. Allo stesso tempo però si è “caricato di compiti” la zona giorno, creando una certa idiosincrasia fra quelli che sono gli spazi occupati dai mobili, ovvero dall’arredo in generale, e quelle che invece sono le zone lasciate vuote nel soggiorno perché destinate al transito. Si tratta di una contrapposizione archittettonica che deve per forza avere un solo vincitore, il quale, per i motivi che fra poco vedremo, deve essere tassativamente il “vuoto”.

Abbiamo già visto quanto è importante in un soggiorno evitare l’ammasso di mobilia, ma a parte questo indiscutibile presupposto, c’è da considerare quanto la zona giorno della casa sia divenuta col tempo anche il suo principale ganglio viario. Dal soggiorno si passa per entrare in casa, per raggiungere la cucina, per andare nella zona notte, per andare ad aprire la finestra o la porta finestra spesso più importante di tutta l’abitazione e per arrivare alle singole zone funzionali in cui è suddiviso il soggiorno stesso. Un vero e proprio maxi-incrocio in cui rischia di crearsi un ingorgo ogni volta che si tenta di occupare le sue “strade” con un mobile o un oggetto in più. Per questo motivo gli spazi vuoti in un soggiorno moderno sono più importanti del suo stesso arredamento e come tali vanno considerati. Un errore che si fa di frequente è ad esempio quello di costringere le persone ad attraversare il salotto (inteso come insieme di divani, tavolino e mobile porta TV) per arrivare alle altre zone della casa, come la cucina o la zona notte. Ciò è assolutamente da evitare, e piuttosto che creare questa situazione è di gran lunga preferibile fare a meno di qualcosa o diminuire le dimensioni di qualche mobile del salotto, invece che dover passare necessariamente in mezzo a quest’ultimo. Si tratta sempre di barcamenarsi fra l’esigenza di spazi pieni e la necessità di spazi vuoti di cui abbiamo parlato fin dall’inizio, quando abbiamo individuato in “equilibrio e compostezza” le parole chiave dell’arredamento di un soggiorno. Sicuramente l’impatto che gli arredi presenti sul mercato (anche quelli presenti nei cataloghi La Casa Moderna) hanno sul gusto delle persone e i desideri che talune soluzioni possono indurre in chi abita in case che definire “normali”, non è assolutamente da considerarsi svilente, può essere di grande stimolo per far capire il pieno valore che ogni casa è capace di esprimere. Il rischio però di non fare bene i conti con la tipologia edile che si possiede (o che si ha intenzione di acquistare) o con il budget che ci possiamo permettere, induce molto facilmente a immaginare arredamenti che non si prestano al progetto che ci stiamo apprestando ad affrontare. Troppo spesso per avere un effetto realmente armonico in un soggiorno, occorrerebbero interventi che in realtà interessano ancora una percentuale troppo bassa, rispetto a tutti coloro che acquistano mobili e allora succede, purtroppo, che invece di un arredamento bello e funzionale, si ammobilia semplicemente il soggiorno con una accozzaglia di suppellettili frutto di acquisti separati, fatti magari diluendoli nel tempo. La tendenza ad aggiungere successivamente “pezzi singoli”, dovuta per lo più al relativo valore che si tende a dare alla casa in cui si vive rispetto ad altre priorità (Smart-phone, Tv, viaggi ed animali domestici), fa sì che sia alquanto difficile, se non impossibile, ottenere un risultato appena sufficiente dal punto di vista del design del proprio Living.

Chiarito questo punto, proviamo a mettere nero su bianco alcuni principi imprescindibili che tutti sarebbero tenuti a seguire a tal proposito. Per far questo partiamo proprio dal salotto nel quale, essendo esso solitamente composto da Divani, Mobile con Tv e Tavolinodovrebbe di solito mantenersi una distanza minima fra i suoi arredi di circa 60 cm. Come abbiamo appena detto però, questi 60 cm non possono essere utilizzati come passaggio: i tragitti funzionali del soggiorno, dovrebbero infatti passare intorno al salotto ed avere una larghezza minima di 90 cm. Una sola deroga è concessa a questo assioma: quando in un soggiorno moderno rettangolare il divano è posizionato a parete ed il soggiorno è necessariamente da attraversare per raggiungere la porta finestra che è a disposizione della stanza. In questo caso è consentito percorrere il salotto, a patto che a tale scopo vi sia stato predisposto un passaggio di almeno 90 cm fra Mobile principale e tavolino da fumo. In ogni caso dunque è da sconsigliarsi l’attraversamento fra il divano (o i divani) e il tavolino da fumo, perché ciò crea imbarazzo e disordine.

Chi invece deve fare i conti con il proprio limitato spazio, ma deve per forza inserire in soggiorno anche la zona pranzo, deve sapere che sono necessari almeno 80/90 cm in più, da lasciare liberi intorno al tavolo per sedervi e poterci girare intorno. Questa distanza è valida anche in presenza di una credenza o di una vetrina ed anche in questo caso, è sconsigliabile utilizzare questo corridoio quale passaggio. Un discorso a parte lo merita l’ingresso, per il quale, quando c’è, è necessario lasciare il più ampio spazio libero del Living. Esso si calcola in almeno 5/6 mq, i quali dovrebbero essere posizionati perpendicolarmente alla porta, nel classico schema rettangolare di 2 metri per tre. Tutti gli altri passaggi, verso la cucina, la zona notte eccetera dovrebbero avere una larghezza minima di 90 cm, anche se la misura di un metro e venti sarebbe in realtà quella minima consigliabile nella maggior parte dei casi.

Arredare il soggiorno: sembra facile ma non lo è

Abbiamo visto insieme come seguendo poche regole è possibile farsi venire in mente tante idee per arredare un soggiorno moderno. Ogni casa è però differente, così come differenti sono le esigenze che ogni famiglia possiede, è quindi solo dalla sintesi di quest’ultime con la migliore coniugazione dello spazio disponibile che possono venir fuori i migliori progetti d’arredo. Le regole sono quindi valide a livello generale ma vanno declinate singolarmente ed interpretate con molta attenzione. Oggi per arredare una zona giorno moderna in maniera equilibrata e composta non basta improvvisarsi designers: bisogna aver studiato, avere esperienza specifica e soprattutto conoscere tutto ciò che offre il mercato. Chiunque sa che i divani tradizionali a due o tre posti possono essere sostituiti da quelli con penisola, ma in quanti conoscono quale forma possono assumere e quante funzioni nuove e quasi sconosciute, quest’ultimi, possono essere chiamati a svolgere? Molti sanno, ad esempio, che i mobili da soggiorno possono essere per la maggior parte componibili, ma in quanti sanno quanto tipi di differenti comparizioni essi permettono? Tanta libertà di scelta richiede molta più competenza di quanta, spesso, se ne ha a disposizione. A fronte di questa affermazione il nostro consiglio potrebbe essere tranquillamente quello di non farsi spaventare e di “studiare” di più, ma siccome il tempo a disposizione delle persone è solitamente sempre poco, ecco che l’aiuto di validi professionisti come quelli presenti nei negozi La Casa Moderna, diventa davvero indispensabile. Per cui rechiamoci da chi fa questo mestiere da sempre, con le idee molto chiare, simuliamo pure i nostri gesti quotidiani e confrontandoci con i nostri spazi immaginandosi alle prese con i mobili e gli arredi che più ci piacciono… Ma poi lasciamo fare a chi, senza dubbio, ne sa più di noi. Il consiglio più giusto da dare è dunque quello di documentarsi, imparare e anche seguire il proprio cuore per le scelte “di impatto”, tenendo conto però sempre che sono i dettagli che fanno bello l’insieme e che, se non vogliamo che la nostra casa diventi un magazzino, sarà meglio affidarsi a chi saprà affrontare il progetto del nostro soggiorno, lasciando vuoti degli spazi, piuttosto che occuparli solo per il gusto di riempirli.

 

Conclusioni 

Speriamo che la nostra guida su come scegliere un letto imbottito  ti abbia fornito le informazioni necessarie per prendere una decisione consapevole e soddisfacente. Presso Griva Arredamenti, siamo pronti ad aiutarti a realizzare arredamento su misura.

Ti invitiamo a visitare i nostri showroom di Pinerolo e Torino, dove potrai scoprire di persona la qualità e l’eleganza dei nostri mobili. Potrai toccare con mano i materiali, valutare le soluzioni di spazio e ottenere consigli personalizzati dai nostri esperti.

 

Se hai domande o desideri ulteriori informazioni, non esitare a contattarci. Saremo felici di fornirti tutte le risposte di cui hai bisogno dai nostri esperti  interior designer.

 

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