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04/05/2023

LE LIBRERIE COMPONIBILI DA SOGGIORNO: 20 MODELLI CON TANTE FUNZIONI E TANTISSIME NUOVE FORME

Indice contenuti

I libri ed il mobile da soggiorno

Se oggi è molto comune avere una libreria in soggiorno, non sempre è altrettanto abituale la consuetudine alla lettura. Almeno alla lettura di libri non puramente di evasione (che sono poi quelli che, una volta terminati, si gettano). Verso la “buona lettura” (o letteratura) proviamo una certa diffidenza: impegno, serietà, noia sono le immagini che associamo ad essa, retaggio di esperienze precoci, scolastiche ed infantili, che ci hanno costretti a leggere non tanto quello che avremmo voluto, bensì quello che ci veniva imposto. La lettura come compito e dovere. Insomma. Quando questo dovere è venuto meno, ben raramente ci è rimasta la voglia di leggere, proprio perché non si era creata alcuna abitudine alla lettura intesa come scelta personale, godimento, piacere eccetera. Disabitudine che porta con sé, come inevitabile conseguenza, le difficoltà o l’incapacità a scegliere tra la grande produzione libraria quei volumi che più ci possono appagare. Ci troviamo così defraudati non solo di una fonte di arricchimento culturale e spirituale, ma anche di una vera gioia, di un piacere che potrebbe “letteralmente” essere a portata di mano, e in qualsiasi momento. Potrebbe, ma non è, perché, anche quando nella nostra libreria i libri non mancano, molto spesso lì restano. Come un oggetto, un soprammobile puramente ornamentale. Il libro invece è uno strumento, va usato, e più si usa più si impara a ben servirsene e ad apprezzarlo. Uno strumento estremamente duttile che di momento in momento può rispondere alle nostre richieste e ai nostri bisogni. Uno strumento che si deve maneggiare, sfogliare, guardare per scoprire come è facile, una volta incominciato, non trovare più il momento di smettere.

La cosa più giusta da fare quindi, sarebbe tenersi sempre un libro vicino, anzi, tenersene anche ben più di uno, diversi tra loro per contenuto e impegno, cui attingere nei vari momenti della nostra giornata secondo lo stato d’animo e le necessità.

Seduti in poltrona, con un bicchiere sul tavolo e un buon libro: un’immagine di comfort e di relax. Ma il libro, dove lo mettiamo? È chiaro, nella libreria!

Un tempo le librerie trovavano posto esclusivamente nella biblioteca o nel locale “studio” della casa. In realtà queste stanze con caratteristiche così particolari non esistono quasi più e gli scaffali per i libri si collocano in ogni ambiente della casa. Anche in soggiorno, naturalmente, dove non è difficile creare le condizioni per una buona lettura: poltrone comode, tranquillità e illuminazione adatta. Per fortuna oggi il gusto comune si è evoluto parecchio e si fa sempre più strada un modo meno schematico di intendere l’arredamento, meno legato ad un certo numero di elementi che “ci vogliono”, qualunque siano le esigenze e le disponibilità di spazio. Se i libri sono pochi e non pensiamo, domani, di averne molti di più è inutile riempire le pareti di scaffali, soffocando uno spazio magari già esiguo. Ma il nostro discorso, qui, si rivolge a quelli (e ci auguriamo siano sempre più numerosi) che di libri ne hanno, e magari parecchi. Parliamo di librerie, o meglio, di scaffali in genere, poiché è bene tener presente che su mensole e ripiani, oggi, accanto ai libri, si posa un po’ di tutto.

 

Le librerie. Tanti tipi diversi di mobile dai molteplici usi.

Scaffalature per tenere in ordine i libri, ma anche strutture complesse utilizzate per dividere gli spazi, riporre gli oggetti, abbellire le pareti, sono un tipo di mobilia molto in uso. Sempre con un’unica costante in ogni modello: la grande funzionalità.

Possono essere progettate su misura, oppure realizzate con moduli componibili in diversi materiali a seconda delle esigenze di spazio e capienza. Possono contenere soltanto libri oppure oggetti da collezione, Hi-fi e televisori. Possono essere composte di soli scaffali “a giorno”, essere vetrine chiuse, avere ante in ferro, legno o laminato, dipinte al naturale oppure laccate, a sviluppo verticale o “orizzontale”, coi fianchi metallici o in legno. Tante possibili varianti con un indiscutibile denominatore comune: come è facile trovare il posto per i libri quando si ha a disposizione uno spazio ben definito ed organizzato.

Una prima grossa distinzione va fatta tra scaffali che hanno bisogno di essere fissati a muro (le cosiddette “librerie sospese” o “a mensole”), e scaffali invece autoportanti, cioè in grado di sostenersi da soli (vedremo poi che a volte è consigliabile fissare al muro anche questi): le cosiddette “librerie a terra”. La “componibilità” è un notevole grado di libertà offertoci dai molti tipi di scaffali in commercio: questa caratteristica produttiva trova proprio qui la sua più corretta applicazione, al di là delle mode passeggere. Nella maggioranza dei casi, infatti, è comodo orientarsi su scaffalature con produzioni modulari, componibili e a ripiani mobili oppure sfalsati, in modo da mettere per davvero la libreria al servizio dei libri e di tutti gli oggetti che dovrà contenere e che potranno variare nel tempo. Le librerie componibili sono infatti composte da moduli assemblabili fra loro. Possono essere costruite in diversi materiali e presentano il grande vantaggio, rispetto alle librerie fisse e monoblocco, di poter essere adattate per lo spazio che si ha a disposizione con notevole facilità. Un altro vantaggio delle librerie componibili è costituito dalla possibilità, in caso di trasloco, di smontarle e riadattarle ai nuovi ambienti. Ma attenzione: in ogni caso bisogna ricorrere a personale qualificato dal momento del rilievo delle misure al momento dell’installazione.

Di librerie componibili ne esistono una infinità di tipologie: esistono quelle composte con dei lunghi fianchi verticali intervallati da tanti ripiani orizzontali, a seconda di quanto sono le posizioni che ci interessa creare all’interno del mobile, e quelle che si sviluppano “orizzontalmente” in cui gli spazi si creano intervallando a piccoli fianchi verticali, dei ripiani orizzontali lunghi a volte quanto la stessa libreria.

Nel progettare una libreria è necessario tenere presenti alcuni dati, che fanno parte di quei “segreti del mestiere” che solo i mobilieri più accorti, , conoscono e che quindi non possono certo trovarsi nelle grandi strutture di vendita moderne. Vediamone quindi alcuni.

La profondità

La profondità “ridotta” di questo tipo di mobile è uno dei motivi per cui quest’ultimo è così frequente da trovare nelle case moderne. Le dimensioni dei nuovi soggiorni, quasi sempre uniti alle cucine in un’unica stanza d’ingresso, creano non poche problematiche di arredamento proprio a causa degli spazi disponibili molto contenuti.

Non molto tempo fa, specie nei soggiorni, esisteva fra l’altro il problema che le librerie da soggiorno, essendo quasi sempre predisposte anche come appoggio per la Tv, necessitavano di alcune zone profonde almeno 55 cm in modo da potervi alloggiare i vecchi televisori con tubo catodico. Le nuove tecnologie hanno però superato questo problema e ciò ha permesso di progettare più facilmente questo tipo di mobilia.

Essendo dunque ritornati principalmente ad essere mobili che “per definizione” sono destinati a contenere dei libri è importante partire dal loro uso primario per capirne i metodi di progettazione più adeguati. Per i mobili librerie, la profondità più adeguata per contenere volumi di forma “normale” è solitamente 18/22 cm, mentre per i volumi “d’arte” può raggiungere anche i 33/35 cm. Questo comporta il fatto che una libreria di dimensioni “regolari”, non possa essere meno profonda di 33 cm misura che, guarda caso, è proprio quella che genericamente si considera come standard per le librerie “di serie”. Una cosa che bisogna considerare in questo caso è il fatto che, molto spesso, le librerie sono fornite di un sottile pannello in legno posteriore che funge da schienale e serve per proteggere il muro ed i libri stessi da un eventuale loro contatto. Questo “schienale” ha uno spessore molto limitato (di solito 1 cm, o anche meno) ma che si scosta solitamente dal muro per qualche centimetro per lasciare dell’aria che funga da isolamento, il che riduce la profondità sfruttabile a circa 29/30 cm. Nel caso delle librerie “da soggiorno” non è raro trovare però mobili che hanno una profondità superiore anche a 40 cm. Ciò si verifica solitamente quando si hanno raccolte di libri molto grandi (tipo le enciclopedie più voluminose), oppure, più frequentemente, quando si ha la necessità di un mobile che non sia solo “libreria”, ma che funga bensì anche da contenitore per le stoviglie, per delle collezioni, per dei soprammobili, oppure semplicemente per tutti quegli oggetti che in casa non possiedono un altro luogo ove poter essere riposti. In questo caso si procede frequentemente col progettare una libreria profonda circa (un’altra delle profondità standard più diffuse) e la si dispone prevedendo degli spazi chiusi (con ante in legno e vetro, oppure con ribalte) che fungano appunto da recipienti per le suppellettili che si ha necessità di conservare. E’ importante sottolineare però che in questo specifico caso (librerie con profondità maggiorata) si crea un problema di disposizione per quanto riguarda i libri. Il motivo è abbastanza ovvio e chi è abituato a frequentare negozi di libri e biblioteche lo conosce abbastanza bene: la profondità “maggiorata” obbliga chi dispone i libri su quest’ultima a predisporre solitamente due file di libri una di fronte all’altra, in modo da sfruttare lo spazio che altrimenti andrebbe sprecato. Questo implica logicamente il fatto che, in questo caso, i libri posti dietro, non siano visibili a chi li cerca e che siano oltremodo abbastanza difficili da raggiungere, senza togliere la fila anteriore di volumi. Si può tranquillamente dire che chi progetta di acquistare una libreria per riporvi esclusivamente dei libri, dunque, debba essere per forza obbligato a tenere ben presente questo problema e debba per questo preferire mobili che abbiano ripiani profondi dai 22 ai 35 cm massimo.

 

L’altezza

In una libreria che si rispetti, l’altezza tra i ripiani non deve essere inferiore ai 18 cm, sempre considerando i volumi più comuni; mentre per le edizioni d’arte o le enciclopedie l’altezza può addirittura salire a 35 cmUna misura che è considerata abbastanza universale di distanza fra ripiani è quella di 32 cm, la quale porta ad avere un’altezza netta (cioè esclusa dello spessore del ripiano) di 28/29 cm circa. Lo spessore minimo perché i ripiani non si “imbarchino” o rischino di spezzarsi, deve essere infatti per il legno almeno di 3 cm e questo “ingombro” deve essere dunque considerato fra i calcoli. Una normale libreria con misure di altezza standard, verrà quindi in totale a misurare il risultato della moltiplicazione di 32 cm per il numero di ripiani che il mobile ha. Più alti sono eventualmente i vuoti fra i ripiani, più alta sarà dunque la libreria nel suo complesso. Calcolando approssimativamente quindi un numero di ripiani pari a 8 (nove con quello che fungerebbe da tetto) si ottiene una libreria alta circa 260 cm. Se i ripiani saranno 7 la libreria risulterà essere invece alta 230 cm e così via. Le librerie che vengono solitamente posizionate nei moderni soggiorni sono alte 260 o 230 cm, ma ci sono numerosi casi in cui si preferisce optare per lo sfruttamento della larghezza, progettando librerie anche molto basse, addirittura meno di 180 cm.

La larghezza.

Ed eccoci appunto a parlare di larghezza, la quale risulta ovviamente essere la misura che più richiede una certa attenzione da parte di chi progetta una libreria.

Partiamo da un assunto: in un metro lineare ci stanno mediamente 40/50 volumi di dimensioni normali, per un peso complessivo di circa 50/60 chili. Questi del peso e dello spazio occupato sono i parametri che più devono interessare chi ha in mente di allestire una libreria nella propria abitazione. Primo fra tutti il peso: che si componga una libreria con sviluppo orizzontale o che la si crei nella maniera tradizionale (con i fianchi verticali) difatti, bisogna tener ben presente che più sottili saranno gli spessori dei ripiani orizzontali, tanto più fitti (cioè più ravvicinati fra di loro) dovranno essere gli elementi verticali. Per questo motivo i ripiani di una libreria sono preferibili di uno spessore pari a circa 3 cm o poco meno, perché con questa altezza si riesce a comporre librerie abbastanza robuste e solide senza doverle riempire di fianchi. Una volta compreso questo concetto sarà facile anche capire perché, solitamente, i moduli standard delle librerie hanno misure non superiori ai 90 cm. La maggior parte dei prodotti in commercio infatti, possiede in larghezza una modularità “di serie” che di solito prevede l’uso di ripiani larghi 30, 45, 60, e 90 cm. Per le larghezze superiori, al fine di non causare “imbarcamenti” delle assi orizzontali, vengono previsti dei sostegni aggiuntivi, in modo da mantenere inalterata la solidità della struttura. Queste larghezze “componibili” permettono, unendo le une alle altre in maniera continua, di raggiungere in pratica ogni misura possibile.

 

La Tv e gli altri alloggiamenti “speciali”

In quasi ogni libreria da soggiorno si può essere quasi certi di trovare dei vani “speciali”, progettati per qualche speciale utilizzo. E’ ad esempio il caso del “vano porta Tv” o di tutti quegli altri alloggiamenti che vengono creati all’interno dello scaffale a giorno per degli oggetti di dimensioni particolari. Quello del vano Tv, è uno spazio interno molto comune che si è andato modificando nel tempo, con il variare della tecnologia. Una volta, come abbiamo già detto, i vani televisore avevano una profondità maggiorata (circa 60 cm) a causa del tubo catodico sporgente ed una larghezza di circa 90 cm per le proporzioni dei vecchi televisori. Adesso, con le moderne Tv a schermo piatto e le nuove proporzioni “cinematografiche” a 16:9, i vani porta tv non richiedono più di avere profondità maggiorate, ma dimensioni di larghezza quasi sempre superiori al metro. Nelle moderne librerie componibili si è cercato dunque di adottare degli accorgimenti che permettessero un utilizzo migliore di questo spazio.

Un problema ad esempio che si è cercato di risolvere è quello dei cavi, i quali vengono convogliati in spazi appositi del mobile, in modo da renderli invisibili dietro la tv. Ci sono diverse soluzioni per questo tipo di problema, esistono delle “borchie passacavo” che consentono di trasportare i cavi in basso, nella parte sottostante la Tv dove solitamente sono posizionate le prese nel muro. Vi sono dei pannelli di forte spessore predisposti per appendervi delle tv a schermo piatto, in maniera da nascondervi dietro prese e fili e vi sono anche dei veri e propri “meccanismi movibili” che permettono addirittura di posizionare la tv inclinandola rispetto all’angolo di visuale tradizionale.

Tutti questi escamotage, risultano essere senz’altro molto utili e assai graditi da coloro che si apprestano a progettare un mobile da soggiorno di questo tipo.

Un altro dei problemi importanti da considerare quando si prevede di alloggiare la tv all’interno di uno scaffale da soggiorno è la larghezza del televisore stesso. Come abbiamo detto infatti le larghezze “standard” per i ripiani di spessore “normale” (circa 3 cm) non sono predisposte per essere costruite in larghezze superiori ai 90 cm per evitare imbarcamenti. Le moderne Tv “a schermo piatto” però, specie quando vengono posizionate in soggiorno, non sono quasi mai meno di 100 cm di larghezza (il “42 pollici” ad esempio misura dai 93 ai 99 cm) e questo comporta un possibile problema di solidità strutturale. Per ovviare a questa possibile complicazione è sempre opportuno prevedere dei sostegni verticali che in qualche modo, riescano ad interrompere la lunghezza dei ripiani disposti nel vano porta Televisore. A questo scopo, si può utilizzare uno schienale di spessore maggiorato (come quello utilizzato per il vano tv, appunto), come anche dei semplici fianchetti divisori rompi-tratta che, posizionati fra i ripiani, possano fungere da sostegno strutturale.

La libreria “mettitutto”.

C’erano “una volta” dei mobili da soggiorno che negli anni prossimi alla seconda guerra mondiale erano comparsi in maniera preponderante nelle case degli italiani. La loro massima diffusione si ebbe a cavallo fra gli anni ’50 e ’60 ed era possibile trovarli più o meno presso tutti i ceti sociali dell’epoca. La loro costruzione era abbastanza semplice: una credenza a due o tre ante, una colonna dispensa alta accanto ed una piccola serie di pensili sopra, quasi sempre dotati di ante a vetro, che servivano per riporvi quello che un tempo era “il servito buono”. Erano i cosiddetti “mettitutto”, un tipo di mobile che col tempo è andato scomparendo, soppiantato da un lato dai moderni elementi componibili da cucina, e dall’altro dai moderni mobili da soggiorno.

Nonostante il loro uso si sia dimenticato, quasi mai si riesce però a fare a meno dell’utilità che essi possedevano, in quanto “contenitori” dotati di una certa estetica e di un certo stile. Questa loro peculiarità la si può adesso spesso ritrovare, in qualche modo addirittura amplificata, anche all’interno proprio delle librerie da soggiorno.

Come abbiamo detto, gli scaffali da giorno, sono mobili molto versatili e polimorfi che possono essere composti usando numerosi elementi standard a fungervi da struttura. Tale struttura, nel caso si abbia bisogno di una capienza maggiorata, può essere profonda anche 45 centimetri o più. Questa caratteristica consente dunque di poter disporre di mobili che se da un lato non hanno nulla da invidiare a quei “mettitutto” che una volta facevano bella mostra di sé all’interno delle case degli italiani, dall’altro possiedono una capacità contenitiva che può essere senz’altro molto maggiore. Ma questo fatto non è proprio evidente per tutti.

Quando si pensa ad uno scaffale a giorno infatti si pensa più che altro ad un mobile “a giorno” che essendo predisposto per alloggiarvi dei libri non possiede delle ante. I moderni mobili libreria componibili invece hanno la possibilità di essere forniti con una grande variante di tipologie di ante e questo consente di utilizzare tali librerie quali fossero quasi delle “estensioni” delle nostre cucine componibili. Nelle ante a vetro, ad esempio, possono trovar posto i libri più belli, ma anche una splendida collezione o, perché no, il più bel servizio di stoviglie che possa esserci in casa. In una grande anta a ribalta, possono essere riposte tutte quelle bottiglie con cui è possibile allietare una serata fra amici. In una ampia cassettiera invece potrebbero venir posizionate tutte quelle posate “più belle” che magari non vengono utilizzate in settimana perché usate solo per le “feste comandate”. Insomma, una libreria da soggiorno molto spesso è tale solo per il suo nome, ma per il suo uso variegato e versatile potrebbe essere a tutti gli effetti chiamata anche in mille altri modi.

Quello che è importante aver chiaro è che in verità, quando parliamo della stanza “giorno di una casa”, pensare ad una libreria solo come al posto in cui possano essere contenuti dei libri può essere altamente riduttivo. Una libreria in soggiorno può essere un’infinita fonte di spazi che, se ben usati e calibrati, possono veramente risolvere quei tanti piccoli problemi dimensionali che le case moderne hanno.

Per far questo però è necessario rivolgersi a professionisti seri che abbiano ben chiari i metodi progettuali e costruttivi dei mobili e che possono, per questo, consigliare al meglio chi intende arredare la propria casa con questi attraenti e comodi mobili da soggiorno.

 

Conclusioni 

Speriamo che la nostra guida su come scegliere un letto imbottito  ti abbia fornito le informazioni necessarie per prendere una decisione consapevole e soddisfacente. Presso Griva Arredamenti, siamo pronti ad aiutarti a realizzare arredamento su misura.

Ti invitiamo a visitare i nostri showroom di Pinerolo e Torino, dove potrai scoprire di persona la qualità e l’eleganza dei nostri mobili. Potrai toccare con mano i materiali, valutare le soluzioni di spazio e ottenere consigli personalizzati dai nostri esperti.

 

Se hai domande o desideri ulteriori informazioni, non esitare a contattarci. Saremo felici di fornirti tutte le risposte di cui hai bisogno dai nostri esperti  interior designer.

 

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